di Nir Hasson e Yael Freidson,
Haaretz, 29 agosto 2022.
Dopo aver messo radici nel quartiere di Silwan, a Gerusalemme Est, l’associazione di destra Elad ha scelto la Valle di Hinnom per il suo prossimo progetto di espansione.
Quest’estate ha visto il debutto a Gerusalemme di una nuova attrazione turistica: Farm in the Valley. L’associazione pro-settler Elad, che gestisce l’attrazione, promette sul suo sito web di offrire “un’esperienza agricola speciale, dove si può sentire con le mani il lavoro degli antichi contadini, in sintonia con la stagione, proprio come nei tempi antichi”.
Il successo è stato immediato. Migliaia di studenti, soldati e volontari hanno raggiunto il posto e le attività hanno raggiunto il culmine con l’arrivo di centinaia di famiglie per le visite e i laboratori di spremitura dell’uva, raccolta delle olive e lavorazione della pietra. La sera sono previsti vari spettacoli, tra cui una collaborazione con lo Zappa Club che vedrà la partecipazione dei popolari cantanti Ivri Lider e Yuval Dayan, in programma prima dell’inizio delle festività ebraiche, a fine settembre.
Le attività presso la fattoria sono solo una piccola parte dello sforzo complessivo che Elad ha intrapreso espandendo il suo raggio d’azione dal quartiere di Silwan a Gerusalemme Est, a sud-ovest, fino alla vicina Valle di Hinnom. Sopra la fattoria, da qualche anno è in funzione un locale per eventi privati gestito dal gruppo di destra; poco distante c’è un campeggio e, dall’altra parte del wadi, l’associazione ha preso in carico un antico cimitero ebraico e vi sta conducendo un’ampia opera di restauro del paesaggio. L’intero wadi sta subendo un rinnovamento: Elad ha costruito nuove terrazze, recinzioni e altre strutture, nonché sentieri in tutto il territorio.
Questa energica attività non sarebbe stata possibile senza il massiccio sostegno di circa 10 diverse autorità locali e governative, che qualche volta hanno oltrepassato i limiti della corretta amministrazione per aiutare Elad nella Valle di Hinnom. L’Amministratore Generale e Ricevitore Ufficiale del Ministero della Giustizia ha rilevato il terreno; l’Autorità per la Natura e i Parchi di Israele ha permesso all’organizzazione di operare lì a suo nome; il Comune di Gerusalemme ha emanato direttive paesaggistiche per l’area; l’Autorità per le Antichità di Israele ha ignorato gli scavi che sono stati effettuati senza un’adeguata supervisione archeologica; il Ministero dell’Istruzione manda gli studenti, mentre l’esercito manda i soldati; il Ministero per gli Affari e il Patrimonio di Gerusalemme finanzia navette gratuite per il sito; l’Autorità per lo Sviluppo di Gerusalemme finanzia vari progetti; la società di sepoltura Hevra Kadisha permette lavori nel cimitero – e così via.
Cosa ha comportato il covid
La Valle di Hinnom, nota anche come Valle della Gehenna o Gai Ben Hinnom, in ebraico, è una profonda valle situata tra il quartiere di Abu Tor e il Monte Sion. La Linea Verde che divideva Gerusalemme fino al 1967 attraversa questo wadi nel mezzo. Fino ad anni recenti, l’area era aperta e abbandonata, ma gran parte di essa era occupata da ulivi coltivati da famiglie palestinesi della vicina Silwan. Elad e l’autorità dei parchi sostengono che l’area era degradata e piena di rifiuti edili e che gli abitanti di Gerusalemme la evitavano.
Naomi Sussman, un’attivista anti-Elad che vive ad Abu Tor, ricorda una valle diversa.
“Nella parte occidentale, che era ben curata, facevamo escursioni e festeggiavamo i compleanni dei nostri figli. La parte orientale era meno visitata, ma aveva una meravigliosa aura antica e una natura selvaggia. I palestinesi vi si addentravano con i loro cavalli ed era un bello spettacolo da vedere”, ricorda Sussman.
