di Akiva Eldar,
Haaretz, 13 febbraio 2023.
Come farà l’Occidente a spiegare il motivo per cui Israele sta sviluppando (secondo fonti straniere) armi nucleari? Dirà che Israele è l’unica democrazia in Medio Oriente?
La faccia tosta degli americani! Come può il loro Segretario di Stato Antony Blinken permettersi di interferire negli affari interni di un Paese democratico? Chi si crede di essere, quando fa la predica a un leader israeliano che è stato eletto in un’elezione democratica? Qualcuno può anche solo concepire che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu osi interferire in un’elezione statunitense? Oh, scusate, un cattivo esempio. Chiedete all’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Anche il Presidente francese Emmanuel Macron ha improvvisamente qualcosa da dire sulle decisioni di funzionari eletti in Israele. Prima di ficcare il naso nei nostri affari, dovrebbe occuparsi dei Paesi dell’Unione Europea. L’Ungheria, per esempio. Ops, un altro cattivo esempio: tre mesi fa l’UE ha deciso di congelare una sovvenzione di 7,5 milioni di euro all’Ungheria (pari al 5% del PIL del Paese), perché l’Ungheria si è trasformata da una democrazia a una “autocrazia eletta”. Ne ha sentito parlare il Kohelet Policy Forum?
I commenti di condanna per il cambio di regime di Israele espressi dai leader dei Paesi che si definiscono “amici di Israele” sono troppo pochi e forse ormai troppo tardivi. I discorsi e le proteste non fermeranno la famiglia criminale che si è impadronita della Knesset e del Governo, dirigendosi contro la Corte Suprema di Israele, le casse pubbliche e i media indipendenti. La cassetta degli attrezzi per la sicurezza diplomatica ed economica degli Stati Uniti e dell’Unione Europea è piena di mezzi di persuasione efficaci. Questo è il momento di usarli.
L’ex Presidente degli Stati Uniti George Bush senior chiese a Israele di scegliere tra gli insediamenti e l’assistenza americana. Il Presidente Joe Biden dovrebbe chiedere a Israele di scegliere tra la dittatura e gli aiuti americani. Il sito web del Dipartimento di Stato americano annuncia a caratteri cubitali che “Americani e israeliani sono uniti nel comune impegno per la democrazia”. Ve ne siete pentiti? Non volete che interferiamo negli atti indecenti che state perpetrando nella vostra democrazia. Bene. La prossima volta che l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) chiederà a Israele di firmare il Trattato di Non Proliferazione delle Armi Nucleari, i rappresentanti degli Stati Uniti e dell’Europa, che di solito respingono questa richiesta, si precipiteranno nei bagni.
Altrimenti, come potrebbero spiegare il fatto che Israele sta sviluppando armi nucleari senza interferenze e senza supervisione (secondo fonti straniere, ovviamente)? Dicendo che Israele è l’unica democrazia in Medio Oriente? Che il suo governo è sotto la supervisione della Camera dei Rappresentanti e della Corte Suprema? Che i religiosi messianici non stanno requisendo le sfere dell’istruzione e della cultura? Insistendo sull’eliminazione dell’Alta Corte di Giustizia, la principale lavanderia dell’impresa di insediamento? Nessun problema. Allora, quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite voterà le sanzioni contro Israele per il regime di apartheid nei Territori, l’ambasciatore degli Stati Uniti all’ONU dimenticherà di usare l’arma del veto.
E anche l’Europa non fa il suo dovere se si limita a dei rimproveri. All’inizio del sito web dell’Unione Europea si legge che l’Accordo di Associazione Israele-UE del 2000, che costituisce la base legale per le relazioni tra l’Unione Europea e Israele, stabilisce, come componente fondamentale, il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. Una deviazione dai principi della separazione dei poteri, dell’indipendenza dei tribunali e della tutela dei diritti delle minoranze, costituisce una violazione dell’accordo.
Stando così le cose, l’UE ha la possibilità, anzi l’obbligo, di sospendere i contratti basati sull’Accordo di Associazione. Senza democrazia non ci può essere l’accordo di libero scambio (che rappresenta circa un terzo del commercio totale di Israele) e senza separazione dei poteri vi potete dimenticare il programma Erasmus+ dell’UE per sostenere l’istruzione e la formazione, o le sovvenzioni per la ricerca e lo sviluppo tecnologico.
Nella Dichiarazione di Indipendenza di Israele si dice: “Facciamo appello alle Nazioni Unite affinché assistano il popolo ebraico nella costruzione del suo Stato e ammettano Israele nella famiglia delle nazioni”. I veri amici di Israele non possono restare in disparte quando il male all’interno della nazione ebraica tenta di distruggerla e di gettarla nella famiglia degli stati paria.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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