dello Staff del Times of Israel,
The Times of Israel, 28 ottobre 2021.
A partire dalla prossima settimana, blackout continui di 4 ore al giorno per Ramallah, Betlemme e aree vicino a Gerusalemme fino al pagamento di 383 milioni di shekel alla Israel Electric Corporation.
La Israel Electric Corporation (IEC) ha minacciato di iniziare dalla prossima settimana a tagliare l’elettricità nelle aree palestinesi della Cisgiordania a causa di circa 383 milioni di NIS (120 milioni di dollari) in fatture non pagate.
A partire da mercoledì prossimo, blackout continui colpiranno le aree della Cisgiordania vicino a Gerusalemme, comprese Ramallah e Betlemme fino a quando i debiti non saranno pagati o non sarà raggiunto un accordo, hanno detto funzionari israeliani e palestinesi.
La notizia è stata riportata per la prima volta dall’emittente pubblica Kan.
I palestinesi dipendono da Israele per quasi tutta la loro elettricità, ma spesso restano indietro nei pagamenti, innescando periodiche crisi, mentre l’IEC tenta di fare pressione sulla Jerusalem District Electricity Company, nota come JDECO, e sull’Autorità Palestinese affinché paghino i loro debiti.
Israele in passato ha costretto la IEC a continuare a fornire elettricità nell’interesse della popolazione palestinese.
L’Autorità Palestinese è stata informata dell’imminente blackout dalle autorità israeliane, se non viene affrontato il debito crescente. Il capo della JDECO Hisham al-Omari ha accusato le autorità israeliane di aver deliberatamente programmato l’annuncio per scopi politici.
“Israele crea deliberatamente delle crisi, soprattutto quando entriamo nella stagione invernale, al fine di raggiungere i suoi obiettivi”, ha affermato al-Omari in una nota.
Riconoscendo che non sarà in grado di sborsare immediatamente i fondi, Ramallah ha presentato a Israele un elenco di aree che chiede siano escluse dal blackout, ha riferito Kan. Queste includono città con ospedali o altre strutture essenziali.
Gli ultimi anni hanno visto l’AP precipitare in una crisi economica ulteriormente aggravata dalla pandemia. Mentre il conflitto con Israele continua a trascinarsi senza una soluzione in vista e Ramallah continua a dilazionare le elezioni che non sono state tenute da oltre 15 anni, anche la disponibilità della comunità internazionale a finanziare l’AP è diminuita.
Alti funzionari dell’AP hanno intrapreso viaggi all’estero per assicurarsi ulteriori aiuti al bilancio. Il capo dell’intelligence Majed Faraj era negli Emirati Arabi Uniti questa settimana e il primo ministro dell’AP Mohammad Shtayyeh è pronto a contattare gli alleati europei per chiedere assistenza.
L’IEC ha adottato misure simili due anni fa, tagliando l’elettricità in alcune parti della Cisgiordania per un debito di 1,7 miliardi di NIS (500 milioni di dollari) dovuti dal principale distributore palestinese di energia per la Cisgiordania. I tagli sono durati circa tre mesi, fino a quando l’AP è riuscita a pagare metà del debito nel gennaio 2020.
Nel 2016, Israele e l’Autorità Palestinese hanno raggiunto un accordo per saldare un debito accumulato di 2 miliardi di NIS (530 milioni di dollari), con Ramallah che ha accettato di pagare a Gerusalemme 570 milioni di NIS (132 milioni di dollari). Il saldo residuo di 1,5 miliardi di NIS (397 milioni di dollari) doveva essere pagato in 48 rate.
In base a un accordo economico firmato con l’AP nel 1994, Israele incassa ogni mese circa 600-700 milioni di NIS (159-185 milioni di dollari) in dazi doganali, che vengono riscossi sulle merci destinate ai mercati palestinesi che transitano attraverso i porti israeliani.
Israele trasferisce il denaro dopo aver dedotto circa 100 milioni di NIS (26 milioni di dollari) per spese come ricoveri palestinesi in Israele, trattamento delle acque reflue e parte del debito elettrico, che è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi mesi.
Nel gennaio 2015, l’IEC ha tagliato l’elettricità alle città palestinesi per un certo numero di ore al giorno per un debito simile, e ha rinnovato permanentemente la fornitura di elettricità poche settimane dopo.
Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina
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