di Yumna Patel,
Mondoweiss, 27 luglio 2022.
I nuovi insediamenti taglierebbero di fatto Gerusalemme Est dalla Cisgiordania meridionale. “Politicamente, si tratta di un piano strategico che colpirà la possibilità di un continuum urbano palestinese a Gerusalemme Est”, ha dichiarato l’osservatorio degli insediamenti Peace Now.
Il Comune israeliano di Gerusalemme ha presentato piani per 1.400 nuove unità di insediamento nella Gerusalemme Est occupata, una mossa che renderebbe praticamente impossibile mantenere un continuum di quartieri e aree palestinesi nella città.
I piani, presentati lunedì, prevedono che le 1.400 nuove unità vengano costruite in un’area a nord-ovest della città di Betlemme, nella Cisgiordania occupata, al confine tra i quartieri palestinesi di Beit Safafa e Sur Baher a Gerusalemme Est.
I nuovi insediamenti verrebbero costruiti su entrambi i lati della Linea Verde, creando di fatto un collegamento con l’insediamento esistente di Har Homa, a nord-est di Betlemme, e isolando ulteriormente il perimetro meridionale di Gerusalemme Est da Betlemme e dal resto della Cisgiordania meridionale.
Delle 1.400 unità abitative, 750 sono destinate al nuovo insediamento di Givat Hamatos e verrebbero costruite sull’ultimo terreno rimasto del quartiere palestinese di Beit Safafa, racchiudendovi i residenti e spegnendo ogni speranza di crescita e sviluppo del loro quartiere.
Con una superficie di circa 19 ettari, i piani taglierebbero anche l’ultimo corridoio rimasto per collegare Beit Safafa e il quartiere palestinese di Sharafat al resto di Gerusalemme Est.
“Politicamente, si tratta di un piano strategico che bloccherà la possibilità di un continuum urbano palestinese a Gerusalemme Est”, ha dichiarato l’osservatorio degli insediamenti Peace Now in un suo rapporto.
L’approvazione è arrivata sulla scia della visita in Israele del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, durante la quale egli ha riaffermato il suo sostegno alla soluzione dei due Stati – un’ipotesi che i palestinesi considerano sempre più impraticabile, in gran parte a causa dell’espansione degli insediamenti in luoghi come Gerusalemme Est, che i palestinesi richiedono come capitale per il loro futuro Stato.
La discussione iniziale sulla promozione dei nuovi insediamenti era stata programmata per il 18 luglio, ma per evitare potenziali contestazioni durante la visita di Biden, la discussione è stata posticipata a una settimana dopo, subito dopo la conclusione del viaggio di Biden nella regione.
Gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati sono considerati illegali secondo il diritto internazionale e sono considerati uno dei maggiori ostacoli al raggiungimento dello Stato palestinese.
Nonostante il loro status illegale secondo il diritto internazionale, il governo israeliano ha continuato a promuovere l’espansione a ritmo rapido degli insediamenti nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est.
Contemporaneamente, l’edilizia palestinese a Gerusalemme Est è in gran parte vietata, in quanto la municipalità israeliana approva raramente i piani di zonizzazione o i permessi di costruzione palestinesi.
Dall’occupazione di Israele e dall’annessione illegale di Gerusalemme Est nel 1967, non è stato approvato o pianificato un solo nuovo quartiere per i palestinesi nella città. Nel frattempo, secondo Peace Now, almeno 12 insediamenti israeliani e più di 57.000 case sono state approvate per i coloni israeliani nella città. Nello stesso periodo di tempo, il governo israeliano ha avviato progetti per appena 600 case palestinesi nella città.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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