Appello URGENTE della Palestina agli Stati Parte della Convenzione sul Genocidio: Sostenere la causa del Sudafrica contro Israele alla Corte Internazionale di Giustizia per il genocidio di Gaza

Gen 2, 2024 | Notizie

Dal Comitato di Coordinamento Anti-Apartheid Palestinese (PAACC),

Indagare e smantellare l’apartheid, 2 gennaio 2024.   

Il Comitato di Coordinamento Anti-Apartheid Palestinese (PAACC), che comprende il Dipartimento Anti-Apartheid dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), il Movimento BDS, il Consiglio dell’Organizzazione Palestinese per i Diritti Umani (PHROC) e la Rete delle ONG Palestinesi (PNGO), rende onore al Sudafrica per la sua richiesta alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) contro Israele per aver violato la Convenzione sulla Prevenzione e la Punizione del Crimine di Genocidio a Gaza. Affermando che “Israele ha compiuto, sta compiendo e rischia di compiere ulteriori atti di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza”, il Sudafrica ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG) di indicare misure provvisorie per proteggere i diritti dei palestinesi da “ulteriori, gravi e irreparabili danni”. Decine di esperti delle Nazioni Unite hanno descritto la situazione umanitaria a Gaza come “apocalittica”, avvertendo di un “genocidio in atto”, così come centinaia di studiosi di diritto internazionale, tra cui esperti di genocidio, e un alto funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Chiediamo a tutti gli Stati Parte della Convenzione sul Genocidio di sostenere urgentemente e pienamente il procedimento e, in particolare, la richiesta di misure provvisorie avanzata dal Sudafrica. In questo modo chiediamo l’immediata sospensione delle operazioni militari e l’attuazione di tutte le misure volte a prevenire il genocidio, compresa la revoca degli ordini militari che obbligano al trasferimento dei palestinesi a Gaza e delle pratiche che negano l’accesso a cibo, acqua, carburante e forniture umanitarie adeguate. Le nostre coalizioni e le nostre reti, che rappresentano la leadership politica palestinese e tutti i settori della società civile palestinese, sostengono pienamente il procedimento che è fondamentale per garantire che gli Stati rispettino i loro obblighi internazionali per porre fine al rischio di genocidio e agli atti di genocidio, e sollecitano l’adozione e l’attuazione di tutte le misure provvisorie richieste per porre fine alla distruzione genocida del popolo palestinese.

Avvertiamo inoltre che gli Stati Terzi che forniscono consapevolmente armi e materiali a Israele per l’uso di crimini atroci, compreso il genocidio, possono essere ritenuti responsabili di aver contribuito ad atti illeciti a livello internazionale e a violazioni delle norme di jus cogens del diritto internazionale. Inoltre, sottolineiamo che l’attuale genocidio può essere completamente fermato solo assicurando che vengano affrontate le cause alla base della distruzione del popolo palestinese, assicurando quindi la revoca dell’assedio di 16 anni che imprigiona 2,3 milioni di palestinesi a Gaza, la fine dell’occupazione illegale e il pieno ritiro dell’amministrazione e delle forze militari di occupazione, lo smantellamento del regime di apartheid, su entrambi i lati della Linea Verde, e la realizzazione del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e del diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi.

Il PAACC accoglie con favore il sostegno dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) alla causa del Sudafrica presso la Corte Internazionale di Giustizia e invita la Lega degli Stati Arabi, l’Unione Africana, i BRICS, il Movimento dei Non Allineati e altri blocchi regionali e sub-regionali a sostenere pubblicamente e con urgenza il procedimento. L’OIC ha affermato che “gli attacchi indiscriminati da parte di Israele, la potenza occupante, alla popolazione civile e alle migliaia di palestinesi, per lo più donne e bambini, uccisi, feriti, sfollati con la forza e a cui sono stati negati i beni di prima necessità e l’assistenza umanitaria, nonché la distruzione di case, istituzioni sanitarie, educative e religiose, costituiscono nel loro insieme un genocidio di massa”. Nel novembre 2023, il vertice congiunto dell’OCI e della Lega Araba ha ribadito “la centralità della causa palestinese” e si è opposto categoricamente ai piani israeliani di pulizia etnica dei palestinesi di Gaza. Il vertice ha invitato tutti i Paesi a “smettere di esportare armi e munizioni a [Israele] che vengono utilizzate dal suo esercito e dai coloni terroristi per uccidere il popolo palestinese e distruggere le loro case, ospedali, scuole, moschee, chiese e tutte le loro capacità”; in tal modo i vari Paesi potranno adempiere all’obbligo legale previsto dal diritto internazionale

Secondo i rapporti israeliani, Israele è profondamente preoccupato che la Corte Internazionale di Giustizia lo accusi di genocidio. Ufficiali militari e dei servizi segreti israeliani hanno ammesso che “tutto è intenzionale” nella “fabbrica” dell’apartheid israeliana di uccisioni di massa di civili e di devastazioni e distruzioni su larga scala a Gaza. Oxfam e le organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno condannato l’uso da parte di Israele della “fame come arma di guerra” e, secondo i rapporti degli esperti, la portata di questa fame indotta a Gaza “ha eclissato persino le quasi-carestie in Afghanistan e Yemen degli ultimi anni”.

