di Philip Weiss,
Mondoweiss, 30 giugno 2023.
A febbraio, la deputata Lori Trahan del Massachusetts ha visitato Hebron occupata con una delegazione del Congresso composta da 15 democratici ed è rimasta scioccata nel vedere la segregazione e la persecuzione dei palestinesi. La risposta di Trahan? “Usare una polvere magica.”
La rappresentante Lori Trahan del Massachusetts ha visitato Hebron occupata a febbraio con una delegazione di 15 Democratici del Congresso ed è rimasta scioccata nel vedere la segregazione e la persecuzione dei palestinesi in una città che è stata occupata dai coloni ebrei. La risposta di Trahan? Bisognerebbe usare una polvere magica per cambiare tutto, come ha detto in una sinagoga di Boston due settimane fa.
Hebron è stato il giorno più duro per tutti noi. Penso che tutti abbiamo riportato questo ricordo molto vivido di essere in una strada e vedere i suoi accessi sbarrati in modo che la gente [palestinese] non potesse uscire o entrare nella strada. Alzando gli occhi ai balconi, si vedevano bambini dell’età delle mie figlie e anche più piccoli. E sullo sfondo 800 soldati israeliani… quasi in un rapporto di 1 a 1 con i palestinesi che vivono lì. E ti senti incredibilmente disorientato perché mentre sei lì vorresti solo avere una polvere magica per cospargerla su tutto e cambiare di colpo la situazione. Penso che abbiamo avuto tutti un momento davvero difficile, anche quando ci ripensavamo prima di partire.
La delegazione di Trahan era guidata dal gruppo pro-Israele J Street. I membri del Congresso hanno incontrato il primo ministro Benjamin Netanyahu, anche se Netanyahu ha rifiutato di incontrare i membri dello staff di J Street perché il gruppo è sionista liberale.
Il rappresentante Jim McGovern del Massachusetts ha dichiarato l’11 giugno al pubblico del Temple Israel di Boston di aver “violato” la sua politica di ignorare i funzionari stranieri se si rifiutano di incontrare il gruppo con cui si trova. Lo ha fatto perché J Street ha insistito affinché incontrasse Netanyahu.
Ho violato un principio che sostengo quando viaggio con qualsiasi gruppo, ovunque. Se vado in America Latina e il Presidente della Colombia accetta di incontrarsi con me, ma non con l’Ufficio di Washington per l’America Latina, di solito dico: “Grazie mille, non ti voglio incontrare”.
Netanyahu non voleva incontrare il personale di J Street. Non li voleva nella stanza. Così ci è stato detto. Quindi ero pronto a non andare alla riunione. Poi sono stato incoraggiato da alcuni dei nostri amici di J Street: dovresti comunque andare alla riunione perché è importante sottolineare il nostro punto.
La deputata Trahan si è vantata con il pubblico del Tempio di aver incontrato il carismatico primo ministro, poi ha detto che Netanyahu ha mentito ai membri del Congresso in quell’incontro.
Sapete tutti meglio di noi – io sono stata solo 4 anni al Congresso, ma ho avuto modo di incontrare il primo ministro un paio di volte; lui è brillante, è articolato, non gli manca il carisma. Ma quando gli è stato chiesto degli insediamenti – noi siamo stati molto diretti definendoli una minaccia alla soluzione dei 2 stati – “Nessun nuovo insediamento” è stata la sua risposta. Quel pomeriggio, annunciati nuovi insediamenti. Sarebbe davvero importante che le persone fossero tenute responsabili delle cose che dicono.
(Ho chiesto a J Street una risposta a simili “offese”, ma fino a stamattina non l’ho ricevuta.)
Durante i 45 minuti di discussione al Tempio di Boston, McGovern e Trahan – e il funzionario di J Street che moderava gli interventi – non hanno mai pronunciato la parola “apartheid”. Anche se su questo punto c’è un ampio consenso tra i gruppi liberali. Tutti i principali gruppi per i diritti umani hanno detto che c’è apartheid in Israele. Quasi la metà dei democratici afferma che il dominio israeliano equivale all’apartheid. Molti leader, tra cui Jimmy Carter, Rashida Tlaib, Betty McCollum e Cori Bush, dicono che è apartheid. Ban Ki-moon ha detto questa settimana di aver visto di persona l’apartheid. Il giovane gruppo ebraico IfNotNow lo chiama “apartheid”, in linea con un gran numero di giovani ebrei. Ma J Street si impegna a espurgare quella parola dal discorso statunitense.
Anche McGovern – che era solo alla sua seconda visita in Palestina in 27 anni di servizio al Congresso – è arrivato vicino ad affermare di aver assistito all’apartheid, quando ha descritto strade separate per palestinesi ed ebrei.
