di Ben Samuels,
Haaretz, 23 settembre 2021.
Sebbene sia improbabile che venga approvato, il disegno di legge del deputato Andy Levin è degno di nota per essere proposto da più di una dozzina di legislatori che si considerano pro-Israele ma contrari all’occupazione.
WASHINGTON – Giovedì più di due dozzine di democratici della Camera hanno presentato forse il più completo atto legislativo fino ad oggi, volto a descrivere come gli Stati Uniti possono aiutare a spingere per una soluzione a due stati tra Israele e palestinesi.
Nato da un’idea del rappresentante Andy Levin, il Two-State Solution Act ha lo scopo di accelerare i progressi verso una tale soluzione, scoraggiando le azioni che la rendono inapplicabile. Sebbene sia improbabile che passi, è la visione più chiaramente definita presentata dai legislatori che si considerano sostenitori di Israele, pur rimanendo apertamente critici nei confronti dell’occupazione.
“Fin dal 2002, Gli Stati Uniti, sotto le amministrazioni democratica e repubblicana, hanno sostenuto una soluzione a due stati. Sulla scia del micidiale conflitto di quest’anno, dobbiamo andare oltre la semplice dichiarazione di sostegno a tale soluzione: dobbiamo agire per realizzarla”, ha affermato Levin in una nota. “Solo una soluzione a due stati può garantire la sopravvivenza di Israele come stato democratico e patria nazionale per il popolo ebraico, e soddisfare le legittime aspirazioni del popolo palestinese per uno stato tutto suo”.
I co-sponsor del disegno di legge includono i rappresentanti Joaquin Castro, Jared Huffman, Sara Jacobs, Ro Khanna, Barbara Lee, Alan Lowenthal, Peter Welch, Jan Schakowsky e John Yarmuth.
Lowenthal ha affermato che “non possiamo mettere in secondo piano la ricerca di una soluzione a due stati. La pace senza una soluzione duratura e giusta del conflitto è un’illusione. Non è sostenibile.”
“Per quanto difficile possa sembrare la strada da percorrere, solo uno Stato palestinese può garantire dignità e giustizia al popolo palestinese, senza il peso opprimente dell’occupazione”, ha aggiunto il deputato californiano, autore dell’unica recente proposta accettata dalla Camera in aperta opposizione all’annessione del territorio palestinese e all’espansione degli insediamenti israeliani.
Castro, dal canto suo, ha avvertito che “lo status quo di un’occupazione senza fine è inaccettabile e insostenibile. Gli Stati Uniti dovrebbero aiutare ad accelerare i progressi verso una soluzione a due stati – l’unico modo per garantire il futuro di Israele sia come stato ebraico che come democrazia, rispettando anche il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione. In qualità di membro del Congresso, ho la responsabilità di garantire che il denaro dei contribuenti promuova i nostri valori e interessi all’estero, e questo atto legislativo proposto dal rappresentante Andy Levin è un approccio ponderato e costruttivo per porre fine ai ripetuti cicli di violenza che si sono susseguiti per decenni.”
Molti dei co-sponsor del disegno di legge fanno parte della maggioranza silenziosa dei legislatori democratici che insistono sul fatto che la cosiddetta spaccatura su Israele nel loro partito è stata molto esagerata e che le due fazioni in guerra rappresentano semplicemente degli estremi.
I legislatori, i funzionari e lo staff democratici hanno discusso a lungo su come far sentire la propria voce e rivendicare la loro narrativa dopo anni di polarizzazione e cambiamenti politici in entrambi i paesi.
“Credo che ci sia spazio nella politica americana per essere progressista, pro-Israele, a favore della pace e dei diritti umani. Questo disegno di legge è una anticipazione di tutto ciò”, ha detto Khanna.
Politico ha riportato per primo i dettagli della proposta, che, innanzitutto, mira a tracciare una chiara distinzione tra Israele e il territorio palestinese occupato, e sostiene l’inversione delle politiche dell’era Trump che hanno rimosso o confuso tali distinzioni.
Molte delle organizzazioni che hanno appoggiato il disegno di legge Levin hanno spinto l’amministrazione Biden ad abrogare la politica di Trump di etichettare le esportazioni negli Stati Uniti dagli insediamenti israeliani come “Prodotto di Israele” o espressioni simili.
