Un gruppo di parlamentari europei chiede di annullare la riunione del Consiglio di Associazione UE-Israele

Set 25, 2022 | Notizie

da European Coordination of Committees and Associations for Palestine,

Our Work, 23 settembre 2022. 

Un gruppo di 47 influenti deputati ha chiesto agli Stati Membri europei e al capo della politica estera dell’UE, Joseph Borrell, di annullare l’imminente riunione del Consiglio di Associazione UE-Israele. La prima riunione del Consiglio di Associazione UE-Israele in 10 anni, è al momento confermata per il 6 ottobre a Praga.

Diversi diplomatici europei, tra cui l’Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri, hanno espresso recentemente le loro preoccupazioni in merito agli attuali sviluppi in Palestina: attacchi alle principali organizzazioni palestinesi per i diritti umani, sfollamento di palestinesi in varie parti della Cisgiordania (come a Masafer Yatta), smantellamento della soluzione dei due Stati con la costruzione di nuovi insediamenti illegali, violazione del diritto internazionale e dei diritti umani.

Israele ha fatto irruzione e chiuso gli uffici delle principali organizzazioni palestinesi per i diritti umani esattamente un mese dopo che i ministri dell’UE avevano dato il via libera alla riunione del Consiglio di Associazione UE-Israele. È chiaro che Israele si è mosso contro queste ONG sapendo che alla UE era in corso la preparazione per il Consiglio di Associazione. Chiudere le ONG per i diritti umani, un segno distintivo dei regimi autoritari, è un affronto ai principi fondamentali dell’UE. Tutto questo avviene mentre è in corso un processo di annessione de facto.

Segue il testo completo della lettera dei parlamentari.

Bruxelles, 22 settembre 2022

Caro Alto Rappresentante/Vicepresidente Josep Borrell,

Cari Ministri degli Affari Esteri degli Stati membri,

Siamo rimasti sconcertati nel leggere l’annuncio del 18 luglio che la Commissione Europea intende riattivare il Consiglio di Associazione UE-Israele.

Questa decisione è stata presa nel momento in cui a Masafer Yatta si sta verificando uno storico sgombero di massa e un trasferimento forzato di oltre mille palestinesi. Inoltre, si profila l’approvazione del piano di insediamento E1, che l’UE ha ripetutamente dichiarato come sua linea rossa da non oltrepassare.

Appena una settimana prima dell’annuncio di cui sopra, molti dei firmatari di questa lettera le hanno scritto chiedendo una risposta urgente e decisa per evitare questi sviluppi disastrosi che rovineranno per sempre qualsiasi prospettiva di pace nella regione. Gli stessi inviati dell’Unione Europea hanno chiesto una pressione internazionale per fermare le deportazioni di massa e hanno sottolineato la necessità di una chiara assunzione di responsabilità. La ripresa dei colloqui congiunti, sospesi dal 2013, sarà interpretata dal governo israeliano come un’approvazione implicita di tutti i suoi atti illegali.

Questi recenti sviluppi non sono altro che la continuazione della politica sistematica di avanzamento unilaterale dell’annessione de jure e de facto. Dal 1967, l’attività di insediamento non è mai cessata ed è servita come strumento principale per creare fatti sul terreno ed espandere il controllo illegale israeliano sul Territorio Palestinese Occupato, decimando e frammentando le comunità palestinesi. Più del 50% della terra in Cisgiordania, così come la maggior parte delle sue risorse idriche, è stata espropriata da Israele dal 1967 per la costruzione degli insediamenti e delle loro infrastrutture e attività agricole, nonché per uso militare. La distruzione di proprietà e infrastrutture civili, comprese quelle finanziate dall’UE e dagli Stati Membri, è stata sfrenata.

Mentre la politica dello Stato israeliano porta avanti la sua agenda di annessione sul terreno, senza alcuna reazione significativa da parte dell’Europa, i Palestinesi si confrontano con la realtà di condizioni disumane senza alcuna prospettiva di giustizia, dopo 74 anni di espropriazione, 55 anni di occupazione e 15 anni di blocco di Gaza.