Quando guidi in Cisgiordania, vedi un’autostrada per gli israeliani e poi un’autostrada per i palestinesi. E noi possiamo arrivare alla meta molto velocemente perché siamo dalla parte israeliana, ma dalla parte palestinese ci sono molti posti di blocco: è umiliante. Chiunque di noi, se fosse sottoposto a ripetuti checkpoint, si sentirebbe umiliato. È una questione di dignità. È una questione di diritti umani.
Trahan ha avuto impressioni simili nel visitare Hebron, città divisa su basi razziali, e nel vedere Susiya, un villaggio sulle colline di Hebron che Israele sta cercando di rimuovere per far posto agli insediamenti ebraici. “Queste erano famiglie proprio come noi, incredibilmente ospitali, così articolate”, ha detto Trahan, “che vivevano con la paura e la minaccia che la loro terra sarebbe stata portata via in qualsiasi momento, e sarebbero stati sfollati”.
McGovern ha incolpato l’ambasciatore statunitense Tom Nides per non aver parlato dei diritti umani dei palestinesi:
Tom Nides, il nostro ambasciatore, era un bravo ragazzo in una vita precedente. Ma mi accorgo che ciò che manca nella nostra diplomazia è spesso un riconoscimento della condizione umana, di ciò che sta realmente accadendo sul campo… Se difendiamo qualcosa, in quanto Stati Uniti, dovremmo aspirare a difendere i diritti umani. Questo dovrebbe essere ciò di cui ci occupiamo. Sento che troppo spesso, per quanto riguarda la politica israeliana, mettiamo in secondo piano questi diritti.
Il motivo per cui l’ambasciatore Nides parla ben volentieri di Israele ma non parla dei diritti umani dei palestinesi è lo stesso motivo per cui J Street non parla di apartheid. Né Biden né J Street si vogliono alienare l’establishment della comunità ebraica, perché sanno che ancora sostiene Israele e ha una gran forza politica come lobby pro-Israele.
E la lobby israeliana è personificata in quell’aula [del Tempio di Boston]. Anche se il discorso è stato sponsorizzato da molti gruppi ebraici progressisti ed è stato pubblicizzato come “Israele a un bivio”, la leadership democratica ritiene che la comunità ebraica, in particolare i membri più anziani e ricchi, sia favorevole al continuo sostegno di Israele da parte degli Stati Uniti. Ecco perché Trahan ha elogiato Netanyahu, un leader fascista di destra. La stessa cosa ha fatto un altro membro del viaggio di J Street a febbraio: la rappresentante Katie Porter della California ha detto entusiasta che Netanyahu l’aveva “molto impressionata”.
Trahan e McGovern insistono sul fatto di essere favorevoli a una soluzione a due stati. Lo hanno detto più e più volte al Tempio di Boston, proprio come fa il Dipartimento di Stato quando gli viene chiesto di commentare l’uccisione israeliana di palestinesi nei territori occupati. McGovern ha persino suggerito che i palestinesi hanno bisogno di “avere la propria patria” per garantire i propri diritti umani. Perché non possono averli ora?
Per non fare un torto a Trahan e McGovern, sembra che loro sappiano molto poco sulla questione. Bravi liberali del Massachusetts, vanno in Israele con un gruppo di lobby israeliana “progressista”, a sinistra dell’establishment politico, che dice loro che una soluzione a due stati è possibile e necessaria.
Questa è la tragedia di questo viaggio. J Street ha una vera attrazione nel Partito Democratico come gruppo pro-Israele – 15 membri nel suo viaggio – ma sta spacciando una fantasia.
C’è un ampio consenso tra progressisti e realisti sul fatto che non ci sarà mai una soluzione a due stati, che la possibilità di farlo è finita molti anni fa. Anche gli esperti del Council on Foreign Relations affermano che non ci sarà uno stato palestinese, e affermano che i funzionari della Casa Bianca lo sanno bene. C’è una realtà di uno stato : la presenza di oltre 700.000 coloni ebrei illegali a est della Linea Verde ha impedito molto tempo fa la creazione di un vero stato palestinese.
E Netanyahu e tutti i suoi ministri giurano che non ci sarà mai uno stato palestinese e umiliano la delegazione di J Street, ma J Street ingoia il rospo perché si aggrappa alla sua fantasia di preservare una “democrazia ebraica”.
McGovern ha azzardato che ci dovrebbero essere conseguenze per Israele per il suo cattivo comportamento. “Può darsi che dobbiamo usare le maniere forti. Ma spero che non si arrivi a questo”, ha detto. Due giorni dopo la sessione al Temple Israel, McGovern ha firmato il disegno di legge McCollum che dovrebbe difendere i diritti dei bambini palestinesi.
McGovern è uno dei soli 26 co-sponsor della proposta McCollum, il che dimostra quanto sia distante l’establishment politico dalla via democratica, grazie alla lobby israeliana. (J Street ha approvato la proposta McCollum senza impegnarsi a favore del disegno di legge).
Trahan non è tra gli sponsor, forse perché la proposta non contiene la polvere magica.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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