Quanto abbiamo bisogno oggi del martire Arafat

Palestinian leader Yasser Arafat smiles while meeting with Luisa Morgantini, an Italian member of European Parliament, at his compound in Ramallah, 28 September 2003. Arafat, who has been sidelined by the United States and lives under Israel’s threat to expel him, is expected to entrust the new cabinet with more power than that accorded to former premier Mahmud Abbas, who resigned amid a battle over control of the security apparatus. AFP PHOTO/JAMAL ARURI (Photo credit should read JAMAL ARURI/AFP/Getty Images)

Editoriale Al Quds 12.11.2021

Nel 17° anniversario del martirio del presidente Yasser Arafat, la causa palestinese sta attraversando i suoi momenti più duri e critici. Ci sono cospirazioni contro di essa da tutte le direzioni, volte ad eliminarla e senza che il mondo prenda provvedimenti pratici o punitivi contro Israele, che approfitta della condizione palestinese divisa per attuare le sue politiche di annessione ed espansione e per impedire l’instaurazione di un stato palestinese indipendente.

A livello interno palestinese, c’è solo un modo per dirlo: la divisione è sulla buona strada per diventare una separazione a causa del fatto che entrambe le parti non rinunciano ai loro interessi di fazione per il bene nazionale. Ciò è particolarmente rilevante visti i crescenti attacchi per eliminare la causa, utilizzando ogni possibile strumento per impedire al nostro popolo di realizzare i propri sogni di aspirazioni di libertà e indipendenza.

A livello arabo, molti paesi arabi si sono ritirati nella loro posizione sulla causa palestinese, che era la causa centrale per il mondo arabo. Alcuni dei paesi si sono normalizzati con Israele senza nulla in cambio a livello del conflitto arabo-palestinese con Israele.

Ci sono anche diversi paesi arabi preoccupati per i propri problemi interni dopo che le guerre civili hanno distrutto i loro paesi e sfollato milioni della loro gente nei paesi vicini e occidentali.

Nel frattempo, ai paesi islamici è sufficiente rilasciare dichiarazioni di condanna senza esercitare alcuna pressione sulla comunità internazionale affinché attui le proprie risoluzioni relative alla causa palestinese. questo dovrebbe essere in cima alle liste di priorità di questi paesi dato che Israele ha già diviso le moschee Aqsa e Ibrahimi.

Il mondo non riconosce i deboli, solo i forti. Inoltre, Israele si considera al di sopra della legge e delle risoluzioni e convenzioni internazionali poiché esercita così tanto potere anche se ha solo pochi decenni.

A questo punto, abbiamo un disperato bisogno del defunto presidente Arafat, soprattutto a livello di unità nazionale, che ha incarnato. Non dimenticheremo mai le sue parole: Esercitiamo la democrazia nella giungla delle armi”. Può questo anniversario essere l’inizio per riconquistare la nostra unità nazionale e porre fine a questa rovinosa e vergognosa divisione, che ha fatto tanto male alla nostra causa?

Quanto, in questa fase, abbiamo bisogno di rivalutare l’intera fase e ricostruire l’OLP per assorbire tutti, sulla base di una vera partnership, un programma d’azione unificato e una strategia chiara per porre fine all’occupazione e ai suoi crimini insieme a i suoi coloni, che hanno causato scompiglio e distruzione in tutti i territori palestinesi. (Al Quds)

Traduzione a cura di Assopace Palestina

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