“La Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est e Gaza, sono territori occupati e dovrebbero essere indicati come tali in modo coerente nelle politiche, nelle comunicazioni e nei documenti ufficiali degli Stati Uniti”, si legge nel disegno di legge, in cui si chiede che le merci prodotte nei territori occupati siano contrassegnate con la dicitura “Cisgiordania” o “Gaza” e non contengano la parola “Israele”.
Welch ha osservato che “dopo le azioni sconsiderate della precedente amministrazione e la violenza nella regione della scorsa primavera, è chiaro che gli Stati Uniti devono fare di più per aiutare a riunire le due parti, non per allontanarle ulteriormente”.
Il deputato del Vermont ha aggiunto che “questo disegno di legge aiuta a farlo, riaffermando il nostro impegno per una soluzione a due stati ed esprimendo solidarietà con israeliani e palestinesi che lottano per la pace e l’autodeterminazione”.
Anche Jacobs ha evidenziato come il momento post-Trump rappresenti un’occasione unica per reimpostare le priorità. “Dopo la politica controproducente e unilaterale delle amministrazioni Trump e Netanyahu che ostacola una soluzione a due stati del conflitto israelo-palestinese, abbiamo un’opportunità unica di ricostruire e riorientare la politica e la leadership degli Stati Uniti per promuovere la pace”, ha detto la deputata californiana al suo primo mandato.
Il disegno di legge riafferma l’assistenza degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele, ma chiede una forte supervisione su dove vanno gli aiuti. Stabilisce inoltre che tali aiuti, ai sensi della legge sull’assistenza alla sicurezza del 2000 e della legge sul controllo delle esportazioni di armi, non possono essere utilizzati in modo tale da perpetuare l’occupazione o consentire un’annessione de facto o de jure.
Il disegno di legge Levin dedica inoltre molta attenzione al rafforzamento della società civile palestinese, sottolineando la necessità di una programmazione che promuova i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto e autorizzando finanziamenti dedicati a tale programmazione previa autorizzazione del Segretario di Stato o dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale. Allo stesso modo autorizza il finanziamento e migliora la programmazione da persona a persona per israeliani e palestinesi, in particolare in relazione alle opportunità educative condivise e alle attività giovanili.
Cosa forse più notevole, incentiva il rispetto da parte dei palestinesi del Taylor Force Act, che limita i finanziamenti statunitensi all’Autorità Palestinese per i suoi pagamenti ai terroristi condannati e alle loro famiglie. Una volta rispettata questa clausola, il disegno di legge fornisce un percorso affinché l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) non sia più designata come organizzazione terroristica. Incoraggia inoltre la riapertura sia del consolato americano a Gerusalemme che della missione estera dell’OLP a Washington.
Organizzazioni di sinistra filo-israeliane come J Street e Americans for Peace Now hanno approvato la proposta di Levin. Debra Shushan, direttrice degli affari governativi di J Street, ha affermato che il disegno di legge chiarisce che “il vero sostegno alla soluzione dei due stati deve andare oltre la semplice retorica e l’adesione a parole, ed entrare nell’ambito dell’azione per realizzare un vero cambiamento”.
“Respingendo chiaramente l’occupazione e le politiche che la consolidano, il disegno di legge mira a promuovere gli interessi degli Stati Uniti, promuovere i diritti dei palestinesi e aiutare a garantire il futuro di Israele come patria democratica per il popolo ebraico”, ha aggiunto Shushan.
Il presidente e CEO di Americans for Peace Now, Hadar Susskind, ha affermato che la proposta chiarisce che il partito democratico e il suo comitato, oltre al governo degli Stati Uniti in generale, sostengono la soluzione a due stati. “È davvero importante che questo sia un atto legislativo –non una lettera o una risoluzione– che stabilisce effettivamente cosa dovremmo fare per sostenere questa nostra convinzione. C’è stato per anni un errore bipartisan nel limitarsi alla retorica senza trasformarla in azione, e ora Levin ha identificato un percorso su come agire in futuro per mantenere le nostre posizioni”, ha detto.
Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina
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