Per decenni ho difeso Israele dalle accuse di apartheid. Ora non posso più farlo.

Ago 12, 2023 | Notizie

di Benjamin Pogrund,

Haaretz, 10 agosto 2023. 

In Israele sto assistendo allo stesso apartheid con cui sono cresciuto in Sudafrica. La presa di potere fascista e razzista del governo israeliano è il regalo che i nemici di Israele attendevano da tempo.

Manifestazione di studenti neri dopo il funerale di uno studente di 16 anni morto in carcere, a Soweto, in Sudafrica, nel 1976.Credit: AP

Israele 2023, Sudafrica 1948. Cose che ho già vissuto in passato: la presa del potere, il fascismo e il razzismo, la distruzione della democrazia. Israele sta facendo la fine del Sudafrica di 75 anni fa. È come guardare il replay di un film dell’orrore.

Nel 1948, da adolescente a Città del Capo, seguii i risultati delle elezioni del 26 maggio su un tabellone gigante nell’edificio di un giornale. Il sistema elettorale ‘chi vince prende tutto’ produsse risultati falsati: il partito Afrikaner Nationalist, con un più piccolo alleato, ottenne 79 seggi parlamentari contro i 74 del Partito Unito e del suo partner minore.

Ma i Nats, come sono stati chiamati quelli dell’Afrikaner Nationalist, avevano ottenuto solo il 37,7% dei voti contro il 49,18% dell’opposizione. Sebbene l’opposizione avesse ottenuto l’11% in più di voti, i Nats hanno dichiarato di avere la maggioranza e di poter fare ciò che volevano.

Nell’Israele del 2023, sto rivivendo alcune di queste stesse esperienze. Anche il nostro sistema elettorale proporzionale può distorcere i risultati: lo scorso novembre il Likud, con i suoi partner più piccoli, ha ottenuto 64 seggi contro i 56 dell’opposizione. In realtà, il blocco di destra ha vinto solo con lo 0,6% in più di voti.

Il governo dello 0,6% afferma di rappresentare la volontà della maggioranza e di poter fare tutto ciò che vuole. Continua a dirlo anche se un sondaggio dell’Israel Democracy Institute mostra che meno di un terzo degli israeliani è favorevole alla sua legge che pone fine al cosiddetto standard di ragionevolezza, che consentiva all’Alta Corte di annullare le decisioni del governo ritenute irragionevoli.

Il Sudafrica godeva di democrazia, ma solo per i bianchi che erano il 20% della popolazione. I neri non avevano diritto di voto; solo alcuni sudafricani multirazziali e asiatici potevano votare. Coloro che non erano bianchi subivano pesanti discriminazioni razziali in ogni settore della loro esistenza.

In Israele, gli arabi, che costituiscono circa il 21%della popolazione, possono votare. Ma subiscono discriminazioni: i musulmani e i cristiani non vengono arruolati e chi non presta servizio militare perde vari benefici. Il Fondo Nazionale Ebraico possiede circa il 13% della terra di Israele e impedisce ai non ebrei – cioè agli arabi – di possederla o affittarla.

L’attuale coalizione governativa promette di approfondire la discriminazione. Ha già minacciato di ritirare milioni di shekel destinati a migliorare le condizioni di vita degli arabi poveri.

In Sudafrica, la vittoria nazionalista ha significato l’apartheid, che ha intensificato e istituzionalizzato la discriminazione esistente contro le persone di colore.

Nel 2001, ho fatto parte della delegazione del governo israeliano alla Conferenza Mondiale Contro il Razzismo che si svolgeva a Durban. Il governo Sharon mi ha invitato per la mia esperienza dopo un quarto di secolo di giornalismo in Sudafrica; la mia specialità era raccontare l’apartheid da vicino.

Bambini seduti su una panchina riservata ai soli bianchi sul lungomare di Durban, in Sudafrica, durante l’apartheid, nel 1960. AP Photo/Dennis Lee Royle

Durante la conferenza, sono rimasto sconvolto e irritato dalla moltitudine di bugie ed esagerazioni su Israele. Da allora e negli anni successivi, ho sostenuto con tutte le mie forze l’accusa che Israele sia uno Stato di apartheid: ho fatto questo in conferenze, articoli di giornale, in TV e in un libro.

Ma ora quella che era un’accusa sta diventando un fatto. In primo luogo, la legge sullo Stato-nazione pone gli ebrei al di sopra dei concittadini arabi – musulmani, drusi, beduini e cristiani. Ogni giorno i ministri del governo e i loro alleati sfogano il loro razzismo e lo fanno con azioni discriminatorie. Non c’è pietà nemmeno per i drusi che, come gli ebrei, hanno fatto parte dell’esercito fin dal 1948.

