di Jack Khoury, Yaniv Kubovich e Deiaa Haj Yahia,
Haaretz, 3 luglio 2023.
Dopo l’attacco con un drone al quartier generale dei militanti, l’operazione a Jenin continua con incursioni a terra e sequestri di armi. Almeno otto morti, 50 feriti. Fonti della sicurezza dicono che l’operazione potrebbe “raggiungere i suoi obiettivi entro 48 ore”. Difese aeree potenziate in caso di razzi da Gaza. Il portavoce del presidente palestinese: “crimine di guerra”. Israele ha avvertito gli Stati Uniti in anticipo.
L’esercito israeliano ha lanciato una vasta operazione in Cisgiordania nell’area di Jenin, nelle prime ore di lunedì 3 luglio, conducendo attacchi aerei su diversi obiettivi all’interno del campo profughi di Jenin, dopodiché le forze di terra israeliane sono entrate e hanno scambiato fuoco con i palestinesi armati del campo.
Otto palestinesi sono stati uccisi mentre almeno altri 50 sono stati feriti, 10 in modo grave, secondo il Ministero della Sanità palestinese. Un soldato israeliano è stato leggermente ferito da schegge di granata ed è stato portato in ospedale, ha dichiarato l’unità portavoce dell’IDF.
Secondo l’esercito, i soldati israeliani stanno conducendo perquisizioni di armi nelle case del campo profughi di Jenin, e 20 palestinesi sono stati arrestati finora. È stato scoperto un laboratorio per la fabbricazione di esplosivi e sono state confiscate parti di un lanciarazzi, oltre ad altre armi.
Secondo il Comune di Jenin, l’approvvigionamento idrico della città è stato interrotto a causa di gravi danni alle infrastrutture.
Gli otto palestinesi uccisi sono stati identificati come Samih Firas Abu al-Wafa, 20 anni, Hossam Abu Diba, 18 anni, Ahmad al-amar, 21 anni, Aws al-Hanoun, 18 anni, Nour Eddin Husam Marshoud, 16 anni, Mohammad Ashami, 23 anni, Ali al-Joul, 17 anni, e Majdi al-Ararawi, 17 anni.
In precedenza, le forze israeliane hanno fatto irruzione in quello che l’esercito ha descritto come un “centro di comando unificato” per i militanti nel campo profughi di Jenin, definendolo “un centro di osservazione e ricognizione avanzato” dove i militanti si riunivano per coordinare e preparare gli attacchi e per ritrovarsi dopo l’azione. L’esercito ha anche riferito che lo spazio è servito come rifugio per i sospetti di attacchi terroristici degli ultimi mesi.
Fonti della sicurezza hanno stimato che l’operazione potrebbe “raggiungere tutti gli obiettivi entro 24-48 ore”. L’IDF ha anche annunciato che aumenterà i sistemi di difesa aerea nel sud di Israele in previsione di un possibile lancio di razzi da Gaza.
Il Ministro della Difesa Yoav Gallant ha commentato l’attività dell’esercito, affermando che “le forze stanno lavorando con uno sforzo concentrato sui centri del terrorismo a Jenin. Adotteremo un approccio offensivo contro il terrorismo; chiunque faccia del male ai cittadini di Israele pagherà un prezzo pesante”.
Alcune ore dopo, Gallant ha rilasciato un’altra dichiarazione a seguito di una valutazione della situazione con i capi dell’establishment della sicurezza, affermando che “il nostro sforzo mirato contro le cellule terroristiche a Jenin sta avanzando come previsto e […] siamo riusciti a ottenere risultati notevoli”.
Israele aveva informato in anticipo gli Stati Uniti del suo piano di lanciare l’operazione, trasmettendo le sue intenzioni a Washington nel corso della scorsa settimana attraverso diversi canali.
Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, ha definito l’operazione “un nuovo crimine di guerra contro il nostro popolo indifeso”. Rudeineh ha anche invitato la comunità internazionale a “smettere il suo vergognoso silenzio e ad agire per fermare davvero l’aggressione israeliana”.
Hussein al-Sheikh, il segretario generale del Comitato Esecutivo dell’OLP che funge anche da collegamento palestinese con Israele, ha parlato domenica con il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi nel tentativo di frenare l’attività militare israeliana a Jenin.
Cortei e raduni spontanei in solidarietà con i residenti di Jenin si sono svolti in varie località della Cisgiordania, tra cui il campo profughi di Aska a Nablus e il campo profughi di Deheisheh vicino a Betlemme. A Ramallah, un convoglio di auto è partito per il checkpoint di Beit El, dove si sono verificati scontri tra palestinesi ed esercito, che hanno causato la morte di Muhammad Imad Hasanin, 21 anni, secondo il Ministero della Sanità palestinese.
Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas, ha invitato i residenti della Cisgiordania a “stare dalla parte di Jenin e a proteggere i suoi abitanti dal nemico”. Ha aggiunto che “il sangue versato a Jenin deciderà la prossima fase in tutte le direzioni e su tutti gli assi”.
Il vice capo dell’ufficio politico di Hamas in Cisgiordania, Salah al-Arouri, ha invitato “tutti i militanti in Cisgiordania a combattere con tutti i mezzi a loro disposizione per proteggere Jenin e la Moschea di Al-Aqsa”.
Anche il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che l’operazione è “giustificata e necessaria”, ma il suo obiettivo non è quello di “indebolire ulteriormente l’Autorità Palestinese”.
La Jihad Islamica ha reagito all’operazione dicendo: “L’attacco israeliano a Jenin non raggiungerà il suo obiettivo. Jenin rimarrà il simbolo della lotta e della ferma posizione contro l’occupazione. Affronteremo l’attacco; tutte le opzioni sono sul tavolo“.
Il segretario generale della Jihad Islamica Ziad al-Nakhalah ha aggiunto che “quello che sta accadendo a Jenin è un massacro contro il popolo palestinese. Le forze della resistenza, comprese le Brigate Al-Quds, faranno tutto ciò che è in loro potere per fermarlo”.
Il Ministero degli Esteri egiziano ha dichiarato in un comunicato che l’Egitto condanna l’operazione militare di Israele a Jenin in quanto costituisce una violazione del diritto internazionale.
Lunedì scorso, due razzi sono stati lanciati dall’area di Jenin verso il territorio israeliano, ma sono esplosi all’interno della Cisgiordania. Un’indagine dell’IDF ha rilevato che uno dei razzi era atterrato a cinque metri dal sito di lancio e l’altro a 80 metri. L’indagine ha rivelato che i razzi erano autoprodotti senza capacità avanzate e non rappresentavano una minaccia diretta per i residenti S
Negli ultimi mesi, le forze di sicurezza israeliane hanno condotto diverse operazioni a Jenin. Il mese scorso sono scoppiati gravi scontri tra le forze dell’ordine e i militanti palestinesi. Sette soldati IDF e agenti della Polizia di Frontiera sono stati feriti. Inoltre, sei palestinesi sono stati uccisi, tra cui un ragazzo e una ragazza di 15 anni.
Ministri e legislatori israeliani di destra hanno esercitato di recente pressioni sull’establishment della sicurezza perché fosse lanciata un’operazione militare su larga scala in Cisgiordania. Questa pressione si sta diffondendo nell’establishment della sicurezza e nello stesso IDF, creando tensioni tra gli alti funzionari, molti dei quali ritengono che non vi sia un ampio consenso sulla necessità di un’operazione militare.
Amir Tibon, The Associated Press e Reuters hanno contribuito a questo rapporto.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.
.