La Casa Bianca sulle elezioni in Israele: “Lieti di vedere una così forte affluenza alle urne”.

di Ben Samuels,

Haaretz, 2 novembre 2022. 

Con il ritorno di Benjamin Netanyahu alla carica di Primo Ministro di Israele, l’amministrazione Biden si sta preparando a trattare con i deputati di estrema destra che dovrebbero far parte della sua coalizione.

Benjamin Netanyahu incontra l’allora vicepresidente Joe Biden a Gerusalemme, nel 2016. Amit Shabi

WASHINGTON – L’amministrazione Biden sta cercando di sedare le iniziali preoccupazioni per il ritorno al potere di Benjamin Netanyahu e per la promozione dell’estremista di estrema destra Itamar Ben-Gvir a partner della potenziale coalizione di governo.

Un portavoce della Sicurezza Nazionale ha dichiarato: “Siamo lieti di vedere una così forte affluenza alle urne per le elezioni della Knesset. È troppo presto per fare ipotesi sull’esatta composizione della prossima coalizione di governo, prima che siano scrutinati tutti i voti. Siamo ansiosi di continuare a lavorare con il governo israeliano sui nostri interessi e valori comuni”.

I commenti fanno eco alle affermazioni del portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price prima delle elezioni, anche se i risultati attesi sono indubbiamente un colpo per l’amministrazione, che ha monitorato da vicino il potenziale di un governo di estrema destra guidato da Netanyahu.

Durante la recente visita del presidente israeliano Isaac Herzog, i funzionari israeliani hanno cercato di adottare un approccio “attendista”, ed entrambe le parti hanno capito che gli Stati Uniti avrebbero continuato a lavorare a stretto contatto con il governo israeliano, a prescindere dai risultati.

Ben-Gvir è un discepolo di Meir Kahane, eletto alla Knesset israeliana nel 1984 e successivamente interdetto dalla Corte Suprema per il suo incitamento alla violenza.

L’organizzazione Kahane Chai è stata ufficialmente designata come organizzazione terroristica straniera dagli Stati Uniti fino allo scorso maggio, quando il gruppo è stato rimosso dalla lista per motivi tecnici, pur continuando a essere designato come “entità terroristica globale specialmente attenzionata”.

Diversi importanti democratici del Congresso, sostenitori incondizionati di Israele, tra cui il presidente del Comitato per le Relazioni Estere del Senato Robert Menendez e il deputato Brad Sherman, hanno messo in guardia direttamente Netanyahu riguardo alla possibile inclusione di Ben-Gvir in una coalizione.

Le organizzazioni ebraiche statunitensi hanno offerto commenti cauti e concilianti riguardo alla potenziale inclusione di Ben-Gvir, convalidata ora dai risultati elettorali di martedì.

Le Federazioni Ebraiche del Nord America hanno dichiarato di “rispettare e salutare il vibrante processo democratico di Israele, che consente a tutti gli israeliani di avere voce e voto nella formazione del governo. Non vediamo l’ora di lavorare con il governo scelto dal popolo israeliano, come abbiamo sempre fatto, per sostenere gli ebrei di tutto il mondo e rafforzare le relazioni tra Israele, la comunità ebraica nordamericana e i nostri leader governativi”.

Il direttore esecutivo per il Sostegno dell’Unione Ortodossa (OU) Nathan Diament ha dichiarato: Come abbiamo fatto per decenni, l’OU sosterrà il governo democraticamente eletto nello Stato di Israele. Con la probabile leadership di Benjamin Netanyahu, confidiamo che egli terrà fede al suo mandato di proteggere lo Stato ebraico e il suo diritto di esistere. Con l’aumento dell’antisemitismo, questo è il momento di essere forti e di aiutare a sostenere gli ebrei in tutto il mondo. Essendo la patria del nostro popolo, ci aspettiamo che la coalizione di governo che si formerà preservi l’essenziale carattere ebraico dello Stato, rispettando allo stesso tempo i diritti individuali”.

L’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) ha rilasciato un commento di sostegno: “L’AIPAC si congratula con il popolo israeliano per aver dimostrato ancora una volta il suo impegno per la democrazia e per elezioni libere ed eque. Mentre Israele decide la formazione del suo nuovo governo, è chiaro che la Knesset – come il Congresso degli Stati Uniti – includerà leader di un’ampia gamma di identità e prospettive politiche, ideologiche, economiche, razziali e religiose diverse. Lo Stato ebraico è una democrazia solida che condivide gli interessi e i valori dell’America. Siamo ansiosi di lavorare con l’amministrazione americana e con i democratici e i repubblicani del Congresso per rafforzare le relazioni tra Stati Uniti e Israele”.

L’American Jewish Committee (AJC) ha adottato un tono più cauto: “Israele è una democrazia vivace che include e rappresenta un’enorme diversità di pensiero, credo, etnia e fede. L’attività di sostegno dell’AJC continuerà a difendere la sicurezza e il ruolo di Israele nel mondo, a rafforzare il profondo legame tra Israele e la diaspora ebraica e a essere incentrata sui valori condivisi che uniscono Israele, gli Stati Uniti e i nostri alleati democratici. Per l’AJC, e per molti ebrei in America, Israele e nel mondo, le dichiarazioni passate di alcuni potenziali membri della coalizione di governo sollevano serie preoccupazioni su questioni che consideriamo prioritarie: pluralismo, inclusione e maggiori opportunità di pace e normalizzazione. Indipendentemente dalla composizione della coalizione di governo, continueremo a lavorare con coloro che nel governo e nella società israeliana sono impegnati a promuovere la democrazia, l’inclusione e la pace e a combattere ogni tentativo di minare questi valori”.

Il presidente di J Street Jeremy Ben-Ami è stato meno ottimista: “I risultati delle elezioni di ieri sera in Israele sono profondamente preoccupanti per tutti coloro che hanno a cuore Israele e la democrazia liberale a livello globale – per coloro i cui valori fondamentali di giustizia, uguaglianza e libertà sono fondamentalmente in contrasto con quelli dei partiti e dei leader che si trovano sulla soglia della vittoria”, e ha aggiunto: “La probabile formazione di un governo di ultradestra di Netanyahu dovrebbe costringere tutti gli americani che hanno a cuore la natura delle relazioni tra Stati Uniti e Israele e vogliono un futuro giusto, equo e democratico sia per gli israeliani che per i palestinesi, a fare un serio ripensamento”.

https://www.haaretz.com/israel-news/2022-11-02/ty-article/.premium/white-house-on-israels-election-no-matter-what-u-s-israel-ties-will-remain-strong/00000184-3868-d636-a9ed-fdf9cf2a0000?utm_source=App_Share&utm_medium=iOS_Native

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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