Lettera aperta dei Giovani Palestinesi d’Italia e dei rappresentanti del Senato Accademico per la cessazione degli accordi tra l’Università degli Studi di Milano e l’Università di Ariel

Mar 27, 2022 | Notizie

Lettera aperta dei Giovani Palestinesi d’Italia e dei rappresentanti del Senato Accademico per la cessazione degli accordi tra l’Università degli Studi di Milano e l’Università di Ariel.

AssopacePalestina invita studenti e docenti a sottoscrivere la lettera dei Giovani Palestinesi d’Italia e degli studenti  rappresentanti del Senato Accademico dell’Università degli Studi di Milano,  per sensibilizzare la comunità universitaria sulla problematicità dell’accordo tra Milano e l’ Università di Ariel, situata nella colonia illegale di Ariel, visto che è stata costruita nei territori occupati da Israele nel 1967. Qui in allegato trovate il testo della lettera e il link al google form per firmarla:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSd0FTi1HxWtQyoA83E7YssFMBtVr_yQs220HbQFcFB1dEDhAQ/viewform

Milano, 28.02.2022

Alla cortese attenzione:
Rettore Franzini Elio
Prorettore Vicario Maria Pia Abbracchio
Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali
Prof. Gian Battista Bischetti
Direttore del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente
Prof. Paolo Cortesi
Responsabile dell’Ufficio Accordi e Progetti Internazionali per la Didattica e la Formazione
Dott.ssa Monica Sinibaldi

Con la presente i sottoscritti, in qualità di rappresentanti degli studenti, studenti e Docenti dell’Università
Statale di Milano, desiderano sottoporre all’attenzione di chi di competenza il recente accordo concluso
dall’Università degli Studi di Milano e l’Università di Ariel.
L’Università di Ariel sorge in insediamenti illegalmente costruiti su territori palestinesi in Cisgiordania. La
Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, e la Striscia di Gaza sono state occupate da Israele nel 1967 e
sono considerate a livello internazionale come Territorio Palestinese Occupato.

Non abbiamo potuto evitare di notare con allarme che il nostro Ateneo (in particolare la Facoltà di
Scienze Agrarie e Alimentari) ha stipulato un accordo di mobilità per studenti con tale Università, stabilita
nell’omonimo insediamento illegale ubicato nel cuore della Cisgiordania. Tale accordo risulta non in
conformità ai principi sottolineati dal Codice Etico e del Regolamento Generale dell’Ateneo. In
particolare, l’azione dell’Università degli Studi di Milano si ispira “ai principi e ai valori riconosciuti dalla
Costituzione della Repubblica Italiana, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e dagli
altri atti e convenzioni internazionali sui diritti umani, con particolare riferimento a quelli che trovano
espressione nelle norme poste a tutela della conoscenza e del suo sviluppo, della ricerca, della formazione
e della cultura, in quanto fondamenti essenziali della pacifica convivenza fra esseri umani.”(Art.7
Regolamento d’Ateneo e Preambolo Codice Etico).

Come è già stato ribadito in diverse occasioni da molteplici organismi internazionali, fra cui il Consiglio
per i Diritti Umani e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, gli insediamenti israeliani nei Territori
Palestinesi Occupati costituiscono una grave violazione del diritto internazionale.
Fra le varie risoluzioni adottate dagli organismi internazionali citiamo in particolare la Risoluzione 2334,
approvata il 23 dicembre 2016 dal Consiglio di Sicurezza ONU, che – riconfermando quanto disposto in

precedenti risoluzioni tra cui le 242 (1967), 338 (1973), 446 (1979), 452 (1979), 465 (1980), 476 (1980), 478
(1980), 1397 (2002), 1515 (2003 e 1850 (2008) – afferma che la costituzione da parte di Israele di colonie
nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967, compresa Gerusalemme Est, “non ha validità legale e
costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale” e insiste nel richiedere a Israele di
interrompere immediatamente e completamente tutte le attività di colonizzazione in tali territori,
intimandolo al rispetto dei propri obblighi a tal proposito.

