di Ella Creamer,
The Guardian, 12 gennaio 2024.
“Don’t Look Left” è il resoconto “con grafiche scioccanti ” del ministro della Cultura Atef Abu Saif sulla vita a Gaza dopo gli attacchi del 7 ottobre.

Un resoconto giorno per giorno della vita a Gaza dopo gli attacchi del 7 ottobre, scritto dal ministro della Cultura dell’Autorità Palestinese Atef Abu Saif, sarà pubblicato il mese prossimo.
Comma Press pubblicherà il libro, intitolato “Don’t Look Left: A Diary of Genocide”, in inglese, intorno all’8 febbraio. Una prima versione, che copre i primi 60 giorni dal 7 ottobre, è stata pubblicata come ebook il giorno di Santo Stefano, mentre Abu Saif viveva in una tenda a Rafah [questa versione è già disponibile su amazon.it anche in formato Kindle, NdT]. La versione fisica coprirà 85 giorni della guerra tra Israele e Gaza.
Abu Saif è originario del campo di Jabalia, situato a nord della città di Gaza, ma si è trasferito in Cisgiordania nel 2019 quando è diventato ministro. Era in visita a Gaza con il figlio quindicenne, Yasser, quando Hamas ha lanciato il suo attacco a sorpresa contro Israele, uccidendo circa 1.200 persone e prendendo più di 240 ostaggi. Israele ha quindi dichiarato guerra, lanciando attacchi aerei e di terra, e dal 7 ottobre sono state uccise più di 23.350 palestinesi. Si stima che, entro la fine del 2023, quasi l’85% della popolazione di Gaza sia stata sfollata.
Molte parti del diario di Abu Saif sono state scritte come messaggi WhatsApp e memo vocali al suo editore. Il libro segue Abu Saif mentre è “costretto a correre per le strade in cerca di un riparo, come tanti altri gazawi, dopo che l’hotel in cui alloggiava è stato bombardato”, ha dichiarato Comma Press.
Abu Saif ha scritto sei romanzi e in precedenza ha pubblicato un diario di guerra, The Drone Eats With Me, sulla guerra di Gaza del 2014, durata 50 giorni e che ha causato la morte di 2.251 palestinesi. Estratti dei suoi ultimi diari sono stati pubblicati dal Guardian e da altre testate.
Comma Press ha dichiarato: “I resoconti coprono tutto, dai tentativi di salvataggio dalla grafica scioccante – molti dei quali coinvolgono parenti stretti o colleghi giornalisti e scrittori – alla vita in rifugi ONU nelle scuole, all’essere sfollato più volte, lottando per trovare cibo e mantenere i contatti con il mondo esterno, alla decisione di lasciare il padre nel nord per la sicurezza del figlio, oltre a vivere per più di un mese in una tenda, un campo profughi improvvisato in un deposito ONU vicino a Rafah”.
Tutti i proventi delle vendite del libro saranno devoluti a quattro associazioni di beneficenza palestinesi: Medical Aid for Palestinians, Middle East Children’s Alliance, Afaq Shadida/New Horizons Children’s Centre (Nuseirat Refugee Camp) e Sheffield Palestine Solidarity Campaign (Khan Younis Emergency Relief).
.