Il sistema giudiziario razzista e marcio di Israele sta ‘liberando’ Gerusalemme

Lug 14, 2023 | Notizie

di Gideon Levy,

Haaretz, 13 luglio 2023. 

La reazione di Nora Sub Laban dopo martedì scorso che lei e la sua famiglia sono state sfrattate dalla loro casa a Gerusalemme Est per far posto ai coloni ebrei. Olivier Fitoussi

Allora, come avete dormito, dannati coloni, nella casa del quartiere musulmano di Gerusalemme che avete invidiato e rubato a una coppia di anziani malati che erano stati cacciati via? Com’è stata la vostra prima notte tra quelle antiche mura?

Cosa si prova a entrare in una casa che custodisce 70 anni di ricordi di famiglia, ricordi non tuoi? Cosa si prova a entrare, proprio come nel 1948, nelle case degli sfrattati, con le pentole che ancora sobbollono sui fornelli e i vestiti negli armadi? Come ci si sente a invadere la casa di qualcun altro? E cosa si prova a vedere poliziotti che trascinano un anziano fuori dalla sua casa per sgomberare la proprietà depredata per voi?

Avete visto i graffiti sui muri: “Torneremo” e “La Palestina sarà libera”? Vedo che avete già appeso la bandiera israeliana alla finestra, come un ladro che cambia frettolosamente la targa dell’auto che ha rubato per nascondere le prove. Ora la casa è ebraica per sempre. Ora è vostra, grazie al rinomato sistema giudiziario israeliano, che è corrotto, marcio e razzista quando si tratta dei diritti del vostro popolo. Come fanno i giudici di Gerusalemme a risolvere l’irrisolvibile contraddizione tra il destino delle proprietà ebraiche precedenti al 1948 e il destino delle proprietà palestinesi? C’è un altro modo per descrivere il verdetto se non come l’inevitabile risultato dell’apartheid?

Come avete dormito la notte scorsa, dannati coloni? E come dormirete nelle notti a venire? Penserete, anche solo per un momento, alla sorte di Mustafa Sub Laban, un educato palestinese di 74 anni, che ha prestato servizio nella polizia israeliana e ora, nella sua vecchiaia, è senza casa, stipato nella casa del figlio a Shoafat? E il destino della sua straordinaria moglie, Nora Gheith Sub Laban, nata in questa casa 68 anni fa e ricoverata in ospedale martedì? Vi siete preoccupati di guardarli negli occhi? Avete la loro immagine davanti a voi? Si può solo sperare che l’immagine di quando sono stati cacciati dalla loro casa vi perseguiti nei vostri incubi fino alla fine dei vostri giorni. Che la loro immagine si erga davanti a voi ogni sera, quando mettete a letto i vostri figli.

Ma questo non accadrà. Per voi, loro non sono esseri umani, sono meno che umani: non sono ebrei. E questa vergogna è stata autorizzata dal sistema giudiziario.

Avete mai sentito il proverbio della pecorella del povero? Forse volete aprire il libro di Samuele, capitolo 12, e leggere? [Un uomo povero aveva solo una pecorella che amava e nutriva con cura, mentre un ricco che viveva vicino aveva grandi greggi. Ma quando arriva uno straniero e il ricco vuole offrirgli un buon pasto, ordina di uccidere la pecorella del povero anziché una delle sue. NdT]. Siete ebrei religiosi, vero? La foto di uno di voi, un colono con un’enorme kippa e la barba, che porta altoparlanti nella casa, con un sorriso malvagio di trionfo spalmato sul viso, mentre un agente di polizia è al suo fianco, è come mille parole di accusa. Ahmad Sub Laban, il figlio della coppia sfrattata, mi ha raccontato ieri che l’uomo con la barba era solito molestare la famiglia con musica ebraica assordante attraverso quel grande altoparlante che ora portava nella casa.

La nazione israeliana ha vinto di nuovo martedì, questa volta una vittoria particolarmente gloriosa, una vittoria su una vecchia coppia. Le famiglie Sharabi, Wormser e Friedman, che già abitano nell’antico edificio nel cuore del quartiere musulmano, saranno raggiunte da un’altra famiglia che ha affittato la proprietà dal Kollel Galicia trust. Se entrassero nell’appartamento oggi, potrebbero ancora mangiare lo stufato di riso e pollo che la figlia della coppia aveva preparato per i suoi genitori e che si trova nel frigorifero, sul ripiano più alto. È stato cucinato a metà settimana e può ancora essere consumato. Tutti i beni della famiglia sono ancora nell’appartamento, tranne gli album delle foto di famiglia che la signora ha portato con sé.

Nel frattempo, la serratura dell’ingresso principale è stata cambiata e la famiglia non ha più accesso a quella che è stata la sua casa, dove la coppia viveva come inquilini protetti. Ancora una volta è emerso che i palestinesi non hanno alcuna protezione, nemmeno come inquilini.

“Questa casa rimarrà una prigione fino al nostro ritorno”, mi ha detto Nora con tristezza circa un mese fa, a casa sua. Martedì, il giorno in cui la protesta israeliana ha ottenuto un altro risultato impressionante, quando voci rauche hanno gridato “democrazia” e “vergogna” da ogni parte del Paese, questa vergogna ha avuto luogo a Gerusalemme. Nora e Mustafa non vivono più lì. Il quartiere musulmano sarà ebraico e Israele sarà uno Stato di apartheid, anche ufficialmente.

https://www.haaretz.com/opinion/2023-07-13/ty-article-opinion/.premium/israels-rotten-racist-justice-system-is-liberating-jerusalem/00000189-4b9f-d11a-ade9-4fdf86080000?utm_source=App_Share&utm_medium=iOS_Native

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Archivi

Fai una donazione

Fai una donazione tramite Paypal alla nostra associazione:

Fai una donazione ad Asso Pace Palestina

Oppure versate il vostro contributo ad
AssoPace Palestina
Banca BPER Banca S.p.A
IBAN: IT 93M0538774610000035162686

il 5X1000 ad Assopace Palestina

Il prossimo viaggio