di Fidaa Wishah,
Mondoweiss, 1 settembre 2021.
Sono una donna palestinese e ho osato parlare contro Israele. Il Phoenix Children’s Hospital e il suo consiglio di amministrazione mi hanno licenziato a causa di chi sono e da dove vengo.
Mi chiamo Fidaa Wishah. Il 23 giugno 2021 sono stata licenziata illegalmente dal Phoenix Children’s Hospital (Arizona, USA) per essere una sostenitrice della giustizia sociale e per aver usato la mia voce per parlare delle ingiustizie in Palestina. Sono una donna palestinese nata e cresciuta a Gaza, in Palestina. Sono una radiologa pediatrica con oltre dieci anni di esperienza nella cura dei bambini. Ho lasciato Gaza quando avevo 17 anni e poi mi sono laureata in medicina. Da bambina cresciuta nel campo profughi di Bureij a Gaza, ho assistito alla morte, alla distruzione e alla sofferenza di tanti membri della mia comunità. Ho visto amici e familiari morire a causa della mancanza di accesso alle medicine o alle cure mediche di base. Ero determinata a fare qualcosa di significativo nella mia vita e ho deciso che diventare medico era un modo per fare la differenza. Crescere come testimone dell’ingiustizia ha plasmato la persona che sono. Combatto per salvare vite nella mia vita professionale e faccio lo stesso nella mia vita personale. Sono un’attivista. Non mi limito a parlare soltanto, ma voglio agire, sulle questioni di giustizia sociale. Fa parte del mio essere.
Nel 2019, ho accettato una posizione presso il Phoenix Children’s Hospital (PCH). Come membro dello staff del PCH, sono stata supportata nella mia difesa dei problemi di giustizia sociale e persino promossa dal PCH che cercava di trarre un successo di facciata dal mio sostegno esplicito a Black Lives Matter, con un’azione che è stata chiamata “White Coats for Black Lives” [Camici Bianchi per le Vite del Neri]. Tuttavia, nel maggio del 2021, mi è stato comunicato che sarei stata licenziata a seguito di un mio post privato sui social media in cui esprimevo indignazione contro il bombardamento illegale e l’omicidio di palestinesi nel mio luogo di nascita: Gaza in Palestina.
Sia chiaro, non ho mai discriminato una persona ebrea nella mia vita personale o professionale. Molti dei miei colleghi, amici e insegnanti sono ebrei. I miei post sui social media sono sempre stati critici nei confronti dello Stato di Israele e del suo trattamento nei confronti degli innocenti di Gaza e della Cisgiordania. Mia madre, mio padre, mia sorella e i suoi figli risiedono ancora tutti a Gaza nello stesso campo profughi e sono stati oggetto di bombardamenti e di terrore. Ogni giorno temevo che sarebbero stati uccisi. Ho usato la mia piattaforma come cittadina americana per portare consapevolezza su ciò che stava accadendo. Una lettura semplice e onesta dei miei post rende molto chiaro che le mie critiche riguardano le azioni di uno stato, non quelle del popolo ebraico. Nonostante ciò, i troll [provocatori] di Internet hanno iniziato una campagna chiedendo il mio licenziamento e hanno bombardato di messaggi il PCH. Nel giro di 48 ore, il PCH, senza mai consultarsi con me, ha risposto ai troll di Internet affermando di aver completato un’indagine approfondita e di aver terminato il mio impiego. Questo è falso. Riconosco che PCH mi ha avvisato dei troll e delle lamentele che stavano ricevendo. Tuttavia, 48 ore dopo, senza alcuna spiegazione o indagine, sono stata licenziata. Come può il PCH affermare di aver completato un’indagine approfondita senza averne mai discusso con me? La verità è che sono una donna palestinese e ho osato parlare contro Israele. PCH e il suo consiglio di amministrazione mi hanno licenziato a causa di chi sono e da dove vengo.
La scorsa settimana, i miei avvocati hanno presentato una denuncia alla Commissione per le Pari Opportunità di Impiego (EEOC). Ho anche intenzione di intentare una causa contro il PCH perché la discriminazione che ho subito è illegale e immorale. Ho combattuto tutta la vita per la giustizia e ora continuerò quella battaglia. Le mie affermazioni non riguardano solo la perdita del mio lavoro e i soldi che non sarò in grado di guadagnare. Si tratta di proteggere altre persone che potrebbero essere discriminate a causa della loro razza o dell’origine nazionale, semplicemente perché osano parlare.
Il Council on American-Islamic Relations-Arizona, insieme a tre studi legali, ha preso in carico il caso della Dr. Fidaa Wishah. In una dichiarazione a Mondoweiss, il direttore esecutivo del CAIR-AZ, Azza Abuseif, ha dichiarato: “Il Phoenix Children’s Hospital ha violato la legge quando ha licenziato la dottoressa Fidaa Wishah, palestinese, per le sue critiche ai crimini di guerra commessi da Israele contro il popolo palestinese. C’è stato un intenzionale travisamento delle sue parole seguendo gli spunti di un noto gruppo di odio; troviamo molto inquietante che PCH abbia adottato questo approccio di ritorsione. La denuncia EEOC è il primo passo per porre rimedio a questa ingiustizia. Non vediamo l’ora di ottenere giustizia per lei”.
Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina
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