di Philip Weiss,
Mondoweiss, 9 febbraio 2023.
Danny Ayalon, un vigoroso sostenitore di Israele ed ex ambasciatore negli Stati Uniti, si dice preoccupato per la crescita dell’antisionismo ebraico negli Stati Uniti. Non ci deve essere “nessuna distanza” tra gli ebrei statunitensi e Israele, ha avvertito; e agli ebrei antisionisti che si schierano “automaticamente con i palestinesi, che sono finora i nostri nemici mortali” dovrebbe essere “cacciato in testa” un po’ di buonsenso .
Cos’è che non capiscono? Che la terra appartiene agli ebrei, anche se altri hanno “messo in discussione” questa rivendicazione, ha spiegato Ayalon. E il sionismo e l’ebraismo sono la stessa cosa, quindi l’antisionismo è antisemitismo.
Ayalon ha fatto questi commenti anti-palestinesi quando il Jewish Broadcasting Service del 23 gennaio gli ha chiesto come sarà in futuro la relazione tra gli ebrei americani e Israele. Ha risposto:
“A mio parere, non dovrebbe esserci alcuna distanza tra gli ebrei d’oltreoceano e Israele stesso. Non solo abbiamo un passato e un’eredità comuni, ma anche una destinazione e un futuro comuni. Credo che tutti dovrebbero capirlo dalla nostra storia. Non devo dilungarmi troppo. È del tutto legittimo discutere e avere opinioni diverse; dopo tutto, siamo tutti ebrei, tutti dovrebbero avere le loro opinioni.
La mia preoccupazione è che ci siano alcuni gruppi, soprattutto negli Stati Uniti, che mettono in discussione la legittimità stessa dello Stato ebraico e del sionismo. E secondo me, coloro che dicono di non essere antisemiti ma solo antisionisti, ritengo che usino un paravento e cerchino di fare un depistaggio. Perché non vedo alcuna differenza tra sionismo ed ebraismo. Tutti gli ebrei nella Haggadah chiedono ‘L’anno prossimo a Gerusalemme’ [popolare preghiera cantata, NdT]. Questo è il sionismo.
È vero che la terra che è nostra è stata messa in discussione da altri. Ma dobbiamo ricordare che nei 2000 anni del nostro lungo esilio, nessuno ha rivendicato quella terra. Erano tutti occupanti. Gerusalemme non è mai stata la capitale di nessun altro popolo. Quindi le nostre ragioni sono le più forti.
Inoltre, gli ebrei di tutto il mondo, purtroppo, sono stati per troppo tempo preda dei capricci dei più vari furfanti, delinquenti o governi estremi. Quindi abbiamo bisogno di un rifugio. E il fatto che Israele sia così forte e orgoglioso credo che renda orgogliosi e forti gli ebrei di tutto il mondo. Guarda… uno dei compiti principali di ogni ambasciata di Israele nel mondo (oggi ne abbiamo 105)… è anche quello di assicurarsi che gli ebrei siano protetti nella loro giurisdizione, nel Paese che li ospita… [e di sostenere le leggi] contro l’antisemitismo o il razzismo…
Quindi è qui che sono un po’ contrariato, quando vedo gruppi che mettono in discussione la legittimità stessa dello Stato, che si schierano automaticamente con i palestinesi, che sono finora i nostri nemici mortali. E coloro che incolpano Israele per l’impasse del processo politico con i palestinesi … questo è qualcosa che va oltre la mia comprensione, e vorrei che si infilasse in testa a forza un po’ di buon senso in coloro che sono automaticamente contro Israele.
Oggi Ayalon e un suo coautore hanno pubblicato su Haaretz un fervente appello agli ebrei americani, in cui affermano che nessun ebreo dovrebbe fare pressioni sul governo degli Stati Uniti perché sia più critico nei confronti di Israele. L’articolo caratterizza l’organizzazione sionista liberale J Street e “gruppi simili” come “pericolosi”.
Il consiglio di Ayalon agli ebrei americani ricorda l’esortazione fatta nel 2016 da Dennis Ross agli ebrei di una sinagoga di New York di non schierarsi con i palestinesi. “Non dobbiamo essere sostenitori dei palestinesi. Dobbiamo essere sostenitori di Israele”. E pensare che Ross è stato a lungo un funzionario governativo responsabile dei negoziati tra Israele e Palestina!
Nell’intervista rilasciata al Jewish Broadcasting Service, Ayalon ha detto che, in quanto difensore di Israele nell’arena internazionale, ritiene che gli sforzi palestinesi per perseguire penalmente Israele per violazioni del diritto internazionale siano “pericolosi” quanto il “terrore”.
Oggi sappiamo che la guerra politica e legale che i palestinesi stanno conducendo contro Israele è, a mio avviso, pericolosa quanto il terrore e altre campagne, militari ed economiche”.
In quella stessa occasione, Ayalon ha criticato il governo Netanyahu per aver cercato di sminuire i poteri della Corte Suprema. Ha detto che il sistema giudiziario israeliano gode del rispetto internazionale e ha agito come una “Iron Dome” [Cupola di Ferro] contro gli interventi esterni. “Israele ha sempre sostenuto, e giustamente, che siamo una democrazia, siamo sovrani nel nostro Stato, siamo abbastanza capaci di indagare su noi stessi”. (Si potrebbe pensare che questa facciata legalitaria si sia incrinata con l’incessante massacro di Palestinesi, e anche di Palestinesi-Americani, tra cui Omar Assad e la giornalista Shireen Abu Akleh.)
Ayalon ha ridicolizzato le preoccupazioni americane riguardo all’esistenza di razzisti palesemente anti-palestinesi nel nuovo governo israeliano. “Rimanete con noi, abbiate un po’ di pazienza, cercate di resistere. Siamo una democrazia molto vivace, come dimostrano tutte le persone che escono liberamente per le strade”.
Ha esortato gli ebrei americani a “fare aliyah” [immigrare] nel Paese e quindi ad avere il diritto di voto (cosa negata a milioni di palestinesi che pure sono nati lì). O semplicemente a visitarlo. “Non siete obbligati a incontrare [i ministri Itamar] Ben Gvir e [Bezalel] Smotrich se non vi piace. Ma ce ne sono molti altri”.
Ayalon ha detto che quando Ariel Sharon – “il grande Arik Sharon” – è diventato Ministro degli Alloggi, nonostante fosse responsabile del massacro di Sabra e Shatila a Beirut nel 1982, è stato evitato anche a livello internazionale. “Non è stato invitato da nessuno a Washington. E il cielo non è caduto. E nemmeno Arik Sharon.
Il giornalista Shahar Azani ha chiesto ad Ayalon di rispondere alla richiesta dell’editorialista del New York Times Tom Friedman che l’Amministrazione Biden intervenga nella politica israeliana per cercare di fermare le riforme giudiziarie.
“Penso che sia una richiesta davvero oltraggiosa, penso che sia una richiesta pericolosa. E qualsiasi intervento si ritorcerà contro quelli che ora manifestano in Israele. Israele è un Paese orgoglioso e sovrano che non tollererà alcun intervento dall’esterno. “
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
Inutile aggiugere che: Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.
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