23 ottobre 20921.
S/Murare Palestina, un gruppo di accademici, giornalisti e attivisti impegnati sulla questione Israele/Palestina, condanna fermamente il decreto militare del governo israeliano del 19 ottobre 2021 che dichiara “organizzazioni terroristiche” sei organizzazioni palestinesi per i diritti umani impegnate nel territorio palestinese occupato (Cisgiordania, Gerusalemme e Gaza).
S/Murare Palestina esprime la propria solidarietà verso le sei organizzazioni prese di mira da quest’ultima iniziativa israeliana per criminalizzare coloro che cercano di informare e documentare (sul)le violazioni dei diritti palestinesi e del diritto internazionale. Queste organizzazioni sono: Addameer, Al-Haq, Defense for Children International-Palestine, Union of Agricultural Work Committees, Bisan Center for Research and Development e Union of Palestine Women Committees.
Assieme all’organizzazione giordana ARDD ed il suo Global Network on the Question of Palestine, una coalizione internazionale di esperti impegnati sulla questione, anche Noi di Smurare Palestina diciamo alle organizzazioni palestinesi: “Non siete soli. La vostra causa è la nostra causa, la vostra libertà è la nostra libertà”.
Come dichiarato anche da Human Rights Watch e Amnesty International il 22 ottobre, il modo in cui la comunità internazionale risponderà a questo ennesimo attacco contro i diritti umani dei palestinesi sarà il banco di prova “della sua determinazione a proteggere i difensori dei diritti umani”.
S/Murare aderisce alla campagna di ARDD e del GNQP in cui si chiede che il governo israeliano revochi immediatamente e incondizionatamente il suo ordine militare del 22 ottobre 2021 che criminalizza le organizzazioni che tutelano i diritti umani. In questo appello, S/Murare Palestina si rivolge specificamente a:
– il Governo italiano, affinché condanni e si dissoci da quest’ennesimo assalto alla libertà dei palestinesi, ed esprima solidarietà ai difensori dei diritti umani operanti nella Palestina occupata;
– tutti i partner delle organizzazioni prese di mira in modo da prendere una posizione inequivocabile a loro appoggio e continuare a sostenere queste organizzazioni, soprattutto in questo momento di grande pressione;
– i governi che affermano che la loro politica estera promuove i diritti umani e protegge i difensori dei diritti umani affinché adottino misure concrete, individualmente e collettivamente, e s’impegnino affinché Israele revochi questo ordine militare.
L’esperienza in Israele/Palestina dimostra che semplici dichiarazioni di rammarico, preoccupazione e persino condanna non accompagnate da conseguenti azioni politiche non fanno altro che sostenere l’impunità in Israele/Palestina.
S/Murare Palestina si augura che la Corte Penale Internazionale consideri con la necessaria serietà questi ulteriori sviluppi e che l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani e Mary Lawlor, in qualità di Relatrice Speciale sulla situazione dei difensori dei diritti umani, si uniscano a questo appello e intervengano per prevenire ulteriori flagranti abusi progettati per costringere la società civile palestinese a porre fine all’esercizio delle sue funzioni.
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