Quasi due milioni di palestinesi sono stati sfollati con la forza. Ricordando la “lunga storia di Israele di trasferimenti forzati di massa dei palestinesi“, l’esperto delle Nazioni Unite sugli sfollati interni ha affermato che la guerra di Israele “mira a deportare in massala maggior parte della popolazione civile [palestinese]”. Anche il Commissario Generale dell’UNRWA ha messo in guardia dallo “sfollamento forzato”, che i leader politici e dei diritti umani riconoscono come un mezzo per distruggere la popolazione di Gaza come gruppo e un obiettivo fondamentale del genocidio in corso. Esponendo i disperati tentativi propagandistici di Israele di promuovere i suoi piani di pulizia etnica sotto una veste “umanitaria”, la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei Territori palestinesi occupati ha avvertito che gli artefici del crimine dello sfollamento forzato di Israele possono essere indagati e perseguiti secondo lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha descritto Gaza come una “crisi dell’umanità” e un “cimitero di bambini“, invocando l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite per sottolineare la grave minaccia alla pace e alla sicurezza mondiale rappresentata dalla guerra di Israele contro il popolo palestinese a Gaza. Il PAACC ricorda ai Paesi Terzi che l’adempimento del loro obbligo di fermare il genocidio di Israele contribuirebbe anche a salvare la già minata legittimità del diritto internazionale.

Mentre gli Stati Uniti e alcune potenze europee armano, finanziano e favoriscono in vario modo il genocidio in corso da parte di Israele, molti altri Stati sono venuti meno ai loro obblighi legali e morali di prevenire il genocidio o di fermarlo. Il dominio globale di alcuni Stati egemoni occidentali sulle organizzazioni internazionali, tra cui il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Corte Penale Internazionale, il Comitato Olimpico Internazionale, la FIFA, ecc. ha di fatto portato a una clamorosa incapacità di imporre sanzioni legali a Israele, mettendo ulteriormente a nudo l’ipocrisia di questi Stati occidentali e rafforzando la divisione del mondo tra Sud e Nord.

Le organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno quindi accolto con grande favore la richiesta del Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia come “un chiaro appello alla comunità internazionale affinché dia priorità alla responsabilità, respinga l’impunità e sostenga i principi dei diritti umani”.

Il PAACC ricorda a tutti gli Stati Parte della Convenzione sul Genocidio il loro obbligo legale non solo di “prendere misure per prevenire”, ma anche di “punire il crimine di genocidio, promulgando la legislazione pertinente e punendo gli autori”. Ciò include la giurisdizione universale. Questo è più urgente che mai, dal momento che il mondo assiste a un genocidio in diretta streaming, guidato da decenni di impunità e dall’ideologia della “legge del più forte”. Gli Stati devono rispettare i loro obblighi di diritto internazionale per porre fine ai gravi atti di genocidio di Israele, anche attraverso l’applicazione di sanzioni legittime e proporzionate nei confronti di Israele dell’apartheid, a partire da un embargo sulle armi in entrata e uscita. Chiediamo con urgenza agli Stati di sostenere pienamente il procedimento per genocidio del Sudafrica per impedire la cancellazione sistematica del popolo palestinese da parte di Israele.

Indagare e smantellare l’Apartheid

Lanciato dalle organizzazioni della società civile palestinese e sostenuto a livello internazionale da leader politici, diplomatici, personalità della cultura, organizzazioni e persone di coscienza, questo sforzo globale anti-apartheid guidato dai palestinesi è diretto ad attivare i meccanismi delle Nazioni Unite per indagare e smantellare il regime di apartheid di Israele, mobilitando gli sforzi della base.

https://antiapartheidmovement.net/home-slider/view/urgent-call-from-palestine-to-states-parties-of-the-genocide-convention-support-south-africas-icj-suit-against-israel-over-its-gaza-genocide/24

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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2 Commenti

  1. Cattaneo Marco

    Sono anni che va avanti un GENOCIDIO contro il popolo palestinese ad opera di Nethaniau e i suoi sionisti. Una vergogna mondiale.

    Rispondi
  2. Luca magni

    Un abuso che va avanti da anni nel silenzio totale e con la complicità di molti Stati. Siamo vergognosamente arrivati al genocidio con l’ approvazione degli stessi. Nethaniu ed i Sionisti vanno duramente fermati e sanzionati tutti gli Stati complici.

    Rispondi

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