Dal punto di vista del diritto internazionale pattizio e consuetudinario, infatti, la Quarta Convenzione di
Ginevra del 1949 all’art. 49(6) proibisce il trasferimento della popolazione civile della potenza occupante
nel territorio da essa occupato militarmente. Tale pratica è stata poi riconosciuta come “grave infrazione”
e conseguentemente come crimine di guerra dall’art. 85(4)(a) del Protocollo Aggiuntivo I alle
Convenzioni di Ginevra.
Inoltre, il trasferimento da parte di una potenza occupante di parte della sua popolazione civile all’interno
dei territori occupati al fine di colonizzarli integra un crimine di guerra ex art. 8(2)(b)(viii) para. 1 dello
Statuto di Roma. Tale aspetto è ora più che mai rilevante, in quanto i crimini internazionali commessi in
Israele/Palestina sono attualmente sotto esame presso la Corte Penale Internazionale (Cpi), la quale è
stata chiamata a stabilire le responsabilità penali anche per la fattispecie di reato prevista proprio
dall’istituzione di colonie nei territori occupati.

Alla luce di quanto sopra, esprimiamo massima preoccupazione rispetto alla decisione del nostro Ateneo
di concludere accordi di scambio con tale istituzione, rendendosi complice di queste e potenzialmente
ulteriori violazioni.

Per le medesime ragioni, già nel 2012 il Consiglio dei Presidenti delle università israeliane, che rappresenta
tutte le università di Israele, ha presentato una petizione all’Alta Corte di Giustizia contro il
riconoscimento dell’Ariel University Center come università a pieno titolo (Talila Nesher, “Israeli
University Heads Petition High Court Against Recognition of Ariel University”, Haaretz, Aug. 20, 2012).
Inoltre, dal 2018, decine di istituzioni accademiche europee ed israeliane hanno rifiutato accordi di
cooperazione con l’Università di Ariel. Nello stesso anno, alcuni accademici in una lettera aperta al
quotidiano britannico The Guardian hanno voluto motivare il loro rifiuto a partecipare a una conferenza
scientifica in corso ad Ariel, intimando a non lasciare che “la scienza legittimi l’occupazione israeliana dei
Territori Occupati” (The Guardian, “Don’t let science legitimise Israeli occupation of Palestinian territories”, 31
August 2018).
Da ultimo, di recente, l’Università di Firenze (Chiara Cruciati, “Tre università Ue rompono con Ariel, l’ateneo
coloniale”, 01 April 2021), l’Università di Valencia (Universitat de València, Consell de Govern 8 d’Octubre

de 2019) e l’Istituto di Ricerca Tecnologica Antoine de Saint-Exupéry (AURDIP, “Suite à l’intervention de
l’AURDIP, l’IRT Saint-Exupéery met fin à son partenariat avec l’Université d’Ariel”, 11 January 2021) hanno
rescisso accordi precedentemente posti in essere, proprio in seguito a proteste e campagne di
sensibilizzazione sul tema poste in essere dagli studenti.
Inoltre, nel 2021, più di 500 accademici europei ed israeliani hanno sottoscritto una lettera con la quale
esortano l’Unione Europea ad interrompere la legittimazione ed il finanziamento dell’Università di Ariel
(No Academic Business as Usual with Ariel University, “Ariel University and Horizon 2020: the EU is
legitimizing Israel’s illegal settlements”, 23 March 2021).

Sebbene nel 2019, in risposta all’appello della campagna No Ariel Ties // No Academic Business as Usual
with Ariel University, diversi accademici italiani facenti parte della Società Italiana di Studi sul Medio Oriente
abbiano indirizzato una lettera al ministro Bussetti in cui hanno chiesto ufficialmente la sospensione delle
relazioni fra il Ministero dell’Istruzione italiano e l’Università coloniale israeliana (SeSaMo, Società per gli
Studi sul Medio Oriente, “Università israeliana di Ariel – lettera al MIUR”), tale iniziativa sembra non avere
sortito alcun effetto.
Questo prolungato silenzio da parte delle istituzioni è percepito con sempre maggiore gravità da parte
della comunità studentesca, di cui riportiamo con la presente tutte le preoccupazioni e le perplessità.
Alla luce di quanto sopra chiediamo pertanto che il nostro Ateneo rescinda il rapporto in essere con
l’Università di Ariel; chiediamo inoltre che si astenga dalla conclusione di nuovi accordi e che rifiuti ogni
forma di collaborazione con qualsivoglia ateneo situato negli insediamenti illegali ai sensi del diritto
internazionale.

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