Quasi 100 palestinesi uccisi da Israele nella Cisgiordania occupata dopo il 7 ottobre

Ott 25, 2023 | Notizie

di Qassam Muaddi,

The New Arab, 25 ottobre, 2023. 

Mentre continuano i bombardamenti israeliani su Gaza, le forze israeliane aumentano la repressione dei palestinesi in Cisgiordania. Secondo gli esperti, si tratta di un tentativo di prevenire un’esplosione dell’attivismo palestinese, legato agli eventi di Gaza.

Dal 7 ottobre le forze israeliane hanno ucciso 98 palestinesi e ne hanno arrestati circa 1.000 nella Cisgiordania occupata. [Qassam Muaddi/TNA]

La violenza israeliana contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata ha registrato un’impennata senza precedenti negli ultimi anni.

Dopo che le truppe israeliane hanno ucciso due palestinesi nel campo profughi di Jalazon, a nord di Ramallah, e dopo che altri due palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane vicino a Nablus, un totale di 98 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane o dai coloni, a partire dal 7 ottobre fino a lunedì 23.

I residenti palestinesi di Jalazon hanno descritto l’incursione delle forze israeliane di lunedì come “di una violenza senza precedenti”. Oltre ai due morti, ci sono stati 20 palestinesi arrestati, tra cui un uomo disabile, e decine di feriti.

“Le forze di occupazione hanno usato fuoco vivo e hanno sparato direttamente contro le persone, non a caso e non in aria”, ha dichiarato a The New Arab un residente di Jalazon di 25 anni che ha chiesto di non essere nominato.

“I soldati hanno aperto il fuoco in modo molto pesante, come non avevo mai visto prima, pur avendo assistito a molte incursioni delle forze dell’occupazione nel campo”, ha detto il residente.

“Hanno fatto irruzione in molte case e hanno picchiato le persone all’interno delle loro abitazioni; tutti quelli che sono stati arrestati sono stati picchiati”, ha raccontato. “Ci sono stati anche molti feriti e molti danni alle proprietà, soprattutto alle auto, alcune delle quali erano una fonte di sostentamento per i lavoratori dei trasporti”.

“Da lunedì nel campo si respira un’atmosfera cupa; alcuni anziani seduti davanti ai negozi hanno le lacrime agli occhi e nelle case e nei negozi si recitano preghiere fin dal mattino”, ha aggiunto. “È un trauma pesante quello che la comunità sta vivendo, e c’è molta angoscia perché la gente teme che le incursioni saranno altrettanto violente in futuro”.

Domenica, aerei da guerra israeliani hanno bombardato una moschea nel campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania, uccidendo due palestinesi. L’esercito israeliano ha affermato in un comunicato che la sua aviazione ha bombardato un tunnel sotto la moschea, in cui si sarebbero nascosti dei militanti palestinesi.

Allo stesso tempo, i coloni israeliani hanno intensificato gli attacchi contro gli abitanti dei villaggi palestinesi nella Cisgiordania occupata, in particolare contro i contadini che stanno raccogliendo le olive.

Lunedì 23, i coloni israeliani hanno attaccato una famiglia di agricoltori palestinesi nella città di Taybeh, a est di Ramallah, aggredendo fisicamente tre membri della famiglia e causando a uno di loro una ferita alla mascella. I coloni hanno anche rubato il raccolto della giornata.

“Eravamo al raccolto, a est della città, quando sono arrivati circa cinque coloni, due dei quali armati, e hanno iniziato a picchiarci”, ha raccontato alla TNA Musa Khoury, un membro della famiglia aggredita.

“I coloni ci hanno minacciato e hanno picchiato me, mio nipote e mia sorella, mentre il resto della famiglia è scappato”, ha detto Khoury. Hanno preso un carrello dove c’erano tre grandi sacchi di olive che avevamo raccolto fin dal mattino e poi se ne sono andati”, ha aggiunto.

Nelle ultime due settimane, la città di Taybeh ha accolto centinaia di palestinesi sfollati dai coloni armati da due comunità beduine vicine alla città.

Sempre la settimana scorsa, una donna palestinese di 37 anni della vicina città di Deir Jarir è stata uccisa dai coloni israeliani, mentre suo figlio di 17 anni è stato ferito da tre proiettili.

L’aumento delle incursioni israeliane e della violenza dei coloni ha accompagnato un’impennata degli arresti di palestinesi in Cisgiordania. Secondo il Palestinian Prisoners Club, dal 7 ottobre sono stati arrestati circa 1.000 palestinesi. Al tempo stesso, l’elettricità e l’acqua sono state drasticamente ridotte per i detenuti palestinesi, fino a un’ora al giorno in alcune carceri israeliane.

Nel frattempo, anche le azioni dei militanti palestinesi contro le forze israeliane e i coloni sono aumentate nelle ultime due settimane. Secondo le fonti dei media palestinesi, dal 7 ottobre sono state segnalate circa 1.114 azioni di militanti contro obiettivi israeliani, rispetto alle 1050 azioni di settembre.

Secondo i media, queste azioni hanno incluso principalmente attacchi con armi da fuoco, lancio di pietre e bombe molotov contro le truppe israeliane durante le incursioni o contro i veicoli israeliani che percorrevano le strade israeliane tra gli insediamenti.

Glu unici danni israeliani riportati sono stati otto soldati feriti in scontri con combattenti palestinesi nel campo profughi di Nur Shams, a Tulkarm, venerdì, e un soldato israeliano ferito in scontri con palestinesi disarmati durante un’incursione israeliana nel villaggio di Burqa, vicino a Nablus, martedì scorso.

Secondo lo storico palestinese e ricercatore di storia della resistenza palestinese, Bilal Shalash, “l’occupazione sta cercando di prevenire un’esplosione della situazione in Cisgiordania, mentre si prepara a un’invasione di terra a Gaza”.

“La maggior parte dei palestinesi arrestati dal 7 ottobre in poi sono persone che hanno una qualche esperienza organizzativa, anche nell’attivismo civile, il che indica che l’occupazione sta cercando di minare la possibilità che l’attuale ondata di rabbia si sviluppi in un movimento organizzato”, ha detto Shalash.

Shalash ha anche osservato che “in Cisgiordania c’è un chiaro malcontento popolare nei confronti dell’Autorità Palestinese, e questo tipo di malcontento si è storicamente tradotto in un sostegno ai gruppi di resistenza contro l’occupazione, ciò che mette a rischio la stabilità in Cisgiordania”.

“Questi gruppi hanno rapidamente accresciuto la loro esperienza di combattimento, soprattutto a Jenin e Nablus”, ha osservato. “Lo scenario peggiore per l’occupazione è che questi gruppi inizino a fondersi in un movimento organizzato, ma tale sviluppo dipende da come si svolgerà la guerra a Gaza”, ha aggiunto.

Dal 7 ottobre, le forze israeliane hanno ucciso più di 5.000 palestinesi nella Striscia di Gaza, tra cui più di 1.500 bambini, e ne hanno sfollati 1,4 milioni nei bombardamenti in corso sulla Striscia.

https://www.newarab.com/news/almost-100-palestinians-killed-israel-west-bank-so-far

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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