Una squadra della morte israeliana uccide quattro persone a Jenin

di Maureen Clare Murphy,  

The Electronic Intifada, 16 marzo 2023. 

Il funerale di un palestinese ucciso durante un raid israeliano nella città cisgiordana di Jenin, il 16 marzo. APA Images

Giovedì pomeriggio, le forze di occupazione israeliane hanno ucciso quattro palestinesi, tra cui un minore, durante un raid diurno nel centro di Jenin, città della Cisgiordania settentrionale.

I video registrati da testimoni oculari e dai sistemi di sicurezza sembrano mostrare che forze israeliane in incognito hanno eliminato in modo extragiudiziale almeno una delle persone uccise durante il raid.

Tra gli uccisi c’era anche Nidal Khazem, un comandante di campo di 28 anni della fazione di resistenza Jihad Islamica.

Il combattente ucciso era il cugino di Raed Khazem, che era stato a sua volta ucciso in una sparatoria con la polizia a Jaffa, poche ore dopo aver sparato mortalmente a due israeliani nella movimentata Dizengoff Street di Tel Aviv, in uno dei vari attacchi mortali avvenuti in Israele circa un anno fa. Un terzo israeliano era poi morto per le ferite riportate.

Il giorno dopo l’uccisione di Raed Khazem, il 9 aprile 2022, Ahmad Naser al-Saadi, comandante di campo della Jihad Islamica, fu ucciso dalle forze israeliane durante un raid punitivo di demolizione di una casa a Jenin appartenente alla famiglia di Raed Khazem.

Nel settembre dello scorso anno, il fratello di Raed Khazem, Abdelrahman, è stato ucciso a Jenin in un’apparente esecuzione extragiudiziale.

Le Brigate Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno dichiarato che Yousif Salih Shrayim, anch’egli ucciso durante il raid di giovedì, era uno dei comandanti delle Brigate.

Gli altri palestinesi uccisi sono stati identificati dal ministero della Sanità palestinese come Omar Awadin, 14 anni, e Luay al-Zughayir, 37 anni.

Defense for Children International-Palestine ha dichiarato che Omar Awadin è stato colpito da forze sotto copertura mentre viaggiava in moto vicino al negozio dei suoi genitori.

Lo stesso gruppo per i diritti ha dichiarato in un rapporto preliminare che due auto civili sono entrate nel centro di Jenin intorno alle 15:00 “e, senza preavviso, almeno cinque appartenenti alle forze speciali israeliane sotto copertura, in abiti borghesi, sono usciti dalle auto e hanno iniziato a sparare munizioni vere verso due giovani palestinesi su una motocicletta”.

Defense for Children International-Palestine ha aggiunto che “le forze speciali israeliane hanno colpito uno alla testa e l’altro alla schiena, e hanno continuato a inseguire e a sparare contro quello colpito alla schiena, appunto Omar che è morto per uno di questi proiettili alla schiena”.

Secondo lo stesso gruppo per i diritti, Omar Awadin è il 16° minore palestinese ucciso dalla polizia, dai soldati o dai coloni israeliani in Cisgiordania in questo primo scorcio dell’anno. Nello stesso periodo, un giovane di Gaza è morto per le ferite riportate in un attacco israeliano lo scorso agosto.

Il ministero della Sanità dell’Autorità Palestinese ha dichiarato che 12 persone sono state ferite da proiettili veri durante il raid di giovedì, di cui quattro in modo grave.

Esecuzione extragiudiziale

Il video del raid sembra mostrare forze israeliane armate in abiti civili che salgono su una berlina argentata mentre risuonano gli spari e un uomo prono giace sulla strada accanto a una moto.

Un altro video, registrato dall’interno della casa di qualcuno, mostra un altro uomo disteso a terra vicino a una motocicletta. La clip di quattro secondi sembra mostrare le forze israeliane che corrono verso l’uomo prono e gli sparano direttamente alla testa con una pistola.

Il quotidiano di Tel Aviv Haaretz haaffermato che il video mostra le forze israeliane che sparano a Nidal Khazem alla testa mentre giace prono e disarmato per “esser sicuri che fosse morto”.

I filmati delle telecamere di sicurezza registrati all’interno di una gioielleria mostrano uomini armati israeliani travestiti da civili che irrompono nel vivace centro commerciale, mentre i palestinesi che vivono la loro normale giornata fuggono in preda al panico.

Altri filmati mostrano palestinesi che circondano e lanciano oggetti contro il veicolo civile su cui viaggiavano le forze sotto copertura, prima di essere dispersi dagli spari.

Un altro filmato mostra il veicolo trainato dai militari mentre le forze di occupazione si ritirano da Jenin.

Sebbene le forze sotto copertura abbiano portato a termine il loro compito mortale, questa caotica partenza da Jenin suggerisce che non tutto è andato secondo i piani.

Raid sempre più fatali

Un tempo rare, le incursioni diurne che hanno provocato diverse vittime palestinesi in aree sotto il controllo dell’Autorità Palestinese stanno diventando un evento sempre più frequente, in particolare nel nord della Cisgiordania.

