da: OCHA, Ufficio ONU per il Coordinamento degli Affari Umanitari,
Fact Sheet, 30 dicembre 2022.
Nel 2022 ricorrono i 20 anni dalla costruzione della Barriera israeliana, lunga 700 chilometri.
La barriera separa le comunità e i terreni agricoli palestinesi dal resto del territorio palestinese occupato, ostacola l’accesso ai luoghi di lavoro e ai servizi essenziali e trasforma la geografia, l’economia e la vita sociale. Coloro che possono attraversare la Barriera possono farlo solo con permessi speciali o altri accordi, che sono diventati sempre più restrittivi nel corso degli anni.
Nel 2004, la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che le sezioni della Barriera che corrono all’interno della Cisgiordania, così come il relativo regime di permessi e varchi, violano gli obblighi di Israele ai sensi del diritto internazionale e devono essere smantellate. A distanza di quasi vent’anni, questo non è affatto avvenuto.
Alla fine del 2022, vogliamo condividere una nuova scheda informativa, che mette in evidenza l’impatto umanitario della Barriera negli ultimi 20 anni.
Fatti principali
– Nel 2002, le autorità israeliane hanno iniziato a costruire una Barriera (o Muro) con l’obiettivo dichiarato di prevenire gli attacchi violenti dei palestinesi all’interno di Israele. La maggior parte del percorso della Barriera si trova all’interno della Cisgiordania, piuttosto che sulla Linea Verde stabilita nell’Armistizio del 1949. L’area tra la Linea Verde e la Barriera viene definita ‘Seam Zone’ [Zona di sutura].
– La Barriera è una delle tante restrizioni che Israele ha imposto ai Palestinesi dal 1967, che includono ostacoli fisici, vincoli burocratici come i requisiti per i permessi e la designazione di aree limitate o chiuse. La Barriera è costituita da muri di cemento, recinzioni, fossati, filo spinato, sentieri di sabbia, un sistema di monitoraggio elettronico, strade di pattugliamento, una zona cuscinetto e diversi posti di blocco militari.
– La lunghezza totale della Barriera (parte costruita + parte prevista) è di 713 km, più del doppio della lunghezza della Linea Verde. Circa il 65% del percorso approvato è stato completato.
– L’85% del percorso della Barriera si snoda all’interno della Cisgiordania. Se sarà terminata come previsto, isolerà il 9 percento del territorio della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.
– Settantuno insediamenti israeliani e oltre l’85 % della popolazione di coloni si trovano nella ‘Seam Zone’.
– Circa 150 comunità palestinesi che vivono nel resto della Cisgiordania hanno terreni agricoli situati nella ‘Seam Zone’, costringendo gli agricoltori a chiedere permessi speciali o il cosiddetto ‘coordinamento preventivo’ per accedere ai loro raccolti e ai loro pascoli.
– Gli agricoltori possono raggiungere i loro terreni solo attraverso 69 varchi designati, che sono controllati dalle autorità israeliane e in genere sono chiusi. La maggior parte dei varchi agricoli sono aperti solo nella stagione di raccolta delle olive (ottobre – novembre) per un limitato numero di ore al giorno.
– Circa 11.000 palestinesi che vivono nella ‘Seam Zone’ e che possiedono carte d’identità della Cisgiordania dipendono anche dalla concessione di permessi o di accordi speciali per vivere nelle loro case.
– I palestinesi con carta d’identità della Cisgiordania necessitano di permessi speciali da parte delle autorità israeliane per entrare a Gerusalemme Est; possono farlo attraverso quattro dei 14 checkpoint della Barriera.
– Il 21 giugno 2022, a seguito di una serie di attacchi in Israele, le autorità israeliane hanno iniziato a riparare e fortificare un tratto di 45 km della Barriera nella Cisgiordania settentrionale, sostituendo i segmenti in quella sezione, per impedire ai Palestinesi di entrare in Israele attraverso aperture non regolamentate.
ACCESSO AI TERRENI AGRICOLI ISOLATI DALLA BARRIERA
1. La maggior parte del percorso della Barriera si trova all’interno della Cisgiordania, separando le comunità palestinesi e i terreni agricoli della ‘Seam Zone’ dal resto della Cisgiordania e contribuendo alla frammentazione del Territorio palestinese occupato (oPT). L’inclusione degli insediamenti israeliani è il fattore più importante alla base della decisione del Governo israeliano di deviare il percorso della Barriera, allontanandolo dalla Linea Verde e inserendolo all’interno della Cisgiordania.
2. Nel suo parere consultivo del 2004, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha stabilito che le sezioni della Barriera che corrono all’interno della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, insieme al regime di permessi e cancelli associato, violano gli obblighi di Israele ai sensi del diritto internazionale. L’ICJ ha invitato le autorità israeliane a cessare la costruzione della Barriera, a smantellare le sezioni già completate e ad abrogare tutte le misure legislative relative alla Barriera.
3. La Barriera impedisce ai Palestinesi che vivono nella ‘Seam Zone’ di accedere ai loro luoghi di lavoro e ai servizi essenziali nel resto della Cisgiordania. Per continuare a vivere nelle loro case e per mantenere relazioni familiari e sociali con il resto della Cisgiordania, devono ottenere permessi o un ‘coordinamento preventivo’ e passare attraverso i posti di blocco della Barriera. Anche l’accesso dei fornitori di servizi a queste comunità, comprese le ambulanze e i vigili del fuoco, è ostacolato.
4. I mezzi di sussistenza di migliaia di famiglie che si basano sull’agricoltura sono stati compromessi a causa del regime di permessi e varchi, che impedisce agli agricoltori di accedere ai loro terreni agricoli e di pascolo nella ‘Seam Zone’. Le richieste di permesso vengono regolarmente respinte sulla base del fatto che gli agricoltori non sono riusciti a dimostrare il loro ‘legame con la terra’ in modo soddisfacente per le autorità israeliane, oltre a segnalare problemi di sicurezza. La chiusura quasi permanente di tutti i varchi agricoli, con limitate eccezioni, ha costretto i titolari di permessi a interrompere le coltivazioni o a passare da coltivazioni che richiedono alta intensità di lavoro a coltivazioni a pioggia che sono di valore inferiore.
5. Tra il 2014 e il 2021, il numero di permessi richiesti dai proprietari terrieri e dai lavoratori agricoli è diminuito del 77%. Questo calo è in gran parte attribuibile agli alti tassi di rifiuto delle richieste di permesso, alle macchinose procedure di richiesta, al rilascio di permessi per periodi brevi e agli orari limitati di apertura dei varchi. Le limitazioni nell’accesso alla terra hanno comportato una riduzione del 60 percento della resa dei terreni al di là della Barriera.
6. La Barriera ha trasformato la geografia, l’economia e la vita sociale dei palestinesi che vivono a Gerusalemme Est, così come la vita di coloro che risiedono nella più ampia area metropolitana. I quartieri, i sobborghi e le famiglie sono stati divisi gli uni dagli altri e separati dal centro urbano, e le comunità rurali sono state separate dalla loro terra.
https://www.ochaopt.org/content/humanitarian-impact-20-years-barrier-december-2022
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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Due milioni di palestinesi chiusi a Gaza, altri due-tre milioni chiusi tra la barriera e il confine con la Giordania. Barriera che vale solo per i palestinesi, non per i militari e cittadini ebrei di Israele, che possono attraversarla quando vogliono. Questa è la realtà del sionismo. Se poi l’antisionismo è antisemitismo, vuol dire che Israele ogni giorno produce antisemitismo in quantità industriale.