Dopo la retromarcia sul riconoscimento di Gerusalemme, Israele teme che l’Australia possa riconoscere lo Stato palestinese

Ott 22, 2022 | Notizie

da Redazione Times of Israel,

The Times of Israel, 19 ottobre 2022. 

Un funzionario israeliano indica che Gerusalemme ha reagito molto duramente al ritiro da parte di Canberra del riconoscimento di Gerusalemme Ovest come capitale israeliana, ciò che potrebbe essere un “messaggio” sul riconoscimento dello Stato palestinese

In questa immagine tratta da un video, la ministra degli Esteri australiana Penny Wong parla durante una conferenza stampa, il 18 ottobre 2022, a Canberra, Australia. (Pool Australia via AP)

Israele teme che l’Australia possa riconoscere uno Stato palestinese dopo che Canberra ha ritirato il riconoscimento di Gerusalemme Ovest come capitale di Israele, secondo quanto riportato martedì.

Martedì scorso l’Australia ha dichiarato che non riconoscerà più Gerusalemme Ovest come capitale di Israele e tornerà a riconoscere Tel Aviv. L’annuncio del governo laburista di centro-sinistra ha ribaltato una decisione del 2018 del precedente governo conservatore.

Il Primo Ministro Yair Lapid ha criticato la decisione e il Ministero degli Esteri ha convocato l’ambasciatore australiano per una strigliata, dicendogli che la mossa era una “decisione sciagurata”.

Un funzionario israeliano ha collegato questa dura risposta ai timori di Israele che il governo australiano di sinistra possa riconoscere uno Stato palestinese.

“È questo il motivo per cui abbiamo reagito in modo così deciso e siamo sicuri di aver trasmesso il messaggio”, ha dichiarato il funzionario al sito di notizie Walla. Ha anche detto che Israele è stato colto di sorpresa dall’annuncio dell’Australia.

Il funzionario non ha approfondito i timori che Canberra possa riconoscere uno Stato palestinese, ma un rapporto separato del sito di notizie Ynet ha rilevato l’approvazione da parte del partito laburista australiano ora al governo di un impegno in tal senso nel 2018.

Un ex diplomatico israeliano di alto livello ha dichiarato a Ynet che il potenziale riconoscimento di uno Stato palestinese da parte dell’Australia è la preoccupazione principale per Israele.

“Abbiamo subìto un colpo dagli australiani, ma questo è molto meno del riconoscimento di uno Stato palestinese. Si può solo sperare che non sia questo l’obiettivo”, ha dichiarato l’ex diplomatico.

Un alto funzionario ha anche criticato la gestione dell’annuncio da parte dell’Australia, affermando che è andata contro “tutti i protocolli diplomatici di cui si sia mai sentito parlare”.

Il funzionario ha dichiarato a Ynet che l’Australia non ha dato a Israele alcun tipo di preavviso prima dell’annuncio e ha affermato che l’ambasciatore australiano in Israele non era nemmeno a conoscenza in anticipo della mossa.

Oltre alla promessa di riconoscere uno Stato palestinese, il partito laburista di centro-sinistra australiano aveva anche giurato di revocare il riconoscimento di Gerusalemme Ovest come capitale israeliana da parte dell’allora primo ministro Scott Morrison. La laburista Penny Wong, che ora ricopre il ruolo di ministra degli Esteri australiana, aveva sostenuto che la mossa era “tutto rischio e niente guadagno” e metteva l’Australia “fuori passo” con la comunità internazionale.

Wong ha annunciato la retromarcia su Gerusalemme Ovest martedì, in risposta a un rapporto dei media sulla questione. Ha dichiarato che lo status di Gerusalemme dovrebbe essere deciso attraverso colloqui di pace tra israeliani e palestinesi, e non attraverso decisioni unilaterali.

Lapid ha definito l’annuncio “una risposta affrettata a notizie errate dei media”.

