Perché gli Stati Uniti e i paesi europei non riconoscono lo stato della Palestina?

Editoriale Al Quds


Israele è andato più lontano che mai nelle sue misure arbitrarie e nei crimini contro il nostro
popolo, la terra e i luoghi santi e nel suo rifiuto delle risoluzioni internazionali relative alla causa
palestinese, mentre il mondo non adotta alcuna misura pratica per attuare la visione
internazionale di due -soluzione statale. Tuttavia, non sarebbe mai in grado di continuare in
questo modo se gli Stati Uniti e i paesi europei, che sposano la democrazia ei diritti umani,
prendessero provvedimenti per tenere a freno Israele, costringerlo a fermare i suoi crimini e
ascoltare la volontà internazionale.
Riteniamo che se i paesi europei e gli Stati Uniti riconoscessero uno Stato palestinese, che oltre
150 paesi nel mondo già riconoscono, ciò potrebbe portare non solo a fermare le violazioni
israeliane, ma potrebbe anche essere un precursore per l’istituzione di uno stato palestinese
indipendente sulla terra palestinese occupata nel 1967, con Gerusalemme come capitale. Ciò è
particolarmente fattibile dato che le risoluzioni dell’ONU e del Consiglio di sicurezza confermano
che queste terre sono occupate e che Israele deve ritirarsi da esse.
Quindi, dal momento che l’Europa e gli Stati Uniti considerano occupata la terra palestinese del
1967, perché non riconosceranno uno stato palestinese e costringeranno Israele a porre fine alla
sua occupazione?
È chiaro che questa mancanza di riconoscimento è ciò che sta incoraggiando Israele a continuare
senza sosta con i suoi crimini e le sue misure contro il nostro popolo. la loro mancanza di
riconoscimento di questo stato, che l’ONU ha riconosciuto come stato osservatore, dà a Israele più
tempo per annettere più terra, costruire più insediamenti ed espellere o persone in modo che
possano realizzare la visione sionista del Grande Israele. Il primo passo per realizzare questa
visione, senza dubbio, è impedire la creazione di uno stato palestinese e annettervi la Cisgiordania,
le alture del Golan siriane e le fattorie libanesi di Shebaa, se non di più.
Tutto ciò significa che i palestinesi non dovrebbero scommettere su questi paesi, ma piuttosto sul
nostro popolo. Dobbiamo fare sul serio nel riconquistare la nostra unità nazionale e rinunciare alle
controversie e riaffermare che il problema principale è con l’occupazione. Eventuali conflitti
interni sono secondari e possono essere risolti in tandem nel corso della nostra lotta nazionale
contro l’occupazione attraverso la continua resistenza popolare, che è sostenuta da tutti noi.
Senza questo, continueremo a orbitare in un circolo vizioso mentre l’occupazione continua le sue
politiche di annessione, espansione, israelizzazione e profanazione dei nostri luoghi santi, in primis
la Moschea di Aqsa. (Al Quds)

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