19 maggio 2022.
Pedro Almodovar, Susan Sarandon, Tilda Swinton, Mark Ruffalo, Eric Cantona, Miriam Margolyes, Jim Jarmusch, Naomi Klein e Peter Gabriel chiedono “misure significative per garantire che sia chiesto il conto dell’uccisione di Shireen Abu Akleh e di tutti gli altri civili palestinesi”.
Più di cento artisti, tra cui star di Hollywood, autori acclamati e musicisti di spicco, hanno condannato l’uccisione da parte di Israele della stimata giornalista palestinese Shireen Abu Akleh.
Gli attori Susan Sarandon, Tilda Swinton, Mark Ruffalo, Kathryn Hahn e Steve Coogan sono tra i firmatari di una lettera aperta che chiede “piena responsabilità per gli autori di questo crimine e per tutti coloro che lo hanno autorizzato”.
Abu Akleh, nota in tutto il mondo arabo per aver denunciato l’occupazione e il sistema di apartheid di Israele, è stata uccisa la settimana scorsa mentre indossava un giubbotto antiproiettile con la scritta PRESS. Il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem ha respinto i tentativi dei leader israeliani di sviare le responsabilità.
In una dichiarazione congiunta, i registi Pedro Almodovar, Carol Morley, Boots Riley, Asif Kapadia e Michael Winterbottom si uniscono ai musicisti Tom Morello, Massive Attack, Ben UFO e Seun Kuti nel sostenere le richieste dei gruppi palestinesi per i diritti umani di “misure proporzionate e mirate per chiedere conto a Israele dei suoi crimini e per porre fine alla sua impunità”.
Susan Sarandon ha aggiunto: “Sono rattristata e arrabbiata per l’omicidio di Shireen Abu Akleh e per il terribile attacco al suo funerale. Ora so più che mai che senza una seria responsabilizzazione e serie misure da parte dei nostri governi, l’apartheid e l’occupazione non finiranno presto”.
Gli artisti e i personaggi pubblici hanno criticato un “modello di violenza, molestie e intimidazioni contro i giornalisti palestinesi che stanno facendo luce su ciò che Amnesty International, Human Rights Watch e la principale organizzazione israeliana per i diritti umani, B’Tselem, hanno descritto come un sistema di apartheid imposto al popolo palestinese”.
Citando la risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, gli autori Colm Tóibín, Kamila Shamsie, Arundhati Roy, Philip Pullman e Monica Ali hanno invitato i governi occidentali a “porre fine alla loro ipocrisia e ad agire con coerenza nell’applicazione del diritto internazionale e dei diritti umani”.
I firmatari, che includono l’attore ed ex calciatore Eric Cantona, la scrittrice Naomi Klein, la DJ Marea Stamper (The Blessed Madonna) e lo scrittore ed economista Yanis Varoufakis, hanno concluso: “Non ci devono essere due pesi e due misure quando si tratta del diritto umano fondamentale alla libertà dalla persecuzione e dall’oppressione e del diritto alla vita e alla dignità”.
La lettera completa:
Siamo profondamente turbati dall’uccisione da parte delle forze di occupazione israeliane della stimata giornalista palestinese Shireen Abu Akleh, mentre arrivava, indossando un giubbotto stampa chiaramente contrassegnato, per riferire su un’incursione israeliana nella città occupata di Jenin, mercoledì scorso. Mentre piangiamo la sua perdita, chiediamo la piena responsabilizzazione degli autori di questo crimine e di tutti coloro che lo hanno autorizzato.
L’attacco delle forze israeliane pesantemente armate contro i partecipanti palestinesi al funerale ci ha ulteriormente sgomentato e inorridito. I soldati hanno picchiato e preso a calci i partecipanti e i portatori del feretro nel cortile dell’Ospedale San Giuseppe, nella Gerusalemme Est occupata, per impedire loro di portare la bara di Abu Akleh e di marciare verso la chiesa per il servizio funebre previsto.
Cosa dobbiamo pensare della sfacciataggine e della crudeltà di questo attacco alla dignità umana?
L’uccisione di Shireen Abu Akleh è una grave violazione del diritto umanitario internazionale e un attacco al giornalismo e alla libertà di espressione. Esperti di diritti umani dell’ONU e di varie nazioni hanno affermato che il fatto potrebbe costituire un crimine di guerra e dovrebbe essere oggetto di un’indagine internazionale indipendente e trasparente. Eppure, si tratta di un evento tutt’altro che isolato.
Dal 2000 le forze israeliane hanno ucciso 45 giornalisti e ne hanno feriti molti altri, semplicemente perché facevano il loro lavoro. Questi crimini fanno parte di un modello di violenza, molestie e intimidazioni contro i giornalisti palestinesi che fanno luce su ciò che Amnesty International, Human Rights Watch e la principale organizzazione israeliana per i diritti umani, B’Tselem, hanno descritto come un sistema di apartheid imposto al popolo palestinese.
Da molti anni i gruppi palestinesi per i diritti umani e della società civile chiedono alla comunità internazionale di adottare misure proporzionate e mirate per chiedere conto a Israele dei suoi crimini e per porre fine alla sua impunità. Sosteniamo pienamente questo appello.
