Come l’AP contribuisce alla cancellazione della Palestina

Set 7, 2023 | Notizie

di Ramona Wadi,

Middle East Monitor, 7 settembre 2023.

Il funerale di 10 palestinesi uccisi durante gli attacchi aerei e i raid israeliani sul campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, il 5 luglio 2023 [Issam Rimawi – Agenzia Anadolu].

Questo mese ricorre il 30° anniversario degli Accordi di Oslo e il Primo Ministro dell’Autorità Palestinese Mohammad Shtayyeh sta rendendo omaggio alla ricorrenza della disgregazione della Palestina da parte dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina). All’approssimarsi della riunione del Comitato di Collegamento ad hoc (AHLC), Shtayyeh ha avvertito durante un incontro con la rappresentante speciale norvegese per il processo di pace in Medio Oriente Hilde Haraldstad che “i Paesi donatori devono trasmettere un messaggio politico forte e diretto per proteggere la soluzione dei due Stati, che Israele sta distruggendo con le sue misure”.

I Paesi donatori non avranno alcuna obiezione a continuare a promuovere un paradigma ormai defunto. Dopo tutto, è nell’interesse di Israele che l’Autorità Palestinese si opponga costantemente alle alternative politiche ai due Stati. Il calo degli aiuti finanziari all’Autorità Palestinese è un altro fattore che Shtayyeh collega al compromesso dei due Stati, ma anche l’illusoria costruzione dello Stato che la comunità internazionale era intenzionata a finanziare nei decenni precedenti non è più una priorità. L’Autorità Palestinese è diventata così irrilevante che molte pretese sono state eliminate. Come minimo, l’Autorità Palestinese continuerà a promuovere la narrativa internazionale sulla Palestina, favorendo al contempo l’espansione coloniale di Israele. Nel frattempo, Israele non subisce alcun declino negli accordi economici e di altro tipo che conclude in tutto il mondo.

Se Shtayyeh pensa di imporre delle condizioni, si sbaglia. È la comunità internazionale che ha imposto il paradigma dei due Stati ai palestinesi, a partire dal Piano di Partizione delle Nazioni Unite del 1947. La dichiarazione di Shtayyeh non è altro che il suo impegno verso le imposizioni internazionali che hanno contribuito all’espansione coloniale di Israele. Non c’è alcun legame tra la politica dei due Stati e la statualità palestinese, a meno che non si prenda in considerazione il completo annientamento di questa possibilità.

Data l’attuale posizione dell’Autorità Palestinese, che continua ad alienare ulteriormente i palestinesi e ad aumentare le possibilità che la loro lotta anticoloniale colga l’occasione di modificare il panorama politico, Shtayyeh avrebbe fatto meglio ad astenersi almeno dall’insistere sull’impegno della comunità internazionale a mantenere uno status quo retorico con conseguenze disastrose per i palestinesi.

Sebbene abbia citato un elenco di violazioni dei diritti umani da parte di Israele, ha però omesso di menzionare come la politica dei due Stati fornisca impunità al colonialismo e alla sua violenza. Se la comunità internazionale avesse deciso contro la spartizione nel 1947, forse ora ci sarebbe meno riluttanza a condannare la violenza coloniale scatenata contro i palestinesi. Israele è ora solo l’autore di molte violazioni dei diritti umani che non vengono ricondotte alle loro origini coloniali. Quello che Shtayyeh sta dicendo alla norvegese Haraldstad è che l’Autorità Palestinese continuerà a lavorare per la completa colonizzazione della Palestina, insistendo affinché la comunità internazionale mantenga la sua parte dell’accordo, a beneficio di Israele. Tutto pur di ottenere un po’ di fondi che permettano all’AP di rimanere al timone, per ora.

Shtayyeh sa bene che la comunità internazionale non può fare pressioni su Israele per “fermare tutte le sue misure unilaterali” dai confini di un paradigma defunto. La “soluzione a due Stati” è sempre stata un’accettazione del colonialismo; la sua inapplicabilità conferisce a Israele una completa impunità. La retorica di Shtayyeh non fa altro che chiedere alla comunità internazionale di proteggere una forma di colonizzazione del territorio palestinese che, dopo tutto, è approvata dalle Nazioni Unite. Di sicuro, non troverà alcuna obiezione internazionale. Nella sua fase attuale, l’AP contribuisce alla cancellazione della Palestina.

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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