Da anni Elad sta espandendo le sue attività in quest’area, ma solo negli ultimi due anni gli sforzi sono stati veramente ripagati. Infatti, il paesaggio del wadi ha iniziato a cambiare. Secondo Sussman, Elad ha approfittato dei blocchi del COVID per fare incursioni nell’area senza l’opposizione dei palestinesi. Gli sforzi hanno dato i loro frutti e il paesaggio dell’area si è trasformato in modo irriconoscibile.
Gli ulivi sono ora circondati da recinzioni e nuove terrazze, sono stati eretti cartelli e bandiere di Elad e dell’ente parchi e gruppi di volontari e dipendenti frequentano il sito ogni giorno. La tensione nell’area è aumentata e si sono verificati alcuni incidenti violenti tra lavoratori e residenti palestinesi. Di solito la polizia è intervenuta e ha allontanato i palestinesi. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la grande assistenza dello Stato e della città e delle loro varie agenzie.
Il 5 gennaio 2021, la famiglia Sumarin di Silwan ha scoperto che i dipendenti di Elad erano entrati nell’uliveto che coltivano nella Valle di Hinnom e avevano iniziato a lavorarci. Ne è seguito uno scontro e la polizia ha allontanato la famiglia dall’uliveto. Tre settimane dopo, la proprietà è stata registrata nell’Ufficio del Catasto come appartenente all’amministratore generale del Ministero della Giustizia – un ufficio che, in base a una legge approvata nel 1950, è autorizzato a rilevare le proprietà lasciate dai rifugiati palestinesi nel 1948.
Nel caso della Valle di Hinnom, l’amministratore generale si è ricordato di rilevare due grandi appezzamenti circa 70 anni dopo che erano presumibilmente diventati proprietà di persone assenti, in un momento che coincideva perfettamente con l’inizio delle attività di Elad nell’area. Infatti, la proprietà in questione è stata registrata all’amministratore generale circa tre settimane dopo l’inizio dei lavori. Tuttavia, due anni prima, l’amministratore generale aveva autorizzato l’ente parchi a lavorare lì. Fonti del Ministero hanno negato che l’amministratore generale abbia ricevuto alcun tipo di richiesta da parte di Elad o di qualsiasi altro ente per rilevare il terreno.
La famiglia Sumarin ha presentato una causa alla Corte Magistrale di Gerusalemme rivolgendosi all’avvocato Mohanad Jabara, che è ancora in corso di esame. Da parte sua, lo Stato ha risposto sostenendo che la proprietà appartiene a persone definite assenti e che quindi l’onere della prova spetta a chi ha intentato la causa. Jabara ha sostenuto che anche se si trattasse di una proprietà di assenti, cosa che lui nega totalmente, l’amministratore generale deve comunque agire secondo la legge e chiedere lo sgombero del terreno con l’assistenza dell’Ufficio dell’Ufficiale giudiziario, e che non è possibile accedervi senza il permesso di chi lo detiene.
Tendenza alla politicizzazione
L’ente governativo più importante nella zona è l’Autorità per la Natura e i Parchi di Israele, poiché la maggior parte dei terreni che circondano il wadi in questione fa parte del Parco Nazionale delle Mura di Gerusalemme. Nell’agosto 2020, l’ente per i parchi ed Elad hanno firmato un accordo che consente a quest’ultimo di operare a nome dell’ente nella Valle di Hinnom. Elad ha una stretta collaborazione con l’ente parchi da molti anni e, trattandosi di un “progetto comune”, non è stata indetta alcuna gara d’appalto. In effetti, Elad gestisce a suo nome il Parco Nazionale della Città di David.
Quando i gruppi di sinistra hanno criticato questa cooperazione, le due organizzazioni hanno sostenuto che Elad possiede già gran parte delle proprietà nella Città di David ed è quindi logico che venga scelto per gestire anche il parco nazionale. Ma Elad non possiede alcuna proprietà nella Valle di Hinnom.
“Nella città di David la pretesa è stata quella di avere diritti di proprietà, ma quale vantaggio ha Elad nella Valle di Hinnom rispetto ad altre organizzazioni? Questo non è chiaro”, afferma un alto funzionario del Ministero della Protezione Ambientale.
