Comunicato sulla detenzione del nostro compagno Khaled

Set 9, 2023 | Notizie

di Giovani Palestinesi d’Italia, Unione Democratica Arabo Palestinese, Centro Culturale Handala Ali

9 settembre 2023. 

Il 31 agosto Khaled El Qaisi, nostro amico e compagno, cittadino italo-palestinese, è stato
arrestato al valico “Allenby” tra la Palestina e la Giordania. È stato ammanettato davanti agli
occhi increduli del figlio di 4 anni, della moglie e di tutti i presenti. Le forze israeliane non
hanno fornito ai familiari alcuna spiegazione sull’arresto, allontanando la moglie e il figlio,
anch’essi cittadini italiani, in territorio giordano senza fornire loro alcuna tutela.
Il 7 settembre si è svolta la prima udienza dalla quale non sono emersi nuovi elementi, se
non il prolungamento fino al 14 settembre, giorno della prossima udienza, dello stato di
detenzione. Per ora non c’è un capo d’accusa, e Khaled non può entrare in contatto con il
suo avvocato.
Khaled studia Lingue e Civiltà Orientali all’Università la Sapienza di Roma, dove vive e lavora
come traduttore, ed è stimato per il suo appassionato impegno nella raccolta, divulgazione
e traduzione di materiale storico palestinese. È tra i fondatori del Centro Documentazione
Palestinese, associazione che mira a promuovere la cultura palestinese in Italia.
L’arresto di Khaled, per quanto improvviso e arbitrario, rappresenta la normalità in
Palestina. Ogni palestinese sa che l’arbitrarietà, il sopruso, la violenza coloniale e
l’incertezza per sé e per i propri cari sono la quotidianità sotto il regime dell’occupazione
israeliana. Ogni palestinese vive in un costante stato d’incertezza, sia che viva in Palestina,
sia che vada lì per far visita ai propri cari o per vedere la terra dei propri nonni.
Israele arresta senza processo e senza accusa, fabbrica prove, falsifica imputazioni,
ignorando totalmente ogni norma internazionale e il diritto internazionale umanitario.
Attualmente, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’ONG Addameer, nelle carceri israeliane
ci sono 5100 prigionieri politici, di cui 1200 in detenzione amministrativa e 165 bambini; ciò
fa di Israele l’unico stato al mondo che processa i minori nei tribunali militari. Tutti questi
arresti rappresentano i tentativi del colonialismo israeliano di spezzare l’esistenza dei
palestinesi in qualsiasi luogo e forma essa si esprima. La lotta per la liberazione di Khaled
deve essere anche la lotta per la liberazione di tutti i prigionieri politici palestinesi.
Pretendiamo dallo Stato Italiano e dalle Istituzioni che si mobilitino per la liberazione di
Khaled e il suo ritorno. L’Italia ha dei doveri nei confronti di un suo cittadino detenuto per
motivi politici, e per questo esigiamo che rispetti le proprie leggi, i propri obblighi, nonché
il diritto internazionale. Tutti noi non ci fermeremo finché Khaled non tornerà dalla sua
famiglia e dai suoi cari sano e salvo.
Giovani Palestinesi d’Italia
Unione Democratica Arabo Palestinese
Centro Culturale Handala Ali

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