Israele uccide sei persone in un altro raid a Jenin

di Maureen Clare Murphy,  

The Electronic Intifada, 7 marzo 2023. 

Fumo che esce da un’abitazione durante un raid dell’esercito israeliano a Jenin il 7 marzo. Ahmed IbrahimAPA images

Le forze di occupazione israeliane hanno ucciso almeno sei palestinesi martedì 7 marzo, durante un raid diurno nella città di Jenin, nel nord della Cisgiordania,. Altre undici persone sono rimaste ferite, due in modo grave, secondo il Ministero della Sanità palestinese.

Sembra che Israele abbia utilizzato la procedura della “pentola a pressione” durante l’incursione, una forma di esecuzione extragiudiziale in cui le forze di occupazione sparano armi progressivamente più potenti contro un edificio preso di mira, nel tentativo di costringere le persone all’interno ad arrendersi. Se si rifiutano di farlo, l’esercito demolisce l’edificio, uccidendo tutti coloro che si trovano all’interno. Questa procedura è stata utilizzata durante un’incursione a Nablus il mese scorso. Undici Palestinesi sono stati uccisi durante quell’incursione diurna nella città settentrionale della Cisgiordania.

Durante l’incursione di martedì a Jenin, le forze di occupazione hanno sparato missili anticarro contro un edificio in cui Israele sostiene che si nascondessero combattenti armati di Hamas. Un filmato del raid mostra il fumo che si alza da un edificio. Un altro filmato e alcune foto mostrano l’interno di una casa distrutta dagli attacchi israeliani:

Le autorità israeliane hanno detto che l’esercito ha fatto irruzione a Jenin per catturare Abdulfattah Hussein Khrousheh, che secondo loro ha sparato e ucciso due fratelli israeliani a Huwwara, una città vicino a Nablus, il 26 febbraio. Khrousheh è stato ucciso durante il raid di Jenin. Due dei suoi figli sono stati arrestati nel campo profughi di Askar, vicino a Nablus, durante un raid concomitante in cui le forze di occupazione hanno sparato missili contro una casa.

Oltre a Khrousheh, durante l’incursione a Jenin, le forze israeliane hanno ucciso Muhammad Wael Ghazawi, 26 anni, Tariq Ziyad Mustafa Natour, 27 anni, Ziyad Amin Zuraini, 29 anni, Mutasim Nasser Sabbagh, 22 anni, e Muhammad Ahmad Salim Khalouf, 22 anni. Due agenti dell’unità ‘antiterrorismo’ Yamam della polizia israeliana sono stati feriti durante uno scontro a fuoco che ha avuto luogo durante l’incursione.

L’incursione israeliana di martedì a Jenin è la quarta incursione diurna con diverse vittime di quest’anno in una città palestinese. Un totale di 31 Palestinesi sono stati uccisi durante questi raid, due dei quali si sono verificati a Jenin. Questi decessi rappresentano quasi la metà degli oltre 70 palestinesi uccisi da soldati, polizia e coloni israeliani dall’inizio di gennaio.

Centinaia di coloni hanno preso d’assalto Huwwara, alcune ore dopo la morte per sparatoria di due fratelli israeliani e hanno dato fuoco a case e veicoli palestinesi. Un uomo palestinese è stato colpito e ucciso durante la furia del 26 febbraio. Huwwara è stata nuovamente attaccata lunedì sera, mentre i coloni israeliani celebravano il Purim.

Il timbro di approvazione degli Stati Uniti

A Washington, martedì, il Segretario di Stato Antony Blinken ha incontrato il consigliere per la sicurezza nazionale di Israele, Tzachi Hanegbi, per ribadire “l’impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele e l’importanza di ripristinare la calma e di smorzare le tensioni in Israele e in Cisgiordania”.

Ma mentre sembrava che cercasse di arrestare la pericolosa escalation in Cisgiordania, l’amministrazione Biden ha appoggiato l’ultimo raid mortale a Jenin. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price, ha detto martedì che Israele ha il “legittimo diritto di difendere il suo popolo e il suo territorio da ogni forma di aggressione, comprese quelle provenienti da gruppi terroristici”. Non è chiaro se Price intendesse suggerire che la Cisgiordania, occupata da Israele, è “il suo territorio”. Price non ha detto che anche i palestinesi hanno il diritto di autodifesa contro un’occupazione militare che serve a proteggere i coloni che vivono su terre rubate ai palestinesi.

Ma come sottolinea Marwan Bishara, analista di Al Jazeera, le incursioni nelle città palestinesi non elimineranno la resistenza contro Israele. “L’idea che si possa controllare Jenin semplicemente usando ancor più violenza si è dimostrata sbagliata nel corso degli anni e dei decenni”, ha detto Bishara martedì. “I campi profughi e le città che gli israeliani attaccano di più, e dove uccidono di più, sono diventate le icone più importanti della resistenza palestinese.”

Nell’aprile 2002, al culmine della seconda Intifada, Israele perpetrò un massacro a Jenin provocando la morte di oltre 50 palestinesi, la metà dei quali civili, secondo un’indagine delle Nazioni Unite.

Rinascita della resistenza

Più recentemente, Jenin è stata oggetto di incursioni quasi quotidiane, che hanno provocato decine di vittime, a seguito di una serie di attacchi mortali in Israele lo scorso marzo, molti dei quali erano stati compiuti da palestinesi della Cisgiordania settentrionale.

Anche Nablus è emersa come punto di rinascita della resistenza armata. Il mese scorso, la città ha subito l’operazione israeliana più letale in Cisgiordania da quando le Nazioni Unite hanno iniziato a raccogliere i dati nel 2005.

Israele ha anche ripetutamente fatto irruzione e assediato quest’anno il campo profughi di Aqabat Jabr, vicino a Gerico, nella Valle del Giordano della Cisgiordania, prendendo di mira un gruppo di combattenti. Le autorità di occupazione hanno fatto di nuovo irruzione nel campo lunedì per preparare la demolizione di una casa appartenente alla famiglia di un palestinese detenuto che, secondo Israele, ha sparato e ucciso un cittadino americano-israeliano in Cisgiordania il mese scorso.

Diverse case palestinesi sono già state sigillate o distrutte a scopo punitivo quest’anno. Tre palestinesi sono morti per le ferite riportate durante un raid di demolizione punitiva di una casa nel villaggio di Kafr Dan, vicino a Jenin, all’inizio di gennaio.

Le demolizioni punitive di case sono una forma di punizione collettiva –un crimine di guerra contro i palestinesi che vivono sotto l’occupazione militare israeliana– che però è stata più volte approvata dall’Alta Corte di Israele. Mentre Israele sostiene, di fronte al suo pubblico e all’opinione internazionale, che lo scopo di queste incursioni mortali è quello di proteggere gli israeliani, i funzionari governativi sanno bene che ottengono l’esatto contrario.

Ore dopo l’attacco israeliano a Jenin, le forze israeliane a Gerusalemme sono entrate in stato di massima allerta in previsione di una violenta rappresaglia da parte dei palestinesi.

Ali Abunimah ha contribuito con relazioni e analisi.

https://electronicintifada.net/blogs/maureen-clare-murphy/israel-kills-six-jenin-raid

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

.

Lascia un commento