Secondo Al Jazeera, l’anno scorso più di 170 palestinesi sono morti durante le incursioni, in genere prima dell’alba, in Cisgiordania.

I raid diurni di Israele si stanno rivelando ancora più letali, poiché i passanti palestinesi vengono colpiti dal fuoco indiscriminato delle forze israeliane.

Un’analisi in 3D pubblicata dal Washington Post mostra che le truppe israeliane hanno sparato contro un gruppo di civili a Nablus il mese scorso, uccidendo un ragazzo di 16 anni e un pensionato di 65 anni vicino a una moschea e a una clinica.

Un totale di 11 palestinesi sono stati uccisi durante l’incursione del 22 febbraio che, a quanto pare, aveva lo scopo di arrestare o uccidere i membri della Tana dei Leoni, un gruppo armato di recente formazione con sede nella città settentrionale della Cisgiordania.

Secondo un funzionario ONU, l’incursione israeliana a Nablus del mese scorso è stata la singola operazione militare più letale in Cisgiordania da quando le Nazioni Unite hanno iniziato a registrare i dati nel 2005.

I leader israeliani sembrano essere consapevoli che i pretesti per le loro incursioni mortali non sono credibili e che attacchi come quello del mese scorso a Nablus e quello di giovedì a Jenin non fanno altro che aumentare la violenza e rendere gli israeliani meno sicuri.

In seguito al raid su Nablus, le autorità israeliane si sarebbero preparate “a possibili effetti a catena dell’operazione, come attacchi terroristici di vendetta in Cisgiordania, a Gerusalemme e all’interno di Israele o il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza”, secondo il Jerusalem Post.

Secondo alcuni osservatori, il nuovo governo di estrema destra di Tel Aviv potrebbe essere deliberatamente alla ricerca di un’escalation di violenza per avere un pretesto per attuare i suoi obiettivi di annettere formalmente le terre della Cisgiordania e consolidare ulteriormente il suo dominio coloniale e di apartheid.

Israele potrebbe anche terrorizzare deliberatamente le popolazioni civili di Jenin e Nablus nel tentativo di renderle ostili a una rinascita della resistenza armata in quelle città, una strategia che Tel Aviv ha provato a Gaza senza successo, ma a caro prezzo per gli oltre due milioni di palestinesi che vivono nel territorio assediato.

Alla fine, Israele potrebbe riuscire soltanto a mettere la gente contro l’Autorità Palestinese sostenuta dall’Occidente, dato che si è dimostrata totalmente incapace di evitare incursioni sempre più letali nel cuore delle città palestinesi.

Khaled Elgindy, analista del Middle East Institute, un gruppo di ricerca di Washington finanziato dagli Emirati Arabi Uniti e dalla compagnia petrolifera statale saudita Aramco, sottolinea che “secondo un nuovo sondaggio, per la prima volta la maggioranza dei palestinesi è favorevole allo scioglimento dell’Autorità Palestinese”.

Nel frattempo, l’Autorità Palestinese ha intensificato la propria repressione, in seguito a un recente accordo mediato dagli Stati Uniti, che impone a Ramallah di collaborare con Israele per “de-escalare” la situazione in Cisgiordania e “per prevenire ulteriori violenze”.

Il gruppo Avvocati per la Giustizia ha rilevato martedì un aumento degli arresti arbitrari da parte delle forze di sicurezza palestinesi in Cisgiordania.

Alcuni palestinesi sono stati arrestati per aver partecipato al funerale di Abdulfattah Khrousheh, ucciso dalle forze israeliane a Jenin il 7 marzo, in quella che potrebbe essere un’esecuzione extragiudiziale. Khrousheh era accusato da Israele di aver sparato e ucciso due coloni israeliani a Huwwara, vicino a Nablus, a fine febbraio.

La polizia dell’Autorità Palestinese ha assalito il corteo funebre di Khrousheh con bombole di gas lacrimogeno e ha usato la forza per disperdere i fedeli, causando la caduta del cadavere dell’uomo, ha riferito il Centro Palestinese per i Diritti Umani.

La scena ha ricordato l’assalto della polizia israeliana ai funerali di Gerusalemme di Shireen Abu Akleh, la leggendaria corrispondente di Al Jazeera uccisa da un cecchino dell’esercito israeliano durante un raid a Jenin nel maggio dello scorso anno.

La polizia, i soldati e i civili armati israeliani hanno ucciso più di 200 palestinesi lo scorso anno.

Nei primi due mesi e mezzo del 2023, quasi la metà di questo numero è stato ucciso, con un totale di 86 vittime palestinesi per mano delle forze israeliane.

Quindici israeliani e cittadini stranieri sono stati uccisi dai palestinesi nello stesso periodo, o sono morti per le ferite riportate in precedenza; tutti i decessi, tranne uno, sono avvenuti in Cisgiordania.

https://electronicintifada.net/blogs/maureen-clare-murphy/israeli-death-squad-kills-four-jenin

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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