Sebbene il contratto tra l’ente per i parchi ed Elad comprenda un periodo di cinque anni, è stato firmato un altro contratto che estende la cooperazione fino al 2030 solo un anno e due mesi dopo la firma del primo. Il Ministero della Protezione Ambientale, che supervisiona l’organizzazione dei parchi, ritiene che il motivo sia da ricercare nel desiderio del suo precedente direttore, Shaul Goldstein – l’ex presidente del Consiglio degli insediamenti di Yesha, che ha stretti legami con Elad – di garantire all’associazione il controllo esclusivo sul progetto di Gerusalemme Est fino alla fine del decennio. Allo stesso tempo, come ha rivelato Miron Rappaport sulla rivista online Local Call, Goldstein ha anche esteso il rapporto contrattuale tra l’ente parchi ed Elad per altri 10 anni.
Il ministro per la Protezione dell’Ambiente, Tamar Zandberg, sostiene che Goldstein ha agito in contrasto con la sua posizione e in violazione delle corrette procedure amministrative. Durante il mandato di Goldstein, afferma il ministro, “l’autorità dei parchi ha subito un pericoloso processo di politicizzazione, soprattutto a Gerusalemme Est”.
“L’apice è stato raggiunto quando Goldstein ha sfruttato le sue ultime settimane di mandato per firmare, segretamente, un’estensione degli accordi con Elad, l’estrema destra, per gestire e operare grandi appezzamenti di terreno a Gerusalemme Est con un decennio di anticipo, in un modo che si discosta gravemente dalle procedure precedenti e quindi va contro la corretta amministrazione – e nonostante gli accordi fossero già in vigore per molti altri anni”.
Zandberg aggiunge che Goldstein “ha fatto questo senza informare il ministro sopra di lui di questi accordi, il che solleva il sospetto che non sia stato fatto in modo innocente. Era ben consapevole che queste attività sono in completa opposizione alle opinioni del ministro in materia, in modo che Elad potesse allontanare alcune comunità e influenzare le attività professionali per motivi politici”.
Costruzione illegale
Sull’altro lato del wadi, Elad aveva bisogno del permesso di un altro ente – il Comune di Gerusalemme – per poter intervenire. In questo caso, il sindaco Moshe Leon ha firmato degli “ordini paesaggistici”. Tali direttive sono uno strumento legale che consente al Comune di rilevare parti trascurate della città e di crearvi giardini. Questo tipo di ordine viene solitamente emesso per piccole aree nel cuore dei quartieri urbani, per consentire il “rinverdimento” della città. Nel caso della Valle di Hinnom, il sindaco si riferiva a un appezzamento di circa 200 dunam (circa 49,5 acri) – a quanto pare la direttiva paesaggistica più estesa mai emessa in Israele.
Inoltre, il Comune non ha eseguito direttamente i lavori, ma li ha affidati alle cure dell’Ente parchi, che a sua volta ha consegnato il progetto a Elad. La settimana scorsa, il giudice del tribunale distrettuale di Gerusalemme, Rivka Friedman-Feldman ha respinto una petizione contro l’impresa presentata dai residenti locali e ha dato il via libera al progetto del comune.
Nell’ultimo anno, diversi gruppi si sono avvicinati alla valle, compresi individui che assomigliano ai “giovani delle colline” che si aggirano in Cisgiordania. In un caso, a maggio, giovani ebrei hanno aggredito Riad Sumarin e suo figlio Laith, che stavano tornando a casa. I due sono stati feriti ed è stato necessario un lungo ricovero in ospedale. Nessuno è stato arrestato, anche se la famiglia ha fornito alla polizia un video in cui si vedono gli aggressori. Uno degli ebrei è stato ripreso mentre diceva: “Siamo della Città di Davide”.
Ze’ev Hacohen, capo del distretto di Gerusalemme dell’ente parchi, ha affermato, in risposta a una denuncia dell’associazione di archeologi Emek Shaveh, che gli assalitori non erano associati né all’ente parchi né a Elad e che avevano visitato il sito in modo indipendente.
