di Jonathan Kuttab,
FOSNA, 5 maggio 2022.
Da anni, il clero cristiano di Gerusalemme lamenta una serie continua di aggressioni, insulti, attacchi e varie forme di molestie da parte dei coloni ebrei nella Città Vecchia, nonché la deturpazione delle proprietà e dei cimiteri cristiani. Denuncia anche quella che sembra essere un’ostinata campagna da parte di gruppi ebrei per impadronirsi delle proprietà della chiesa a Gerusalemme e dintorni, usando forti pressioni, accordi fatti con funzionari ecclesiastici corrotti, documenti falsi e offerte esagerate fatte ad avidi affittuari di proprietà della chiesa. La risposta delle autorità israeliane è sempre stata che tali attività costituiscono atti individuali di una frangia di estremisti ebrei che odiano i cristiani, e che rappresentano un problema tanto per le autorità quanto per le Chiese cristiane. Le autorità hanno sostenuto di non avere alcun interesse ad alterare lo status quo o a violare i diritti dei cristiani (o anche dei musulmani) nella Città Santa.
Quest’anno si è verificata un’escalation di tali attacchi, e sono anche aumentate le prove di un coinvolgimento diretto del governo israeliano. Mentre l’attenzione mondiale si è concentrata principalmente sulla Moschea di Al-Aqsa e sulla minaccia degli estremisti ebrei che tentano di impossessarsi, pregare e persino condurre sacrifici di animali ad Al-Aqsa, poca attenzione è stata posta alle lamentele dei cristiani. Inoltre, gli attacchi ebraici contro i cristiani palestinesi non sono una cosa che Israele si è dato la pena di riconoscere, contando come sempre sull’acquiescenza occidentale. Nel frattempo, i cristiani occidentali sono stati spesso riluttanti a riconoscere la propria colpevolezza o ad affrontare la loro vergognosa storia di persecuzione antiebraica che è certamente tra le cause di questa crisi. Entrambe le parti sembravano perfettamente contente di lasciare i cristiani palestinesi (una comunità emarginata all’interno di una comunità emarginata) a sopportare da soli il peso dell’aggressione estremista e a pagare il prezzo, si potrebbe dire, per i peccati dell'”Europa cristiana”. Ignorare o negare le azioni degli estremisti ebrei sembra essere una posizione comoda da prendere.
Quest’anno, per la prima volta, la polizia israeliana ha annunciato che avrebbe limitato il numero di fedeli alla Chiesa del Santo Sepolcro per la cerimonia del Fuoco Santo di Pasqua a 1000 persone (la chiesa ne contiene circa 11.000) e avrebbe limitato il numero di cristiani ammessi nella Città Vecchia il giorno di Pasqua a soli 500. Dopo un ricorso all’Alta Corte, il numero di fedeli in chiesa è stato aumentato a 4000. La polizia ha apertamente limitato l’accesso ai fedeli cristiani palestinesi e a quelli di lingua araba, mentre allo stesso tempo ha permesso ai turisti stranieri e ai coloni ebrei di accedere all’area intorno alla chiesa. Nel frattempo, un gruppo di coloni ha fatto irruzione e ha occupato alcune vicine proprietà della Chiesa, sostenendo di aver acquistato i diritti su queste proprietà (con un accordo molto oscuro e contestato in tribunale).
Questi fatti sono stati una fonte di grave preoccupazione per i cristiani locali. Il centro Sabeel di Gerusalemme ci ha comunicato le dichiarazioni del patriarca greco-ortodosso in risposta a questi eventi e ci ha chiesto di sollevare queste preoccupazioni presso i gruppi ecclesiastici competenti e i responsabili politici qui negli Stati Uniti.
Il motivo per cui tali azioni sono aumentate sembra essere il risultato di una combinazione di vari fattori. Gli estremisti israeliani non sono più un gruppo marginale in Israele, ma sono ora apertamente rappresentati nella Knesset, anche all’interno del governo. Devono essere accontentati se si vuole che la fragile coalizione del governo israeliano sopravviva. Cosa ancora più importante, questi fanatici religiosi stanno ora inserendo i loro piani come parte integrante dell’obiettivo sionista del controllo esclusivo degli ebrei su Gerusalemme, che essi sostengono debba essere una città ebraica sotto il solo controllo di Israele. I sionisti laici che non hanno alcun interesse in una guerra religiosa con i musulmani o con i cristiani sono comunque felici di affermare le rivendicazioni ebraiche esclusive su Gerusalemme come un obiettivo nazionale e politico.
