Rapporto OCHA 19 ottobre – 1 novembre 2021

Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi occupati

per il periodo  19 ottobre – 1 novembre 2021

La versione in italiano dei rapporti ONU OCHA è a cura dell’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli: https://sites.google.com/site/assopacerivoli/materiali/rapporti-onu/rapporti-settimanali-integrali

 di seguito il completo del Rapporto ONU OCHAoPt (745 parole) 

In Cisgiordania le forze israeliane hanno ferito 103 palestinesi [seguono dettagli]. Cinquantasei di loro sono rimasti feriti durante le ricorrenti proteste contro le attività di insediamento [colonico israeliano] nei pressi di Beita (37) e Beit Dajan (19), nel governatorato di Nablus. Altri venti [dei 103] sono rimasti feriti negli scontri tra forze israeliane e palestinesi che protestavano per i danni arrecati dalle autorità israeliane alle tombe palestinesi fuori dalla Città Vecchia di Gerusalemme. Nel totale sono compresi anche i dieci feriti registrati nel corso di operazioni di ricerca-arresto condotte nei governatorati di Jenin e Hebron e nel Campo profughi di Qalandiya (Gerusalemme), e altri tre feriti a Hebron e Nablus in scontri presso checkpoints. Nel complesso, cinque palestinesi sono stati colpiti da proiettili veri, 25 da proiettili di gomma, 12 sono stati aggrediti fisicamente o colpiti da bombolette di gas lacrimogeno; i rimanenti sono stati curati per inalazione di gas lacrimogeno. Oltre a quelli feriti direttamente dalle forze israeliane, tre palestinesi sarebbero stati feriti nei villaggi di Beita e Beit Fajjar (Betlemme), mentre scappavano dalle forze israeliane, o in circostanze che non è stato possibile verificare. Inoltre, a Hebron, un soldato israeliano è stato leggermente ferito da un sasso lanciato da un palestinese.
 
In Cisgiordania le forze israeliane hanno effettuato 79 operazioni di ricerca-arresto, arrestando 109 palestinesi. Il maggior numero di operazioni è stato registrato in Betlemme, seguita da Gerusalemme.
 
In almeno 27 occasioni, in Gaza, vicino alla recinzione perimetrale ed al largo della costa, le forze israeliane hanno aperto il fuoco di avvertimento [verso palestinesi], apparentemente per far rispettare le restrizioni di accesso [loro imposte]. Non sono stati segnalati feriti. Inoltre, al largo della costa di Gaza, ad ovest di Rafah, le forze israeliane hanno sequestrato due barche da pesca palestinesi e ne hanno danneggiata una terza; secondo quanto riferito, le imbarcazioni si trovavano all’interno della zona di pesca [attualmente consentita ai palestinesila fascia di mare fino a] 15 miglia nautiche dalla costa. All’interno di Gaza, ad est di Khan Younis, bulldozer militari israeliani hanno spianato il terreno vicino alla recinzione perimetrale.
 
Per la mancanza dei permessi di costruzione rilasciati da Israele le autorità israeliane hanno demolito o sequestrato 22 strutture di proprietà palestinese, sfollando 13 persone e pregiudicando, in misure diverse, mezzi di sussistenza o l’accesso ai servizi di oltre 1.400 [seguono dettagli]. Nove persone sono state sfollate nella Comunità beduina di Hammamat Al Maleh – Al Meiteh nella Valle del Giordano, a seguito della demolizione di sette strutture, avvenuta il primo giorno di novembre. Quattro sono stati sfollati a Gerusalemme Est. A Massafer Yatta (Hebron), la demolizione distruttiva di una rete idrica, ha tagliato fuori oltre 1.100 persone dall’accesso all’acqua potabile; a Ya’bad (Jenin), la distruzione di una strada agricola ha compromesso l’accesso di 120 persone (agricoltori e loro famiglie) ai terreni di loro proprietà; nella Comunità di Hammamat al Maleh (Tubas), circa 50 alunni sono stati penalizzati dalla confisca di sezioni della loro scuola, costruita con fondi internazionali. Inoltre, nella zona di Khallet al Louza a Betlemme, le autorità israeliane hanno demolito una casa e un muro in pietra ed hanno sradicato 90 ulivi, compromettendo i mezzi di sussistenza di 66 persone.
 
Coloni israeliani hanno ferito quattro palestinesi; e persone note come coloni israeliani (o ritenuti tali) hanno danneggiato o rubato i frutti di almeno 600 ulivi [seguono dettagli]. In un caso, verificatosi a Burin, coloni israeliani hanno spruzzato del liquido al peperoncino su tre membri del Comitato Internazionale della Croce Rossa mentre visitavano contadini palestinesi. Nella zona H2 di Hebron, un bambino è stato spruzzato con liquido al peperoncino e una bambina di sette anni, rincorsa da coloni, si è ferita cadendo. I 600 alberi colpiti si trovano in cinque località diverse, principalmente nelle vicinanze di insediamenti colonici israeliani; includono circa 380 alberi il cui raccolto è stato rubato vicino al villaggio di Burin a Nablus e vicino al villaggio di Nahhalin a Betlemme. Così come i circa 200 alberi di proprietà palestinese vandalizzati a Turmus’ayya (Ramallah) ed i 25 alberi appartenenti a palestinesi di Al Ma’sara (Betlemme). Nel governatorato di Nablus, a quanto riferito, coloni hanno rubato attrezzi agricoli usati per la raccolta delle olive a Khirbet Sarra e Jalud, mentre a Beit Furik avrebbero ucciso due pecore e ne avrebbero ferito altre cinque. Sempre coloni hanno lanciato pietre nel quartiere di Silwan a Gerusalemme Est, danneggiando veicoli e case.
 
Nei governatorati di Gerusalemme, Nablus e Gerico, persone note come palestinesi (o ritenute tali) hanno lanciato pietre contro veicoli israeliani, ferendo quattro coloni, tra cui due ragazzi. Secondo fonti israeliane, in Cisgiordania, il lancio di pietre ha danneggiato 30 auto israeliane. 

________________________ fine del testo del Rapporto _________________________ 
   Ultimi sviluppi (successivi al periodo di riferimento)
 Il 2 novembre, nel quartiere di Sheikh Jarrah di Gerusalemme Est, quattro famiglie palestinesi, a rischio di sgombero forzato dalle loro abitazioni ad opera delle autorità israeliane, hanno respinto una proposta dell’Alta Corte di Giustizia israeliana. Tale proposta avrebbe garantito loro lo status di “locatario protetto”, mentre avrebbe invece riconosciuto la proprietà del terreno ad una organizzazione di coloni, alla quale i palestinesi avrebbero dovuto pagare un canone di locazione annuale, in qualità di inquilini.
 Secondo il Ministero della Salute palestinese, il 5 novembre, durante proteste nei pressi dell’insediamento israeliano di Elon Moreh, nel governatorato di Nablus, le forze israeliane hanno colpito con armi da fuoco un giovane palestinese, ferendolo mortalmente.

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