Di fronte all’area occupata dalle cosiddette ordinanze paesaggistiche si trova il cimitero di Samboski, sulle pendici del Monte Sion, un’area di sepoltura utilizzata nei secoli scorsi dagli ebrei che non potevano permettersi una lapide. Elad ha ricevuto un permesso dalla Sephardi Hevra Kadisha, la società di sepoltura che gestisce il cimitero, per riabilitare il sito. Il terreno è stato arato e sono stati eretti dei semplici segni di pietra per indicare le tombe. Tuttavia, secondo i critici di Elad, non si è trattato di un vero e proprio sforzo riabilitativo, ma piuttosto della creazione di una “scenografia” di un cimitero, dal momento che non è stato fatto un lavoro serio per localizzare le vecchie tombe e le pietre sono state semplicemente collocate a distanze uguali l’una dall’altra.
Inoltre, durante i lavori, sono stati effettuati scavi con attrezzature meccaniche pesanti, nonostante si tratti di un sito archeologico ufficialmente dichiarato nel “bacino” storico di Gerusalemme. L’Autorità israeliana per le antichità non è stata coinvolta nel progetto. Alcune persone, tra cui residenti palestinesi e membri di Emek Shaveh, si sono rivolte all’Autorità e si sono sentite rispondere che i lavori erano noti e che erano stati autorizzati. Nell’ambito delle sue attività, Elad ha anche costruito le basi di una barriera elettrica che potrebbe bloccare l’accesso a un quartiere in cui vivono centinaia di palestinesi.
In entrambi i complessi della Valle di Hinnom – la fattoria e il cimitero – sono state realizzate estese costruzioni, tra cui muri, strade e terrazze. Tutti i lavori sono stati eseguiti senza i permessi del Comune di Gerusalemme, che non ha fatto alcuno sforzo per supervisionare i lavori. Il vicesindaco Yossi Havilio ha dichiarato in una lettera al direttore generale dell’Ente parchi, Raya Shurki, che i lavori nel cimitero richiedono un permesso di costruzione, che non è stato rilasciato, e quindi vengono eseguiti illegalmente. Hacohen, dell’organizzazione del distretto di Gerusalemme, ha ammesso in una lettera che in almeno un caso ci sono state infrazioni edilizie. Ha anche scritto che Elad ha chiuso la fattoria al pubblico durante le ore in cui avrebbe dovuto essere aperta.
Concorrenza turistica
I funzionari del turismo di Gerusalemme temono che l’espansione di Elad a Gerusalemme Est vada a scapito delle attrazioni della città.
“Gerusalemme è una città molto povera e i suoi numerosi enti turistici dipendono dai finanziamenti dello Stato. Ma una buona parte di questi finanziamenti va a Elad, attraverso ogni sorta di metodo e di stanziamento di bilancio, [ad esempio attraverso] il Ministero del Turismo, l’Autorità per lo Sviluppo di Gerusalemme, il Ministero per gli Affari e il Patrimonio di Gerusalemme e l’esercito, che porta gruppi nell’ambito di tour organizzati”, dice una fonte che ha familiarità con il turismo locale, che non ha voluto essere nominata. “Di fatto, oggi sono loro a stabilire l’agenda del turismo. Hanno fatto breccia in aree che non hanno alcun legame con lo sviluppo del bacino della Città Vecchia, come i tour culinari del mercato di Mahane Yehuda o Bayit Ba’Gai, un luogo per eventi”. Secondo la fonte, il risultato è stato che Elad si è accaparrato ampie fette del mercato turistico e ha messo da parte gli operatori più piccoli.
Uno dei maggiori punti di forza di Elad è la navetta gratuita lanciata nel 2013 per il Muro Occidentale nella Città Vecchia dal Ministero degli Affari e del Patrimonio di Gerusalemme. Il suo punto di partenza è la Prima Stazione nella parte occidentale della città; prosegue lungo la Valle di Hinnom fino a Silwan, alla Città di Davide e alla Porta di Dung in modo rapido ed efficiente. Durante la pandemia di COVID, il servizio è stato sospeso, ma circa due settimane fa il ministero ha annunciato la sua ripresa – con l’aggiunta di una nuova fermata, la fattoria nella valle di Hinnom. Così Elad può ricevere un flusso costante di visitatori in due dei suoi siti. Inoltre, l’organizzazione, tra le associazioni più ricche del Paese, sottoscrive metà del costo
Secondo il funzionario del turismo, non esiste un altro servizio navetta gratuito per le attrazioni locali. “Tutti i siti turistici di Gerusalemme sono in difficoltà. Dopo due anni di COVID non ci sono fondi, niente, e questo [la navetta] va a scapito di altri siti”, afferma.