In secondo luogo, Israele non può più rivendicare la sicurezza come ragione del nostro comportamento in Cisgiordania e dell’assedio di Gaza. Dopo 56 anni, la nostra occupazione non può più essere spiegata come temporanea, in attesa di una soluzione al conflitto con i palestinesi. Ci stiamo dirigendo verso l’annessione, e non mancano inviti a raddoppiare i 500.000 coloni israeliani già presenti in Cisgiordania.

L’esercito è del tutto complice nel sequestro illegale di terre e nella creazione di avamposti di insediamento. Il governo usa impropriamente molti milioni di shekel per i coloni. Abusa delle sue stesse leggi. I coloni uccidono i palestinesi e distruggono case e automobili. I tribunali intervengono raramente. I soldati stanno a guardare.

Neghiamo ai palestinesi qualsiasi speranza di libertà e di vita normale. Crediamo alla nostra stessa propaganda secondo cui alcuni milioni di persone dovrebbero accettare docilmente inferiorità e oppressione perpetue.

Il governo sta spingendo Israele sempre più verso un comportamento disumano e crudele, al di là di qualsiasi difesa. Non è necessario essere religiosi per sapere che questo è un vergognoso tradimento della moralità e della storia ebraica.

In Sudafrica sono state usate belle parole per leggi distruttive. L’imposizione dell’apartheid alle università per limitare l’accesso dei neri fu attuata con l'”Extension of University Education Act”. L’inasprimento del “lasciapassare” – il documento che costituiva il mezzo fondamentale di controllo sui neri – fu attuato con l'”Abolition of Passes (Coordination of Documents) Act”.

In Israele, si usa il termine di “riforma giudiziaria” per descrivere la distruzione della democrazia, a partire dall’abolizione di ogni controllo giudiziario sull’esecutivo e sulla Knesset. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu dice alle TV straniere che i cambiamenti sono di poco conto e che l’opposizione è sciocca. Non spiega perché lui e i suoi partner siano accanitamente determinati a farli passare, nonostante una colossale opposizione e un Paese in fiamme.

Durante una manifestazione contro la revisione giudiziaria a Tel Aviv, i manifestanti reggono cartelli con scritte “Ebreo e razzista: guardare l’occupazione negli occhi” e “Immagina di essere palestinese”. Credit: Itay Ron

In Sudafrica, l’eliminazione del voto ai cittadini multirazziali e asiatici scatenò proteste di massa, guidate dai veterani della Seconda Guerra Mondiale. La più alta corte, la Divisione d’Appello, dichiarò incostituzionale la legge sul voto. I nazionalisti usarono la loro maggioranza per istituire un’Alta Corte del Parlamento, che annullò la Divisione d’Appello e fu poi abbandonata. I cittadini multirazziali e asiatici persero il diritto di voto.

L’opposizione all’apartheid crebbe. I Nats, con la loro maggioranza in parlamento, promulgarono il Suppression of Communism Act, che dava al ministro della Giustizia l’autorità di emettere decreti arbitrari che limitavano severamente le libertà personali. Le punizioni includevano arresti domiciliari, il divieto di riunirsi con più di una persona e il divieto di parlare o scrivere in pubblico. I trasgressori potevano essere condannati fino a cinque anni di carcere. I comunisti furono il primo bersaglio, seguiti dai liberali – anche dai ferventi anticomunisti – e da chiunque si opponesse all’apartheid, in modo pacifico o violento. Poi arrivò la detenzione di 30 giorni senza processo, che passò a tre mesi, poi a sei mesi e infine alla detenzione senza fine.

Molte migliaia di persone furono “bandite”, detenute senza processo e condannate a lunghe pene detentive. L’esercito e la polizia entrarono ripetutamente nelle township nere segregate, uccidendo e brutalizzando gli abitanti.

In Israele, circa 1.200 palestinesi della Cisgiordania sono stati imprigionati senza processo. L’esercito fa continue incursioni nelle città della Cisgiordania, creando scompiglio e arrestando altri cosiddetti ‘sospetti terroristi’. Le tragedie continuano.

Con il pretesto di combattere la criminalità nella comunità araba, il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir vuole una legge che dia alla polizia il potere di imprigionare anche gli israeliani senza accuse o processi – una politica già praticata in Cisgiordania.

Ben-Gvir ha già sostituito il capo della polizia di Tel Aviv, da lui vituperato per eccessiva indulgenza nei confronti dei manifestanti. Ha assicurato che il mandato del capo delle carceri si concluderà alla fine di quest’anno. Sta controllando le promozioni e le assunzioni nella polizia e nelle carceri. Vuole una costosa “guardia nazionale”, sotto il suo controllo.

