Appello urgente del Sindacato dei Giornalisti Palestinesi ai colleghi di tutto il mondo: basta con i servizi di parte, bisogna essere solidali con i colleghi uccisi a Gaza

Gen 7, 2024 | Notizie

dal Sindacato dei Giornalisti Palestinesi,

Pjs.ps, 7 gennaio 2024. 

Questo è un appello urgente del Sindacato dei Giornalisti Palestinesi (PJS) rivolto ai giornalisti e ai professionisti dei media di tutto il mondo, per chiedere la salvaguardia dei giornalisti e degli operatori dei media palestinesi e una copertura equa e imparziale della situazione. Da tre mesi a questa parte, i nostri colleghi e le loro famiglie a Gaza sono stati deliberatamente presi di mira da Israele, che finora ha ucciso oltre 100 giornalisti e operatori dei media palestinesi in questo “giornalisticidio“. Sebbene questa politica non sia nuova per noi, in quanto siamo stati presi di mira da Israele per decenni, ora la portata dell’orrore e della perdita di vite umane è senza precedenti.

In questo momento, Gaza è il luogo più pericoloso al mondo per chi è un giornalista. Il fatto che Israele prenda deliberatamente di mira i giornalisti e gli operatori dei media è una chiara violazione delle leggi di guerra. A causa della loro natura sistematica e diffusa, questi attacchi dovrebbero essere indagati a fondo come crimini di persecuzione contro l’umanità.

I continui attacchi e le uccisioni di giornalisti non sono casuali, ma costituiscono una campagna deliberata e persecutoria diretta contro i giornalisti e gli operatori dei media palestinesi, nel tentativo di metterci a tacere e di nascondere la verità sui crimini di atrocità di massa commessi da Israele a Gaza, tra cui il crimine di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. I nostri giubbotti stampa, invece di essere un simbolo universale di protezione, sono diventati il bersaglio dei mirini israeliani, al punto che i nostri colleghi di Gaza hanno dichiarato che indossare il giubbotto li fa sentire insicuri.

Nonostante le minacce e i crimini contro di noi, rimaniamo fermi nel nostro impegno a fare il nostro lavoro di condivisione della verità sulla Palestina e di denuncia al mondo della brutalità di Israele. Non si tratta solo di un attacco contro di noi: quello che sta accadendo mette in pericolo il lavoro dei giornalisti di tutto il mondo, creando un pericoloso precedente e rafforzando l’impunità per i crimini e la censura contro il giornalismo.

Per molto tempo, i media tradizionali hanno riportato scorrettamente gli eventi in Palestina con una notevole dose di pregiudizio, raggiungendo picchi che spesso equivalgono a complicità e disumanizzazione. I giornalisti di tutto il mondo hanno la responsabilità di condividere la verità, soprattutto durante il genocidio in corso a Gaza e la pulizia etnica in tutta la Palestina. È inoltre importante sottolineare che dall’inizio della guerra genocida di Israele contro Gaza, l’accesso dei media a Gaza è stato limitato, consentendo l’ingresso solo ai giornalisti incorporati nelle forze militari israeliane, oltre al frequente blackout delle telecomunicazioni e di Internet a Gaza.

Alla luce di ciò, vi esortiamo – come amici giornalisti, operatori dei media e colleghi – a:

– Lavorare collettivamente con le organizzazioni internazionali dei media per chiedere un accesso illimitato a Gaza e sfidare le restrizioni imposte dalle autorità israeliane.

– Dare priorità al fact-checking [controllo dei fatti] e alla loro verifica per contrastare la disinformazione israeliana e prevenire la diffusione di narrazioni distorte.

– Considerare la possibilità di rilasciare deposizioni pubbliche, articoli o dichiarazioni congiunte per condannare gli attacchi israeliani contro i giornalisti e gli operatori dei media palestinesi e sostenere la loro protezione.

– Perseverare nell’esplorare e riferire su narrazioni e storie provenienti da ogni parte della Palestina. Poiché i palestinesi stanno subendo silenzi, arresti arbitrari di massa e uccisioni, utilizzate le vostre voci e le vostre piattaforme per mettere in evidenza Gaza e attirare l’attenzione sulle sfide affrontate dal popolo palestinese.

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

1 commento

  1. Gisella Pandolfo

    Sono con il popolo palestinese e con i giornalisti palestinesi

    Rispondi

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