Ora Pikel-Zabari, direttrice del museo Isaac Kaplan Old Yishuv Court nel quartiere ebraico della Città Vecchia, racconta di aver chiesto al Ministero degli Affari e del Patrimonio di Gerusalemme di includere il museo nel percorso della navetta. “Non mi hanno nemmeno risposto. E abbiamo chiesto di estendere la linea per raggiungere il quartiere ebraico e risolvere i problemi di parcheggio e di accesso al Monte Sion”, osserva.
Da parte sua, Eilat Lieber, direttrice del Museo della Torre di Davide, è d’accordo. “Le navette sono un’iniziativa benvenuta e si dovrebbe pensare a tutta la Città Vecchia. Le navette dovrebbero funzionare anche per gli altri siti dell’area”, ha dichiarato.
L’assistenza calorosa offerta a Elad da vari enti locali e nazionali è destinata a continuare e a crescere. Il Ministero dell’Istruzione invia gli studenti in gita; l’esercito invia i soldati per seminari e lavori alla fattoria. Si prevede che l’Autorità per lo Sviluppo di Gerusalemme pagherà un ponte di corda sulla valle di Hinnom, che partirà dalla sede degli eventi gestita da Elad, per un costo di 10 milioni di shekel (circa 3 milioni di dollari). Altri 4 milioni di shekel saranno stanziati dall’Autorità per lo Sviluppo per lavori di sviluppo nella valle.
Durante la Giornata di Gerusalemme, il governo ha approvato un’ampia iniziativa per approfondire la cooperazione con Elad, per un costo di 16 milioni di shekel, provenienti dal Ministero degli Affari e del Patrimonio di Gerusalemme e dai Ministeri delle Finanze, degli Interni e della Cultura. Di questi fondi, 2 milioni di shekel sono destinati a progetti di sviluppo nella Valle di Hinnom. Un altro progetto enorme e controverso che Elad sta promuovendo è la costruzione di una funivia per il Muro Occidentale, che è stata recentemente approvata dall’Alta Corte di Giustizia e dovrebbe passare attraverso la Valle di Hinnom. La fermata finale del percorso sarà sul tetto del grande centro visitatori che Elad sta costruendo a Silwan.
“Il fatto è che i proprietari terrieri e gli abitanti di Silwan hanno paura di andarci. Invece, vengono fatte entrare persone che cadono in una trappola. Si divertono con i loro figli in uno spazio che appartiene ad altri”, dice Sussman, di Abu Tor. “Così ci dicono che la terra appartiene all’amministratore generale. Per me è peggio; è una questione, come dice il detto biblico, di ‘hai ucciso e ti sei anche impossessato? Hanno distrutto l’area fino al punto in cui non è possibile ripararla, il paesaggio antico non può essere ripristinato”.
“Ci siamo sempre presi cura della terra”, dice Shadi Sumarin, uno dei proprietari della proprietà interessata dalle direttive paesaggistiche della città. “Abbiamo arato con un mulo e dopo l’inverno abbiamo preso un falcetto e abbiamo pulito l’area; quando gli alberi avevano bisogno di essere potati, li abbiamo potati. Ora, se diciamo loro [Elad e altri gruppi] di non entrare, la polizia viene e ci fa andare via”.
Secondo i membri della famiglia Sumarin, per decenni, fin dall’inizio del conflitto israelo-palestinese, lo Stato ha tartassato gli abitanti di Gerusalemme Est come loro da tutte le parti – creando problemi nell’ottenere permessi di costruzione, nel rinnovare una licenza di taxi o di altri veicoli a motore, e così via. “Soffocano qualsiasi membro della famiglia Sumarin”, dice Shadi.