In Sudafrica, un’organizzazione segreta afrikaner, il Broederbond (Banda dei Fratelli), tirava le fila dietro le quinte. Approvava ogni nomina importante: presidi di scuola, polizia, alti ufficiali delle carceri e dell’esercito e membri del servizio civile. Il suo partner era la Chiesa Riformata olandese, descritta come il Partito Nazionalista in preghiera. Calvinisti e conservatori, i loro sacerdoti dichiaravano che la Bibbia era vera alla lettera, che giustificava l’apartheid e che gli afrikaner erano il popolo eletto la cui missione era salvare la “civiltà bianca”.

I Nats applicarono l'”educazione nazionale cristiana” nelle scuole. La radio e la televisione erano strettamente controllate. Film e teatro erano censurati. Migliaia di libri furono banditi in quanto “indesiderabili, discutibili o osceni”. Furono proibiti i matrimoni tra persone di colore diverso. L’intero Paese fu diviso in modo che le persone di razza diversa vivessero in aree proprie; i bianchi si accaparrarono la maggior parte e il meglio del territorio. Milioni di persone di colore furono costrette a lasciare le loro case.

I membri della famiglia Sublaban siedono davanti a un cartello con la scritta “Benvenuti nell’apartheid” dopo essere stati sfrattati dalla loro casa di Gerusalemme Est a luglio. Olivier Fitoussi

In Israele, gli ultraortodossi hanno unito le forze con il Likud e i nazionalisti religiosi per assicurarsi fondi illimitati per le loro scuole separate, per tenere i loro figli fuori dall’esercito e per imporre i loro dettami religiosi all’intero Paese. Controllano il matrimonio e il divorzio ebraico e consentono solo i matrimoni ortodossi. Il loro raggio d’azione si sta allargando.

In Sudafrica, l’opposizione internazionale all’apartheid fu respinta e disprezzata. Il Paese divenne la puzzola che impestava mondo. Le condanne delle Nazioni Unite, i boicottaggi e i disinvestimenti delle imprese furono inizialmente ignorati. L’economia affondò. Alla fine, l’economia rovinata non poteva più sostenere l’apartheid e questo fu uno dei motivi principali che costrinse i bianchi a rinunciare al loro potere e ai loro privilegi nel 1994.

In Israele sono ben noti i risultati dell’assalto governativo al sistema giudiziario e le promesse di molto altro ancora. Gli effetti disastrosi sull’economia stanno già emergendo. Gli Stati Uniti danno a Israele oltre 3,8 miliardi di dollari ogni anno e ci difendono dagli attacchi, giustificati o meno, nei forum internazionali. Dipendiamo dagli Stati Uniti per la sopravvivenza, ma stiamo perdendo il sostegno del Congresso USA. Ai leader della coalizione non importa nulla.

Il direttore generale del Ministero dell’Istruzione si è dimesso per protesta contro la revisione giudiziaria. I giudici vengono denigrati. La coalizione vuole il licenziamento del procuratore generale. L’associazione degli avvocati è stata defenestrata. Sono in corso controlli severi sui media. Viene imposta l’osservanza dello Shabbat. La cultura e i diritti delle donne sono sottoposti a un controllo restrittivo. I beduini vengono sfrattati in massa. I manifestanti vengono chiamati traditori.

Siamo alla mercé di fascisti e razzisti (entrambe le parole sono scelte con cura) che non possono e non vogliono fermarsi.

Scrivo di Sudafrica e Israele perché li conosco entrambi, da 53 anni in uno e da quasi 26 anni nell’altro. Nessuno dei due è unico. Lo stesso modello di repressione di destra si è verificato nei nostri tempi in Ungheria e Polonia, in Asia, Africa e America Latina, e prima ancora in Europa negli anni Venti e Trenta.

In Israele sto assistendo all’apartheid con cui sono cresciuto. Israele sta facendo un regalo ai suoi nemici del movimento Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni e ai suoi alleati. In Sudafrica, la negazione dell’esistenza di Israele è assai forte tra molti neri, nei sindacati e nei circoli comunisti e musulmani. Gli attivisti del BDS continueranno a fare le loro affermazioni, per ignoranza e/o cattiveria, diffondendo bugie su Israele. Da tempo distorcono in modo grottesco ciò che è già brutto, ma ora pretenderanno di vendicarsi. Israele sta offrendo loro la motivazione per i loro attacchi.

Benjamin Pogrund, sudafricano di nascita, è stato vicedirettore del Rand Daily Mail di Johannesburg ed è arrivato in Aliyah per lanciare un centro di dialogo a Gerusalemme. È stato insignito dell’Ordine di Ikhamanga Silver del Sudafrica per i servizi resi al giornalismo e al mondo accademico durante l’apartheid.

https://www.haaretz.com/israel-news/2023-08-10/ty-article-opinion/.premium/for-decades-i-defended-israel-from-claims-of-apartheid-i-no-longer-can/00000189-d4ac-d821-afdd-dfacb4060000?utm_source=App_Share&utm_medium=iOS_Native

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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