Un documento venuto alla luce dimostra che l’UE ha messo in secondo piano i diritti dei palestinesi

di David Cronin,  

Electronic Intifada, 30 settembre 2022. 

Yair Lapid ha dato il suo pieno appoggio alla violenza delle truppe di Israele. Bernd von JutrczenkaPicture-Alliance/DPA

Sulla cooperazione di Israele con l’Unione Europea sono stati diffusi un paio di miti. Uno, ripetuto dai giornalisti creduloni di Politico negli ultimi giorni, è che i rapporti sono “spesso tesi”.

Un altro è che i legami non sono così forti come potrebbero essere perché i liberali dal cuore tenero nella burocrazia di Bruxelles si lamentano costantemente dell’espansione degli insediamenti in Cisgiordania.

Un documento dell’UE recentemente trapelato demolisce questi miti, senza dubbio inavvertitamente.

Il documento è stato redatto dai funzionari di Bruxelles in vista di una riunione del Consiglio di Associazione con Israele la prossima settimana. Dimostra che all’oppressione dei Palestinesi e al furto della loro terra viene attribuita un’importanza molto minore rispetto ad argomenti considerati più strategici.

Un fatto particolarmente eloquente –si legge nel documento– è che l’UE celebra “il successo dei dialoghi antiterrorismo avviati con Israele nel 2015”.

Anche se tali “dialoghi” si tenevano ancora nell’aprile di quest’anno, un gruppo di lavoro “informale” sui diritti umani non si è più riunito dal 2016.

Da questi punti si può dedurre la vera natura del rapporto dell’Unione Europea con Israele.

Rapporti tesi?

Lungi dall’essere tesi, i rapporti si sono sviluppati sostanzialmente nel modo voluto da Israele. Ogni melensa preoccupazione sui diritti umani è stata messa da parte in modo che le persone adulte potessero dedicarsi a cose più serie.

Quasi subito dopo che gli aerei dirottati si erano schiantati contro le Torri Gemelle di New York l’11 settembre 2001, i politici israeliani di alto livello hanno iniziato ad atteggiarsi come elementi indispensabili nella “guerra globale al terrore”.

Israele ha classificato ogni resistenza alla sua sottomissione dei Palestinesi come terrorismo e –salvo qualche occasionale mugugno– l’UE ha accettato la narrazione israeliana.

Il documento preparato per la riunione del Consiglio di Associazione a Bruxelles afferma che l’UE “attende con impazienza” di portare avanti il “dialogo antiterrorismo per passare allo sviluppo di azioni pratiche”.

Le “azioni pratiche” elencate nel documento includono il suggerimento che entrambe le parti potrebbero lavorare più da vicino su progetti di droni. Non viene menzionato il fatto che Israele ha sperimentato i droni utilizzandoli per uccidere un gran numero di persone a Gaza e poi ha trasformato il fatto che queste armi sono state “collaudate in combattimento” in un ottimo argomento pubblicitario.

Il documento afferma che l’UE è “gravemente preoccupata per il fatto che l’occupazione del territorio palestinese iniziata nel 1967 continua ancora oggi”.

È impossibile prendere sul serio questa affermazione. Il documento “si oppone fermamente” al boicottaggio di Israele tramite il BDS, respingendo così un appello dei palestinesi che vivono sotto un’occupazione che preoccupa così “gravemente” le istituzioni e i governi dell’UE.

Critiche a vuoto

La Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell’UE, è stata fortemente favorevole alla ripresa del Consiglio di Associazione con Israele.

Jan Lipavský, il ministro degli Esteri ceco, ha dichiarato durante l’estate che il forum è stato ripreso dopo un’interruzione di 10 anni, nonostante i “problemi con Israele”.

È rivelatore che abbia scelto un termine inoffensivo come “problemi”, trasmettendo così l’impressione che le questioni in gioco siano relativamente banali.

I “problemi” in realtà riguardano la costruzione e l’espansione degli insediamenti da parte di Israele – crimini di guerra secondo la Quarta Convenzione di Ginevra.

Il documento dell’UE sostiene gli Accordi di Abramo – una serie di accordi di normalizzazione tra Israele e i Paesi Arabi. Questi accordi sono tacitamente progettati per far sì che i crimini di guerra di Israele e la sua incessante oppressione dei palestinesi non impediscano ai costruttori di armi israeliani di stipulare contratti in Medio Oriente e altrove.

Il documento dell’UE sostiene sottilmente altre iniziative volte a distogliere l’attenzione dalla situazione dei Palestinesi.

Ad esempio descrive Israele come un “partner importante” in materia di diritti LGBT.

Così facendo, l’UE aiuta a dipingere in rosa l’apartheid di Israele. Tuttavia, va sottolineato che –a differenza della maggior parte dei gruppi per i diritti umani di buona reputazione– le istituzioni di Bruxelles non hanno mai denunciato Israele per il funzionamento di un sistema di apartheid.

Ci sono altri grossi problemi nel documento dell’UE: un riferimento alle alture del Golan in Siria non specifica che si trovano sotto occupazione militare israeliana; una critica alla detenzione amministrativa –l’incarcerazione senza accusa o processo– suona vuota. Infatti il Ministero della Pubblica Sicurezza israeliano, che è responsabile delle prigioni in cui sono rinchiusi i Palestinesi, è un beneficiario significativo delle sovvenzioni dell’Unione Europea per la ricerca scientifica – cosa che il documento dimentica di menzionare.

E il documento si guarda bene dal richiedere un’inchiesta indipendente sull’uccisione da parte di Israele della giornalista Abu Akleh. Si limita a chiedere “un’indagine approfondita”.

Registra anche un crescente disagio riguardo al “numero sempre più elevato di vittime civili come risultato di azioni, tra l’altro, delle forze di sicurezza israeliane”.

Questo linguaggio suggerisce che l’UE non condanna di per sé la violenza dello stato. Vuole solo che i soldati di Israele tolgano ogni tanto il dito dal grilletto.

Yair Lapid, Primo Ministro israeliano, ha ricevuto una pacca sulla spalla dall’élite dell’UE per aver recentemente dichiarato il suo sostegno alla soluzione dei due Stati.

È lo stesso Lapid che ha autorizzato un attacco su larga scala a Gaza nel mese di agosto e ha dato “pieno sostegno” ai soldati che compiono numerosi atti di brutalità in Cisgiordania, soprattutto a Jenin.

Ci si aspetta che Lapid partecipi al Consiglio di Associazione, anche se alcune informazioni giornalistiche indicano che potrebbe non andare.

Nonostante – o forse proprio a causa – delle oscenità che ha approvato, Lapid può aspettarsi un’accoglienza calorosa se si recherà a Bruxelles la prossima settimana.

https://electronicintifada.net/blogs/david-cronin/leaked-paper-proves-eu-has-sidelined-palestinian-rights

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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