di Chris Hedges,
6 dicembre 2023.
Questo è un estratto di un discorso molto più lungo di Chris Hedges.
… C’è un’analogia storica, ma non è quella che Bennett, Netanyahu o qualsiasi altro leader israeliano vuole riconoscere. Se coloro che sono occupati rifiutano di sottomettersi, se continuano a resistere, allora noi abbandoniamo ogni pretesa di missione civilizzatrice e scateniamo, come a Gaza, un’orgia di massacri e distruzione. Ci ubriachiamo di violenza, uccidiamo con sconsiderata ferocia, diventiamo le bestie che accusiamo gli oppressi di essere. Mettiamo a nudo la menzogna della nostra millantata superiorità morale, mettiamo a nudo la verità fondamentale sulla civiltà occidentale.
Siamo gli assassini più spietati ed efficienti del pianeta: solo per questo dominiamo i Dannati della Terra. Non ha nulla a che fare con la democrazia, l’emancipazione o la libertà: questi sono diritti che non intendiamo mai concedere agli oppressi. L’onore, la giustizia, la compassione e la libertà sono idee che non conoscono convertiti, ci ricorda Joseph Conrad. Esistono solo persone prive di conoscenza, comprensione e sentimenti, che si inebriano di parole, le ripetono, le urlano immaginando di crederci. Senza credere in nient’altro che nel profitto, nel vantaggio personale e nella propria soddisfazione.
Il genocidio è alla base dell’imperialismo occidentale. Non è un’esclusiva di Israele, non è un’esclusiva dei nazisti, ma è il fondamento della dominazione occidentale. Gli interventisti umanitari insistono sul fatto che dovremmo bombardare e occupare altre nazioni perché incarniamo la bontà –anche se promuovono l’intervento militare solo quando è percepito come nostro interesse nazionale. I nostri giovani sono gli utili idioti della macchina da guerra e degli imperialisti globali. Vivono in una favola da Alice nel Paese delle Meraviglie, dove i fiumi di sangue che produciamo rendono il mondo un posto più felice e migliore. Sono le facce sorridenti del genocidio. Potete guardarli sui vostri schermi, potete ascoltarli declamare la loro pseudo moralità alla Casa Bianca e al Congresso. Hanno sempre torto e non se ne vanno mai.
Israele, come tutti i progetti d’insediamento coloniale, compreso il nostro, è stato fondato sulla menzogna. La menzogna che la terra palestinese non fosse occupata. La menzogna che 750.000 palestinesi fuggirono dalle loro case e dai loro villaggi durante la pulizia etnica operata dalle milizie sioniste nel 1948 perché gli era stato detto di farlo dai loro leader. La menzogna che furono gli eserciti arabi a scatenare la guerra del 1948 che vide Israele impadronirsi del 78% della Palestina storica. La menzogna che Israele ha rischiato l’annientamento nel 1967, costringendolo a invadere e occupare il restante 22% della Palestina e terre appartenenti a Egitto e Siria.
Israele si sostiene con le bugie. La menzogna che Israele vuole una pace giusta ed equa e che sosterrà uno Stato palestinese indipendente. La menzogna che Israele è l’unica democrazia del Medio Oriente. La menzogna che Israele è un avamposto della civiltà occidentale in un mare di barbarie. La menzogna che Israele rispetta lo stato di diritto e i diritti umani.
La sfacciataggine delle menzogne israeliane ha stupito quelli di noi che hanno raccontato da Gaza. Non importava se avevamo visto l’attacco israeliano, compresi gli spari contro palestinesi disarmati. Non importava quanti testimoni avessimo intervistato. Non importava quali prove fotografiche e legalmente valide avessimo ottenuto. Israele ha mentito: piccole bugie, grandi bugie, enormi bugie. Queste bugie sono arrivate immediatamente come di riflesso dall’esercito israeliano, dai politici israeliani e dai media israeliani. Sono state amplificate dalla ben oliata macchina della propaganda israeliana e sono state ripetute con una sincerità di bronzo dai notiziari internazionali.
Israele si impegna nel tipo di bugie sbalorditive che caratterizzano i regimi dispotici. Non deforma la verità, la inverte, dipinge un quadro diametralmente opposto alla realtà. Chi di noi si è occupato dei Territori Occupati si è imbattuto nelle narrazioni israeliane da Alice e del Paese delle Meraviglie, che inseriamo doverosamente nelle nostre storie, secondo le regole del giornalismo americano, pur sapendo che sono false. Israele ha inventato un lessico orwelliano. I bambini uccisi dagli israeliani diventano bambini presi nel fuoco incrociato. Il bombardamento di quartieri residenziali con decine di morti e feriti diventa un attacco chirurgico a una fabbrica di bombe. La distruzione di case palestinesi diventa la demolizione delle case dei terroristi.
La grande menzogna alimenta le due reazioni che Israele cerca di suscitare: razzismo tra i suoi sostenitori e terrore tra le sue vittime. La grande menzogna alimenta il mito dello scontro di civiltà, una guerra tra democrazia, decenza e onore da una parte e terrorismo islamico, barbarie e medievalismo dall’altra. La grande menzogna abolisce le sfumature, le ambiguità e le contraddizioni che possono disturbare la coscienza. È progettata per creare dissidenti cognitivi. Non ammette zone d’ombra: il mondo è bianco o nero, buono o cattivo, giusto o ingiusto.
La grande bugia permette ai credenti di trovare conforto, un conforto che cercano disperatamente nella propria superiorità morale. Alimenta quello che Edward Bernays chiamava “il compartimento a prova di logica dell’adesione dogmatica”. Tutta la propaganda efficace mira e fa leva su queste abitudini psicologiche irrazionali. I sostenitori di Israele non vogliono sapere la verità. La verità li costringerebbe a esaminare il loro razzismo, la loro auto-illusione e la loro complicità nell’oppressione, nell’omicidio e nel genocidio.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
https://www.youtube.com/watch?v=ly6lfhOxTe0
Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.
Non c’è via d’uscita.
Grande analisi.
Da rileggere più volte.