Quando le politiche di Israele violano palesemente le leggi e le norme internazionali, è perché le potenze occidentali hanno costantemente fornito una copertura diplomatica perché potesse farlo. Non è passato inosservato che, mentre i nostri governi si sono affrettati a imporre boicottaggi e sanzioni a tappeto in risposta all’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia e alla crudeltà dei suoi attacchi contro la popolazione civile, gli stessi governi continuano a finanziare e a proteggere l’occupazione pluridecennale di Israele e le gravi violazioni dei diritti umani contro i palestinesi.
Nel frattempo, i nostri governi adottano misure antidemocratiche per reprimere le campagne di pressione nonviolente dei loro stessi cittadini, volte a chiedere il conto a Israele e alle aziende e istituzioni che sono complici del suo sistema di oppressione.
Chiediamo ai nostri governi di porre fine alla loro ipocrisia e di agire con coerenza nell’applicazione del diritto internazionale e dei diritti umani. Li invitiamo ad adottare misure significative per garantire che sia chiesto il conto dell’uccisione di Shireen Abu Akleh e di tutti gli altri civili palestinesi. Non ci devono essere due pesi e due misure quando si tratta del diritto umano fondamentale alla libertà dalla persecuzione e dall’oppressione e del diritto alla vita e alla dignità.
Firmatari:
Khalid Abdalla, actor
Sama Abdulhadi, DJ
Hany Abu Assad, film director
Tunde Adebimpe, musician
Ahsan Akbar, poet
Yasmine Al Massri, actor
Omar Al Qattan, film director
Monica Ali, author
Candace Allen writer
Pedro Almodovar, film director
Anthony Anaxagorou, poet
Ramin Bahrani, film director
Adam Bakri, actor
Saleh Bakri, actor
Clio Barnard, film director
Joslyn Barnes, producer
David Barsamian, author
Roy Battersby, TV director
Sarah Beddington, filmmaker, artist
Ronan Bennett, author, screenwriter
Frances Black, singer
Nicholas Blincoe, author
Iciar Bollain, film director
Juan Diego Botto, actor
Haim Bresheeth, filmmaker, scholar
Victoria Brittain, writer
Adam Broomberg, artist
David Calder, actor
Carmen Callil, publisher, writer
Eric Cantona, actor
Iggor Cavalera, musician
Sidi Larbi Cherkaoui, choreographer
Julie Christie, actor
Isabel Coixet, film director
Steve Coogan, actor, comedian
Mark Cousins, writer, director
Liam Cunningham, actor
Selma Dabbagh, writer
Cherien Dabis, film director
William Dalrymple, author
Angela Davis, author
Andy de la Tour, actor
Jeremy Deller, artist
Stephen Dillane, actor
Sara Driver, film director
Ben Ehrenreich, author
Brian Eno, musician
Jodie Evans, producer
Shepard Fairey, artist
David Farr, writer, director
Bella Freud, designer
Peter Gabriel, musician
Costa-Gavras, film director
Michèle Ray Gavras, film producer
Trevor Griffiths, playwright, screenwriter
Kathryn Hahn, actor
Charles Hayward, musican
M Imhotep, musician
Nicolás Jaar, musician
Gemma Jackson, production designer
Jim Jarmusch, film director
Asif Kapadia, film director
Aki Kaurismaki, film director
John Keane, artist
Brigid Keenan, author
Patrick Keiller, filmmaker
Peter Kennard, artist
AL Kennedy, author
Jennine Khalik, journalist
Shaka King, film director
Naomi Klein, author, activist
Peter Kosminsky, screenwriter, director
Jan Kounen, film director
Nancy Kricorian, author
Hari Kunzru, author
Seun Kuti, musician
Lankum, band
Paul Laverty, screenwriter
Mike Leigh, film director
Laima Leyton musician, artist
Jim Loach, film director
Ken Loach, film director
Dónal Lunny, musician
Mahmood Mamdani, author
Miriam Margolyes, actor
Kika Markham, actor
Yann Martel, author
Emer Martin, author
Mai Masri, film director
Massive Attack, band
Rakan Mayası, film director
Kleber Mendonça Filho, film director
Christy Moore, musician
Thurston Moore, musician
Tom Morello, musician
Carol Morley, film director
Laura Mulvey, film scholar
Karthika Nair, poet
Mira Nair, film director
Courttia Newland, author, screenwriter
Pratibha Parmar, film director
Maxine Peake, actor
Aubrey Powell, designer
Philip Pullman, author
Stephen Rea, actor
Boots Riley, screenwriter, director
Bruce Robbins, author, literary scholar
Olga Rodriguez, author
Jacqueline Rose, author, scholar
Arundhati Roy, author
Mark Ruffalo, actor
Alberto San Juan, actor
Susan Sarandon, actor
Alexei Sayle, comedian, author
James Schamus, screenwriter, producer
Nick Seymour, musician
Kamila Shamsie,author
Tai Shani, artist
Alia Shawkat, actor
Marea Stamper, DJ
Juliet Stevenson, actor
Tilda Swinton, actor
Colm Tóibín, author
Ricky Tomlinson, actor
Ben UFO, DJ
V (formerly Eve Ensler), author, playwright
Yanis Varoufakis, author
Mirza Waheed, author
Harriet Walter, actor
Roger Waters, musician
Irvine Welsh, author
Monique Wilson, actor, activist
Jane Wilson, artist
Louise Wilson, artist
Michael Winterbottom, film director
Penny Woolcock, screenwriter, director
Susan Wooldridge, actor
Robert Wyatt, musician
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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