The Times of Israel, 13 aprile 2023.
Secondo indiscrezioni, la richiesta del premier e di sua moglie avrebbe scatenato ‘un’esplosione’ in famiglia e Yair sarebbe ora andato negli Stati Uniti per non essere accusato di fomentare le tensioni; non twitta dal 28 marzo.
Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e sua moglie Sara avrebbero chiesto al figlio maggiore Yair di smettere di postare sui social media e di non parlare direttamente con i parlamentari o i ministri, in seguito alle accuse a lui rivolte di infiammare le tensioni in Israele e di esacerbare la frattura diplomatica con gli Stati Uniti.
Queste notizie giungono insieme a speculazioni sul motivo per cui Yair Netanyahu, che normalmente twitta decine di volte al giorno – in gran parte attacchi feroci contro quelli che considera nemici di suo padre – non si è visto su Twitter dal 28 marzo.
Un rapporto sul sito Internet Walla, citando tre fonti di destra vicine alla famiglia, ha affermato che il Primo Ministro e sua moglie hanno detto a Yair che stava facendo danni e gli hanno chiesto di “calmarsi” e di mantenere un basso profilo sui social media. Walla ha detto che la richiesta ha scatenato un grave conflitto, e un’altra fonte l’ha definita “un’esplosione”.
Secondo questo stesso rapporto, Yair è volato negli Stati Uniti all’inizio di questa settimana e si prevede che vi rimarrà per diversi mesi. Un portavoce della famiglia ha smentito la notizia. “Basta con questi attacchi a Yair Netanyahu. L’intero rapporto Walla è una grande e vile menzogna”.
Più tardi, giovedì, Channel 12 News ha riferito che il Primo Ministro ha anche ordinato a suo figlio di smettere di contattare vari ministri del Governo e politici del Likud. La rete ha detto che Yair aveva incoraggiato i funzionari del Likud ad assumere posizioni dure sulla revisione giudiziaria, proprio quando il Primo Ministro stava cercando un compromesso e si stava preparando ad annunciare una pausa nell’iter legislativo.
La famiglia Netanyahu ha denunciato anche il servizio televisivo di Channel 12 come “una vile menzogna”.
Il giovane Netanyahu è noto per le sue opinioni di estrema destra e per la sua presenza combattiva sui social media, che lo ha portato in tribunale in diverse occasioni. Il suo protagonismo pubblico è aumentato in seguito a notizie secondo cui egli avrebbe influenzato le politiche del padre, in particolare per quanto riguarda il controverso piano di revisione del sistema giudiziario.
Non ha twittato da quando suo padre ha annunciato una pausa della revisione giudiziaria per consentire il dialogo.
Due giorni dopo, un tribunale gli ha ordinato di pagare decine di migliaia di shekel di danni alla ex parlamentare laburista Stav Shaffir, avendo perso una causa per diffamazione per una serie di tweet offensivi.
All’inizio di marzo, è apparso in tribunale per affrontare una causa per diffamazione intentata da una giovane donna che sostiene di essere stata sottoposta a molestie sessuali dopo che lui aveva twittato una sua foto che, secondo lei, insinuava che fosse l’amante del leader del partito di Unità Nazionale Benny Gantz.
Yair ha paragonato i manifestanti contro la controversa revisione giudiziaria ai paramilitari della Sturmabteilung, o SA, dei nazisti.
Ha anche affermato che gli Stati Uniti stanno finanziando le proteste contro il governo, un’accusa strenuamente negata da Washington. (Un “alto funzionario” vicino al Primo Ministro stesso ha fatto un’affermazione simile il mese scorso).
Dopo che, in una recente protesta, i manifestanti hanno bloccato un’autostrada importante a Tel Aviv, Yair Netanyahu ha accusato i vertici della polizia di fare parte di una “ribellione”.
Ha anche affermato che l’agenzia di sicurezza Shin Bet era coinvolta in un “colpo di stato” contro il premier, prima di cancellare successivamente il post su Twitter. In un altro tweet recente, anch’esso cancellato, ha definito “terroristi” i manifestanti che hanno circondato un salone di Tel Aviv dove sua madre si stava facendo sistemare i capelli.
A dicembre sembrava anche indicare che i procuratori “traditori” avrebbero dovuto subire la pena di morte per aver sporto denuncia contro suo padre.
Il Primo Ministro ha raramente criticato suo figlio pubblicamente. Nell’ultimo caso, ha detto solo che “non era d’accordo” con i suoi commenti.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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