I conflitti religiosi sono particolarmente terribili perché suscitano odio e animosità in nome di Dio e quindi non sono aperti alla discussione o al dibattito razionale. A Gerusalemme, così centrale per l’Islam, il Giudaismo e il Cristianesimo, è facile fomentare il sentimento religioso e metterlo al servizio di qualche fine politico.
I sionisti cristiani usano anche argomenti religiosi (sebbene spuri) per sostenere le loro posizioni politiche, sostenendo che il sostegno agli obiettivi sionisti a Gerusalemme è in qualche modo parte del piano di Dio per la fine dei tempi. È vergognoso che tali gruppi non solo sostengano gli estremisti religiosi ebrei, ma mostrino anche una chiara ostilità verso i musulmani e l’Islam, e molti sarebbero felici di vedere una sanguinosa e catastrofica guerra religiosa che, secondo il loro pensiero, porterebbe all’Armageddon e affretterebbe la Seconda Venuta.
Noi del FOSNA (Friends of Sabeel North America, organizzazione cristiana non-confessionale, NdT) rifiutiamo l’estremismo religioso da tutte le parti (che sia ebreo, musulmano o cristiano). Affermiamo posizioni che sostengono la dignità umana e la libertà di religione per tutti. Incoraggiamo il libero accesso ai Luoghi Santi per gli autentici credenti che cercano di adorare Dio “in spirito e verità” piuttosto che abusare del nome di Dio usandolo per affermare rivendicazioni politiche esclusive per il proprio gruppo particolare a spese degli altri. Il delicato equilibrio sancito dagli storici accordi dello “Status Quo” deve essere meticolosamente osservato, e le rivendicazioni esclusiviste a nome di una qualsiasi delle tre religioni dovrebbero essere contrastate in quanto ricetta di sicuro disastro per tutti gli interessati. Gerusalemme è troppo importante per essere dominio esclusivo di un solo gruppo, e deve essere condivisa da tutti.
Preghiamo per la pace di Gerusalemme e per la sicurezza e la prosperità di tutti coloro che l’hanno a cuore (Salmo 122:6).
Ora passa all’azione e firma le due petizioni seguenti:
Stai con Alice Walker: L’antisionismo NON è antisemitismo! Molte grazie a NorCal Friends of Sabeel per aver portato questo alla nostra attenzione. Con loro, chiediamo al Bay Area Book Festival di ripristinare immediatamente il loro invito ad Alice Walker –combattente per i diritti civili e umani, attivista contro la guerra, femminista e autrice di fama mondiale vincitrice del premio Pulitzer per Il Colore Viola– a partecipare al loro festival annuale a Berkeley, CA. Condanniamo fermamente la decisione del festival di cancellare la partecipazione di Alice Walker sulla base di accuse spurie di antisemitismo che equiparano falsamente l’opposizione alle politiche discriminatorie di Israele sionista all’odio per il popolo ebraico. Non ci può essere niente di “progressista” senza la Palestina!
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La libertà religiosa è sotto attacco in Terra Santa. Le immagini provenienti da Gerusalemme nelle ultime settimane sono state scioccanti, sia ad Al-Aqsa che alla Chiesa del Santo Sepolcro, dove ai fedeli cristiani palestinesi è stato negato l’accesso, spesso con la violenza, alla città vecchia e alla chiesa per celebrare la Pasqua. Israele cerca continuamente di limitare e interrompere violentemente il culto dei musulmani e dei cristiani nella Città Santa di Gerusalemme. Ci rivolgiamo a voi oggi a nome di Sabeel Jerusalem esortandovi a firmare e condividere qui sotto la petizione per la libertà di culto. Ulteriori azioni su questo fronte sono imminenti e vi terremo informati.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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