La situazione sul terreno nei Territori Palestinesi Occupati si è gravemente deteriorata nel corso di questi decenni, come lei stesso riconosce e come attestato da molteplici rapporti degli organismi delle Nazioni Unite e, recentemente, dell’OMS. Tuttavia, riavviare il Consiglio di Associazione con l’intenzione di impegnare Israele ad affrontare questi problemi senza un chiaro meccanismo di responsabilità, è un passo molto pericoloso. Un governo che controlla e sottomette 5 milioni di persone sotto occupazione, che arresta e processa i minori nei tribunali militari e che perseguita i difensori dei diritti umani con il pretesto della legge antiterrorismo, non può essere un partner incondizionato dell’Unione Europea. Tutte queste azioni sono caratteristiche di uno Stato autoritario. In assenza di condizioni chiaramente definite, l’approvazione di una forma istituzionalizzata di cooperazione con il governo israeliano e la ripresa del Consiglio di Associazione invieranno un messaggio sbagliato.

Infatti, da quando è stata presa la decisione di riconvocare il Consiglio di Associazione UE-Israele, Israele ha scatenato un’altra guerra brutale contro Gaza e ha intensificato l’attacco alle organizzazioni della società civile palestinese. Il messaggio è chiaro. L’UE sta incoraggiando Israele a procedere nell’impunità, dando il segnale che non ci sarà mai una richiesta di assumersi le proprie responsabilità.

L’UE non dovrebbe premiare un governo che persegue la sua politica di annessione e persecuzione, in aperta sfida al diritto internazionale e a centinaia di risoluzioni delle Nazioni Unite.

Questa pericolosa complicità deve finire. La decisione deve essere revocata, o almeno devono essere stabilite condizioni chiare e concrete prima di riconvocare il Consiglio di Associazione, tra cui:

– La cessazione immediata delle demolizioni e degli sgomberi a Masafer Yatta e in altri luoghi dei Territori Palestinesi Occupati;

– La fine del piano di insediamento E1 e di tutte le costruzioni di insediamenti;

– Il rispetto degli obblighi di Israele ai sensi del diritto internazionale e la fine dell’occupazione, della colonizzazione e delle pratiche discriminatorie, compresa quella di impedire i ricongiungimenti familiari ai Palestinesi;

– La revoca immediata e incondizionata del blocco di Gaza;

– Il rilascio immediato dei minori prigionieri e dei prigionieri politici;

– La cooperazione con tutte le indagini, comprese quelle della Corte Penale Internazionale e dei Relatori Speciali dell’ONU.

L’Unione Europea e i suoi Stati membri devono mobilitare tutti i mezzi diplomatici per fare pressione su Israele affinché si conformi a quanto sopra detto, prima di riconvocare il Consiglio di Associazione. Non è solo un imperativo morale, ma anche un obbligo legale della comunità internazionale a cooperare per porre fine a gravi violazioni del diritto internazionale.

La invitiamo, in qualità di Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri, a facilitare attivamente la discussione tra gli Stati membri per revocare/condizionare la prossima riunione del Consiglio di Associazione.

Cordiali saluti,

Soraya Rodríguez Ramos

Sirpa Pietikäinen

Maria Arena

Margrete Auken

Manu Pineda

Irena Joveva

Ana Miranda

Evin Incir

Idoia Villanueva

Ernest Urtasun

Milan Brglez

Javier Nart

Salima Yenbou

Izaskun Bilbao

Clare Daly

Mick Wallace

Billy Kelleher

Saskia Bricmont

Grace O’Sullivan

Ville Niinistö

Marc Botenga

Mounir Satouri

Sabrina Pignedoli

Karen Melchior

Markéta Gregorová

Giuliano Pisapia

Matjaž Nemec

Chris MacManu

Alviina Alametsä

Luke Ming Flanagan

María Eugenia Rodríguez Palop

Jakop Dalunde

Pascal Durand

Ciarán Cuffe

Pierre Larrouturou

Barry Andrews

Tineke Strik

Marisa Matias

José Gusmão

Nora Mebarek

Tilly Metz

Leila Chaibi

Silvia Modig

Fabio Massimo Castaldo

João Pimenta Lopes

Sandra Pereira

Sylvie Brunet

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

.

1 commento

  1. Erminia Romano

    Salve. Spero FERMAMENTE che la UE voglia andare fino in fondo in quest’azione ANNULLANDO la riunione del Consiglio di Associazione UE-ISRAELE. Ormai è chiaro a tutto il mondo che da MOLTI decenni Israele viola VIOLENTEMENTE tutti i Diritti Umani, oltre che perpetuare un’efferata politica di Apartheid della Palestina. Sono stata personalmente più volte in Israele e Palestina e ho potuto constatare gli ORRORI di cui il governo israeliano si sta macchiando da decenni nei confronti del Popolo palestinese! Ringrazio per questa iniziativa e spero di vederne il successo. Saluti. ERMINIA ROMANO, DONNA IN NERO, Napoli.

    Rispondi

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