Haaretz, 3 luglio 2023.
Dodici gruppi ebraici statunitensi chiedono al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e al suo governo di “smettere di autorizzare, scusare o proteggere” i coloni per le recenti stragi nelle città palestinesi.
Dodici gruppi ebraici statunitensi hanno rilasciato lunedì 3 giugno una dichiarazione congiunta in cui esprimono “crescente angoscia e orrore” per la recente ondata di “attacchi violenti da parte di coloni ebrei israeliani contro le comunità palestinesi della Cisgiordania occupata”.
“In qualità di leader della comunità ebraica americana, non possiamo e non resteremo a guardare”, si legge nella dichiarazione, firmata da una serie di organizzazioni progressiste – tra cui l’Unione per l’Ebraismo Riformato, il New Israel Fund, J Street e il Consiglio Nazionale delle Donne Ebree.
La dichiarazione ha fatto seguito a un’ondata di attacchi violenti su larga scala da parte di coloni israeliani in almeno cinque città palestinesi a seguito di un attacco mortale nell’insediamento di Eli. [La dichiarazione è stata scritta prima dell’attacco di lunedì 3 luglio al campo rifugiati di Jenin, ma i firmatari non hanno giudicato essenziale modificarla.]
I coloni hanno bruciato case, campi e automobili nelle città palestinesi di Turmus Ayya e Umm Safa e hanno dato fuoco a una scuola nel villaggio palestinese di Urif. Hanno anche imperversato nel villaggio di Jalud, a nord-est di Ramallah, e nel villaggio di Qaryut.
Questa violenza “non è venuta dal nulla, ma è in linea con il più ampio programma del governo Netanyahu di espansione degli insediamenti, rafforzamento dell’occupazione e sfollamento dei palestinesi”, hanno affermato i gruppi ebraici statunitensi.
La dichiarazione invita “il primo ministro [Benjamin] Netanyahu e il suo governo a cessare di autorizzare, scusare o proteggere coloro che intraprendono questi attacchi. Chiediamo che coloro che perpetrano questi attacchi siano assicurati alla giustizia”.
Continua dicendo: “Il primo ministro Netanyahu ha la responsabilità ultima delle politiche dispiegate in Cisgiordania sotto la sua sorveglianza e del chilul hashem, ossia la profanazione del nome di Dio, che è stato scatenato in questi spregevoli attacchi di violenza”.
Ricordando che gli attacchi dei coloni sono stati “in aumento” negli ultimi anni, la dichiarazione aggiunge che tali attacchi “sono notevolmente cresciuti in frequenza e dimensioni sotto l’attuale governo”.
Dopo la sparatoria all’insediamento di Eli, si legge nella dichiarazione, “questi attacchi hanno iniziato a verificarsi con maggiore ferocia e frequenza, e non c’è praticamente nessuna seria azione governativa per fermarli”.
I firmatari affermano di “essere d’accordo con la valutazione dei capi dell’esercito, della polizia e della sicurezza interna di Israele”, che hanno rilasciato una dichiarazione in cui sostengono che gli attacchi dei coloni equivalgono a “terrorismo nazionalista nel pieno significato del termine”.
Le organizzazioni concordano anche con il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid, che ha definito l’attacco dei coloni di febbraio al villaggio palestinese di Hawara “un pogrom compiuto da terroristi”
Il testo completo è disponibile su: https://www.progressiveisraelnetwork.org/horrific-settler-attacks-on-palestinians-must-be-condemned-and-stopped/
I firmatari della dichiarazione:
Ameinu
Americans for Peace Now
Jewish Labor Committee
J Street
Habonim Dror North America
National Council of Jewish Women
New Israel Fund
Partners for Progressive Israel
Reconstructionist Rabbinical Association
Reconstructing Judaism
T’ruah: The Rabbinic Call for Human Rights
Union for Reform Judaism
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