Gli Stati Uniti si schierano con Israele al tribunale dell’ONU, mentre la tensione tra Biden e Netanyahu continua a sobbollire

Feb 22, 2024 | Notizie

di Emily Rauhala,

The Washington Post, 21 febbraio 2024.  

Richard Visek, principale consigliere legale aggiunto degli Stati Uniti, assiste a un’udienza pubblica tenutasi mercoledì 21 presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia. (Piroschka Van De Wouw/Reuters)

Gli Stati Uniti hanno appoggiato Israele in nell’udienza di mercoledì 21 alla Corte Internazionale di Giustizia, ancora una volta divergendo dagli altri alleati, nonostante la crescente tensione tra il presidente Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla guerra tra Israele e Gaza.

Nella presentazione all’Aia, gli Stati Uniti hanno affermato che un parere consultivo della massima Corte delle Nazioni Unite può potenzialmente vanificare gli sforzi di pace se non tiene conto delle esigenze di Israele. “Un’azione che tenda al ritiro di Israele dalla Cisgiordania e da Gaza richiede la considerazione delle reali esigenze di sicurezza di Israele”, ha dichiarato alla Corte il funzionario del Dipartimento di Stato Richard Visek.

Le osservazioni sono giunte nel terzo giorno di udienze storiche sul controllo esercitato da Israele su Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est annessa. Nelle presentazioni precedenti, i rappresentanti del Sudafrica e di altre nazioni hanno criticato Israele per la gestione di uno “stato di apartheid” e hanno chiesto la fine dell’occupazione dei territori palestinesi.

Il caso ora alla Corte Internazionale di Giustizia deriva dalla richiesta di parere consultivo fatta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2022 ed è precedente agli attacchi di Hamas del 7 ottobre contro Israele e alla devastante guerra tra Israele e Gaza. È giuridicamente distinto dal caso di genocidio intentato dal Sudafrica contro Israele alla fine dello scorso anno. Ma la devastazione sul campo a Gaza – e l’incapacità del mondo di fermarla – hanno influito sul procedimento e conferito un senso di urgenza al caso.

Israele non partecipa alle udienze. In una dichiarazione, l’ufficio di Netanyahu ha affermato che il procedimento è stato “progettato per danneggiare il diritto di Israele a difendersi da minacce esistenziali”.

Gli Stati Uniti sono sempre più isolati quando si tratta di Israele – e questo è stato evidente all’Aia.

Un avvocato dei palestinesi, Paul Reichler, ha sostenuto che gli Stati Uniti sono stati “l’unico paese oltre alle Figi a difendere Israele” durante il procedimento.

“Questo non è sorprendente”, ha detto. “Qualsiasi offesa contro il diritto internazionale commetta Israele, gli Stati Uniti si fanno avanti per proteggerlo da ogni responsabilità”.

Gli Stati Uniti rimangono il più stretto alleato di Israele, ma devono far fronte a crescenti pressioni per far cambiare la condotta di Israele, in particolare a Gaza, dove sono state uccise 29.000 persone.

All’inizio di questo mese, Biden ha definito “oltre ogni limite” l’operazione militare israeliana iniziata dopo gli attacchi di Hamas e ha detto che le sofferenze dei civili devono finire.

Biden ha anche firmato un ordine esecutivo che impone sanzioni a quattro coloni della Cisgiordania che, secondo l’amministrazione USA, hanno commesso violenze contro i palestinesi, il passo più significativo compiuto contro gli israeliani dall’inizio del conflitto, anche se molti hanno chiesto all’amministrazione di fare di più.

Anche l’uccisione di due adolescenti americani in Cisgiordania ha portato a chiedere una risposta più forte da parte degli Stati Uniti.

Un uomo sventola una bandiera della Palestina nel giorno di un’udienza pubblica tenuta dalla Corte Internazionale di Giustizia, affinché sia consentito alle parti di esprimere il proprio punto di vista sulle conseguenze legali dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. L’Aia, mercoledì 21. (Piroschka Van De Wouw/Reuters)

Ma l’amministrazione Biden continua a sostenere Israele in ambito internazionale. Martedì, per la terza volta dall’inizio del conflitto, gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiedeva un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza.

Gli Stati Uniti hanno sostenuto che un cessate il fuoco immediato avrebbe potuto compromettere i negoziati per una pausa di sei settimane in cui Hamas avrebbe rilasciato gli ostaggi israeliani in cambio della restituzione di palestinesi incarcerati e di ulteriori aiuti umanitari. Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite, ha invece invitato i membri del Consiglio di Sicurezza a sostenere una risoluzione alternativa.

