di Luisa Morgantini,
Roma, 18 agosto 2022.
L’Associazione AssopacePalestina esprime la sua massima solidarietà alle 6 organizzazioni per la difesa dei diritti umani palestinesi attaccate da Israele. Il loro reato è dire la verità e denunciare le violazioni quotidiane dei diritti umani e della legalità internazionale da parte di Israele.
Questa mattina, le forze di occupazione israeliane hanno invaso gli uffici di 6 delle organizzazioni palestinesi più importanti e riconosciute a livello internazionale per i diritti umani: Al Haq – un’associazione per i diritti umani, Addameer – un’associazione di sostegno ai prigionieri, Bisan – un centro di ricerca e sviluppo per le comunità palestinesi emarginate, Defence for Children International Palestina, Unione dei Comitati del Lavoro Agricolo, Unione dei Comitati delle Donne Palestinesi.
Sono state sfondate le porte degli uffici, sono state sequestrate attrezzature e sono stati emessi ordini militari che dichiaravano la chiusura forzata delle ONG in nome della “sicurezza nella regione, e per combattere un’infrastruttura del terrorismo”.
In vista delle imminenti elezioni israeliane, le autorità israeliane stanno mettendo in campo e rafforzando ulteriori violazioni dei diritti umani, attacchi e bombardamenti nella Striscia di Gaza, incursioni dell’esercito di occupazione nelle città palestinesi, ondate di arresti in Cisgiordania e Gerusalemme, evacuazioni e distruzioni nelle colline a Sud di Hebron e nella Valle del Giordano, attacchi dei coloni alle proprietà e alla popolazione palestinese sotto la protezione dell’esercito israeliano, oltre a esecuzioni sommarie.
Lo scorso ottobre 2021, questi gruppi erano stati arbitrariamente designati come “organizzazioni terroristiche” e dichiarati “associazioni illegali” secondo gli ordini militari israeliani. Da allora, le autorità israeliane hanno omesso di fornire alcuna prova per le loro affermazioni.
Così, il 12 luglio, i portavoce dei ministeri degli esteri di Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Spagna, Svezia e Paesi Bassi hanno emesso una dichiarazione congiunta a sostegno delle sei organizzazioni. La dichiarazione rifiuta la designazione israeliana delle sei come “organizzazioni terroristiche” e afferma che “nessuna informazione sostanziale” è stata ricevuta da Israele che giustificherebbe la revisione della politica europea nei confronti delle sei ONG palestinesi. La dichiarazione ha inoltre riaffermato che i nove Stati membri dell’UE continueranno a cooperare e sostenere la società civile palestinese, in particolare per il suo ruolo indispensabile nella promozione dei valori democratici.
Ma con la solita arroganza, Israele oggi è entrato nella città di Ramallah (che dovrebbe essere controllata dall’Autorità Palestinese), con largo schieramento di forze militari, incurante delle richieste europee.
E non se ne cureranno mai se l’Unione Europea e i suoi governi non decidono di cessare le lamentele e con azioni concrete rendere Israele un paese non più al di fuori della legge.
L’Unione Europea deve difendere e proteggere le organizzazioni, i loro leader, i loro attivisti e le loro sedi, e deve continuarne il finanziamento affinché possano svolgere la loro missione, che è assolutamente essenziale per la difesa della popolazione palestinese e l’avanzamento della causa del diritto nei forum internazionali
Italia ed Unione Europea devono chiedere la riapertura immediata delle sedi e la cancellazione dei decreti governativi e militari emessi nell’ottobre del 2021. Il sistema di apartheid instaurato da Israele e denunciato da tutte le maggiori organizzazioni per la difesa dei diritti umani (a partire dall’organizzazione israeliana B’Tselem e da altre) nei confronti della popolazione palestinese deve essere smantellato, e il popolo palestinese deve essere libero da occupazione militare e colonizzazione.
Luisa Morgantini, Presidente AssoPacePalestina
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