di Karim Younis,
badil.org, 5 Gennaio 2023.
Alla mia mamma e al mio papà,
So che la mia prigionia vi ha angosciati, trovo consolazione nella vostra determinazione per una Palestina che si merita il nostro sacrificio. Nessun momento è mai stato così doloroso come quando mi è stato impedito di dirvi addio e partecipare al vostro funerale. Ma voglio che sappiate che questi quarant’anni di prigione israeliana non mi hanno sconfitto. Ho la dignità che hai sempre desiderato per me, Padre. Ho conservato la mia umanità di combattente per la Palestina libera, Madre. Oggi torno a cantare l’inno nazionale con il mio popolo, ovunque, l’inno della lotta per il ritorno e per la liberazione.
Mamma e papà, che le vostre anime riposino in pace.
Al mio resistente popolo palestinese in Palestina ed in esilio, al mio popolo che mi è stato vicino durante i quarant’anni di prigionia e mi ha dato la forza e la speranza necessarie per conservare la mia dignità. Al mio popolo che non ha mancato di abbracciare, proteggere, sostenere e mantenere il suo voto di liberazione ai martiri e ai combattenti per la libertà.
Al mio popolo dico: Eccomi, appesantito da quarant’anni di prigionia, con qualche capello grigio e molte malattie, ma con tutta la dedizione per continuare il cammino di liberazione con dignità e determinazione. Non ho provato alcuna felicità quando il tribunale israeliano ha ridotto la mia condanna a morte in ergastolo, perché sapevo che l’apparato di oppressione israeliano avrebbe continuato a uccidermi ogni giorno. E quando la mia condanna all’ergastolo è stata ridotta a quarant’anni, non ho gioito, non solo perché non vedevo alcuna differenza tra una condanna all’ergastolo e quarant’anni, ma anche perché sapevo che c’erano centinaia di prigionieri condannati all’ergastolo dall’organo giudiziario che continua ad essere uno dei principali pilastri del regime di coloniale israeliano di apartheid.
Figli e figlie del mio popolo, non ho alcun risentimento nei vostri confronti, se dite che è una vergogna che i partiti politici palestinesi e i movimenti internazionali per i diritti umani rimangono inerti mentre i nostri prigionieri politici trascorrono anni nelle carceri israeliane. Ma ora che ho lasciato la mia cella, voglio rassicurarvi che noi, combattenti per la libertà, eravamo e siamo ancora orgogliosi di voi. Siamo orgogliosi del nostro popolo ovunque si trovi, sia in patria che in esilio. Voi siete la causa palestinese e la nostra fonte di speranza. Voi date forza alla nostra resistenza. Siete lo scopo e l’essenza della nostra lotta. O figli e figlie, i prigionieri politici palestinesi sono sul punto di dover affrontare una nuova campagna di repressione da parte di Israele. Contano su di voi, quindi siate il loro sostegno e la loro spina dorsale come lo siete sempre stati.
Alla leadership palestinese, ai partiti e ai movimenti palestinesi, compresi quelli attivi nella Palestina del 1948, dico:
I combattenti palestinesi nelle carceri israeliane non pagano solo con la vita. Ogni giorno che passa, un pezzo della loro vita viene loro rubato, la speranza viene loro tolta, un loro sogno viene infranto. Ogni giorno che passa semina dolore e li lascia feriti in eterno. La leadership, più di chiunque altro, deve ricordare che i prigionieri politici palestinesi non hanno deluso nessuno, e anche voi non dovete deluderli. Sì, la lotta richiede sacrificio, ma non è necessario che ci sia un altro Karim Younus. I combattenti per la libertà non devono essere lasciati in prigione per venti, trenta o quarant’anni. Sappiamo tutti che se non fosse per quei prigionieri, il nostro popolo non avrebbe voce né dignità, e nemmeno la leadership avrebbe uno status o alcun rispetto. Mettete fine alla divisione, ripristinate l’unità del nostro popolo in tutta la Palestina e in esilio, e ripristinate la convinzione a lottare per la liberazione.
Ai popoli liberi del mondo e ai combattenti per la libertà di ogni terra,
I movimenti per la liberazione dei popoli e per l’indipendenza, la fine dell’oppressione coloniale e l’affermazione della dignità umana, dei diritti umani, dell’uguaglianza, della giustizia, dei diritti delle donne e dei diritti dei popoli indigeni e delle minoranze, oltre a molte altre cause, meritano resistenza, tenacia e perseveranza. Ma ricordate che la causa palestinese merita un’attenzione particolare, perché il popolo palestinese ha a che fare con potenze internazionali, complici dei crimini di colonizzazione, apartheid, oppressione e ingiustizia perpetrati dal regime israeliano in Palestina. Alzate forte la voce: libertà, libertà per la Palestina.
Ai paesi del mondo e agli organismi internazionali,
Se gli Stati applicassero un decimo di quanto dichiarato nelle centinaia di trattati sui diritti umani che sono stati firmati, il mondo sarebbe diverso. È lecito tacere sull’uccisione del nostro popolo nelle strade? È lecito che Israele etichetti i combattenti per la libertà palestinesi come terroristi? È lecito equiparare il colonizzato al colonizzatore ed accontentarsi di vuoti appelli alla pace? Nelle carceri israeliane – cimiteri dei vivi – persone innocenti sono detenute arbitrariamente in regime di amministrazione amministrativa, mentre altre subiscono ingiuste condanne ad una morte lenta. La comunità internazionale deve fare più che rilasciare dichiarazioni di condanna e redigere rapporti. Il mondo deve intervenire per proteggere il nostro popolo dall’oppressione del regime coloniale di apartheid israeliano. Il mondo deve intervenire per porre fine alla detenzione amministrativa, per porre fine alle condanne ingiuste e per liberare i combattenti per la libertà.
Ai miei compagni combattenti per la libertà palestinese detenuti nelle carceri israeliane,
Anche se ho lasciato fisicamente la mia cella, il mio spirito rimane con voi. L’ho lasciato con coloro che hanno pagato con la vita per proteggere i diritti del nostro popolo. E’ rimasto con coloro che non si sono lasciati e non si lasceranno sconfiggere, con coloro che continueranno a sfidare gli oppressori, rinnovando la loro voglia di vivere e ispirando altri ad abbracciare il sole della libertà.
A tutti, io dico,
Poiché la libertà è il più sacro degli obiettivi, la Palestina merita tutti i nostri sacrifici. Sì, miei cari, la Palestina merita e voi altrettanto, combattenti per la libertà, meritate la libertà. Oggi non posso che promettervi che sarò una voce che invoca la vostra libertà, e che diffonderò la vostra voce il più possibile tra il nostro popolo, tra i suoi leader ed in tutto il mondo.