Gli Stati Uniti sono stati l’unico voto contrario alla richiesta di cessate il fuoco; la Gran Bretagna si è astenuta e gli altri membri del Consiglio hanno votato a favore della risoluzione per un cessate il fuoco immediato.

All’Aia, mercoledì, Visek, il rappresentante degli Stati Uniti, ha cercato di riconoscere il ruolo del tribunale delle Nazioni Unite, ma al tempo stesso mettendo in guardia da rischi di “parzialità”.

Ha affermato che il tribunale non dovrebbe concludere che Israele sia legalmente obbligato a ritirarsi immediatamente e incondizionatamente dal territorio occupato e ha sottolineato la necessità di un parere consultivo per salvaguardare le esigenze di sicurezza di Israele.

“Il 7 ottobre ha ricordato a tutti queste esigenze di sicurezza, che ancora persistono”, ha detto. “Purtroppo, queste esigenze sono state ignorate da molti dei partecipanti secondo i quali la Corte dovrebbe considerare soltanto le questioni che le sono state sottoposte”.

Nelle sue osservazioni di mercoledì pomeriggio, la Francia ha chiesto la riparazione o il risarcimento dei palestinesi per le pratiche che violano il diritto internazionale e ha nuovamente condannato la politica di insediamento di Israele. Ma ha esortato la Corte a “non andare oltre il necessario” nella sua decisione.

I lavori si sono aperti lunedì 19 con le osservazioni dei funzionari palestinesi. Il ministro degli Esteri Riyadh al-Maliki ha dichiarato alla Corte che “2,3 milioni di palestinesi a Gaza, metà dei quali bambini, sono assediati e bombardati, uccisi e mutilati, affamati e sfollati”.

Il ministro degli Esteri palestinese Riyadh al-Maliki parla con i giornalisti alla Corte Internazionale di Giustizia dopo che gli Stati Uniti hanno difeso le esigenze di sicurezza di Israele. (da Video: Reuters)

“Più di 3,5 milioni di palestinesi in Cisgiordania, compresa Gerusalemme, sono soggetti alla colonizzazione del loro territorio e alla violenza razzista che la consente”, ha aggiunto.

I commenti successivi di altri 10 Paesi – Sudafrica, Algeria, Arabia Saudita, Paesi Bassi, Bangladesh, Belgio, Belize, Bolivia, Brasile e Cile – hanno affrontato temi simili.

Il Sudafrica – che di recente ha intentato una causa separata, per genocidio, contro Israele presso la stessa Corte Internazionale di Giustizia – ha accusato Israele di perpetuare una “forma più estrema” di apartheid rispetto a quella che esisteva nel suo paese.

L’ambasciatore del Sudafrica nei Paesi Bassi, Vusimuzi Madonsela, ha dichiarato che l’occupazione israeliana “discrimina e frammenta tutto il popolo palestinese per garantire il mantenimento della dominazione ebraica israeliana”.

Il 20 febbraio, l’ambasciatore sudafricano nei Paesi Bassi Vusimuzi Madonsela ha esortato la Corte Internazionale di Giustizia a dichiarare illegale l’occupazione israeliana. (da Video: Reuters)

Il Canada avrebbe dovuto pronunciarsi davanti alla Corte martedì, ma ha rinunciato, dicendo che la sua dichiarazione scritta sarebbe stata sufficiente. Il Canada aveva chiesto alla Corte di non emettere un parere consultivo per timore che ciò potesse compromettere gli sforzi di pace.

Le udienze continueranno fino a lunedì 26 e più di due dozzine di paesi devono ancora esprimersi. Il parere consultivo della Corte non è atteso prima di mesi e potrebbe avere o meno un impatto.

Il mese scorso, la Corte ha ordinato a Israele di adottare misure adeguate per ridurre al minimo i danni ai civili durante le operazioni militari in corso a Gaza. Tuttavia, pochi vedono qualche evidenza che queste “misure provvisorie” abbiano cambiato la condotta della guerra d’Israele.

https://www.washingtonpost.com/world/2024/02/21/icj-hearing-israel-palestinian-occupation/

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Archivi

Fai una donazione

Fai una donazione tramite Paypal alla nostra associazione:

Fai una donazione ad Asso Pace Palestina

Oppure versate il vostro contributo ad
AssoPace Palestina
Banca BPER Banca S.p.A
IBAN: IT 93M0538774610000035162686

il 5X1000 ad Assopace Palestina

Il prossimo viaggio