“Possiamo solo sperare che il governo australiano gestisca altre questioni in modo più serio e professionale”, ha detto Lapid. “Gerusalemme è la capitale eterna di Israele unito e nulla potrà mai cambiare questo”.

Il Ministero degli Esteri, di cui è a capo anche Lapid, ha dichiarato che Israele “esprime la sua profonda delusione” per la decisione, definendola il risultato di “considerazioni politiche miopi”. Il ministero ha dichiarato che il governo sta valutando ulteriori misure di risposta.

Il primo ministro e leader del partito Yesh Atid Yair Lapid parla durante una riunione di partito a Tel Aviv il 18 ottobre 2022. (Avshalom Sassoni/Flash90)

Martedì scorso la Wong aveva negato che ci fosse stato un cambiamento di politica, ma ore dopo ha dichiarato che la decisione presa quattro anni fa da un governo conservatore “ha causato conflitti e disagio in una parte della comunità australiana, e oggi il governo cerca di risolverli”.

Wong ha accusato il governo Morrison di essere stato motivato da un’elezione suppletiva cruciale in un sobborgo di Sydney che si affaccia sulla spiaggia e che ospita una consistente comunità ebraica. “Sapete cos’è stato? È stato un gioco cinico, non riuscito, per vincere il seggio di Wentworth e un’elezione suppletiva”, ha detto la Wong.

Wong ha insistito sul fatto che l’attuale decisione non segnala alcuna ostilità nei confronti di Israele.

“L’Australia sarà sempre un’amica salda di Israele. Siamo stati tra i primi Paesi a riconoscere formalmente Israele”, ha dichiarato. “Non vacilleremo nel nostro sostegno a Israele e alla comunità ebraica in Australia. Siamo altrettanto incrollabili nel nostro sostegno al popolo palestinese, compreso il supporto umanitario”.

La decisione di Canberra è arrivata in mezzo alla confusione dopo che il quotidiano britannico The Guardian ha riportato lunedì che il Dipartimento degli Affari Esteri australiano aveva rimosso dal suo sito web il testo sul riconoscimento di Gerusalemme Ovest.

Il testo eliminato descriveva “Gerusalemme Ovest come capitale di Israele” e notava che l’Australia “attende di trasferire la propria ambasciata a Gerusalemme Ovest quando sarà possibile, a sostegno e dopo la determinazione dello status finale di una soluzione a due Stati”.

Questa foto di archivio del 6 gennaio 2022 mostra l’allora primo ministro australiano Scott Morrison mentre parla ai media durante una conferenza stampa al Parlamento di Canberra. (AFP)

Secondo il Guardian, il sito è stato aggiornato dopo aver contattato il Dipartimento degli Affari Esteri australiano in merito alla posizione del governo sullo status di Gerusalemme.

La decisione di Morrison nel 2018 ebbe all’epoca un’accoglienza tiepida in Israele, con molti politici che accusavano la mossa di non essersi spinta abbastanza in là, non avendo riconosciuto l’intera città come capitale dello Stato ebraico e mantenendo l’ambasciata australiana a Tel Aviv. L’anno precedente, gli Stati Uniti dell’allora presidente Donald Trump avevano riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele e successivamente vi avevano trasferito l’ambasciata americana.

Sia Israele che i palestinesi rivendicano Gerusalemme come loro capitale. Israele ha strappato Gerusalemme Est alla Giordania nella Guerra dei Sei Giorni del 1967 e successivamente l’ha annessa con una mossa mai riconosciuta dalla comunità internazionale. Per decenni la comunità internazionale ha sostenuto che lo status della città dovesse essere negoziato tra Israele e i palestinesi. I critici sostengono che dichiarare Gerusalemme capitale dell’uno o dell’altro infiamma le tensioni e pregiudica l’esito dei negoziati di pace sullo status finale.

Varie agenzie hanno contribuito a questo articolo.

https://www.timesofisrael.com/israel-said-to-fear-australia-may-recognize-palestinian-state-after-embassy-reversal/

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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