Il gruppo di archeologi Emek Shaveh, che ha monitorato gli eventi nel wadi, afferma che “la continua politica di cancellare la Linea Verde e di privatizzare i siti del patrimonio, mettendoli nelle mani di un gruppo di estrema destra, danneggia irreparabilmente Gerusalemme e la capacità di raggiungere un accordo di pace organizzato. A tal fine, lo Stato di Israele è disposto a mettere a rischio persino il suo carattere democratico”.
L’organizzazione aggiunge: “L’associazione privata Elad permette a Israele di piegare i valori dei diritti umani e del patrimonio, e in cambio Israele la aiuta con le risorse, e prendendo la terra, mascherando le sue attività per cambiare la situazione demografica di Silwan, trasformando la valle in un nuovo punto di conflitto a Gerusalemme”.
Risposte
In risposta, l’associazione Elad ha rilasciato questa dichiarazione: “L’associazione Elad, guidata da un vincitore del Premio Israele, lavora per lo sviluppo di Gerusalemme ed è orgogliosa di partecipare, insieme alle autorità statali, al Comune di Gerusalemme, all’Autorità per la Natura e i Parchi di Israele, all’Autorità per le Antichità di Israele e a molti altri, allo sviluppo dell’antica Gerusalemme in generale e della Valle di Hinnom in particolare, e di fornire accesso al pubblico in Israele e in tutto il mondo, agli abitanti di Gerusalemme e a coloro che amano la città”.
Il Ministero per gli Affari e il Patrimonio di Gerusalemme ha dichiarato: “Durante le vacanze estive e le festività ebraiche, il Ministero gestisce un servizio di navetta gratuito per il pubblico, per opera della East Jerusalem Development Company. Lo scopo di questo sforzo è quello di facilitare l’accesso ai siti turistici nel bacino della Città Vecchia, per le decine di migliaia di visitatori che si recano al Muro Occidentale, al Quartiere Ebraico e al Parco Nazionale della Città di Davide durante questi periodi. Il progetto è finanziato in parti uguali dalla East Jerusalem Development Company e dall’associazione Elad. Il Ministero non stipula contratti direttamente con Elad o con altre associazioni, ma lavora in conformità con i regolamenti… per applicare le decisioni del governo e la politica governativa nel bacino della Città Vecchia”.
L’ufficio dell’amministratore generale ha dichiarato che “il terreno in questione è registrato in base alla legge sulla proprietà assente. Per quanto riguarda il progetto in esame, l’amministratore generale non ha alcun legame con esso; non è stato contattato e non ha dato alcun permesso per esso”.
Secondo l’Autorità israeliana per la natura e i parchi, “l’estensione dell’accordo con Elad per lo sviluppo della Valle di Hinnom come attrazione turistica è stata approvata per legge e come è accettabile nei casi di contratti di questo tipo, come da comitato che supervisiona il processo di gara dell’autorità, nell’ottobre 2021. L’estensione dell’accordo per altri 10 anni è stata richiesta a causa dell’essenza del lavoro e della conservazione dell’area, in linea con i processi a lungo termine e secondo i piani di lavoro che sono stati formulati, presentati e approvati”.
L’Autorità israeliana per le antichità ha offerto questo commento: “Il lavoro dell’associazione Elad per ripulire l’area in questione è stato fatto in coordinamento con l’Autorità israeliana per le antichità e al momento non è mai entrato nel terreno né ha danneggiato resti antichi. L’Autorità sta monitorando attentamente le attività”.
Il Comune di Gerusalemme ha risposto: “Il terreno in questione è di proprietà dell’amministratore generale, sotto la gestione della Hevra Kadisha sefardita, che ha iniziato i lavori di restauro del cimitero di Samboski insieme a Elad. Negli ultimi decenni, il cimitero è stato vandalizzato e profanato, diventando una discarica, in modo irrispettoso e improprio per un sito del genere. Per questo motivo sono in corso lavori di ripristino. Questi lavori sono stati controllati dagli ispettori municipali e sono risultati legittimi. Il Comune continuerà a monitorare l’area per assicurarsi che i lavori vengano eseguiti secondo il permesso concesso”.
L’ex direttore dell’Ente parchi, Shaul Goldstein, non ha rilasciato alcun commento su questo articolo.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
.