La censura politica nelle riviste accademiche crea un nuovo pericoloso precedente

Giu 4, 2021 | Riflessioni

di: Rania Muhareb, Bram Wispelwey e Mads Gilbert,

The BMJ (British Medical Journal), 2 giugno 2021.

Nel marzo 2020, The Lancet ha pubblicato una lettera che avevamo scritto per avvertire la comunità medica dei pericoli di un’epidemia di covid-19 nella Striscia di Gaza. Avvertivamo che la pandemia aveva “il potenziale di devastare una delle popolazioni più vulnerabili del mondo”. [1] Da allora, questa paura è diventata realtà e i Palestinesi della Striscia di Gaza hanno subito un quinto assalto militare israeliano su larga scala che ha ucciso 256 Palestinesi, tra cui 66 bambini, ferito quasi 2.000 persone e causato circa 107.000 sfollati. [2,3]    

Come avevamo evidenziato nella nostra lettera, decenni di violenza strutturale contro i Palestinesi hanno portato il sistema sanitario di Gaza sull’orlo del collasso. [4] Si tratta di un’area densamente popolata: la maggior parte dei Palestinesi nella Striscia di Gaza sono rifugiati a cui, dal 1948, è stato negato il diritto al ritorno. [5] Nel frattempo, la chiusura illegale e il blocco di Gaza da parte di Israele a partire dal 2007 –cosa che corrisponde a una punizione collettiva– hanno fatto sì che le forniture per i test del covid-19, il trattamento e la vaccinazione sono stati gravemente limitati. [6,7]   

Sebbene il razzismo strutturale sia stato sempre più riconosciuto in tutto il mondo come una aggravante degli effetti del covid-19, la pubblicazione della nostra lettera ha provocato una minaccia di boicottaggio della rivista, come ci ha informato Richard Horton, il caporedattore di The Lancet. [8] Alcuni medici degli Stati Uniti e di altri paesi avevano chiesto la rimozione della nostra lettera. 

In precedenza, ci ha informato Horton, c’era stata una simile campagna di “sanzioni” contro The Lancet per aver pubblicato nel 2014 una lettera in cui si deplorava la morbilità e la mortalità derivanti dalla violenza dello stato israeliano contro i Palestinesi assediati di Gaza. [9-10] Secondo Horton, il tormentone che ne seguì ebbe un costo personale “traumatico” sui dipendenti di The Lancet. Successivamente, The Lancet hapubblicato un’edizione speciale sull’assistenza sanitaria israeliana che, a nostro avviso, non tiene conto delle forze storiche e politiche che incidono sullo stato di salute dei Palestinese. [11,12] Quella pubblicazione di The Lancet sembrava essere un avvertimento per chiunque avesse osato affrontare le conseguenze delle azioni di Israele sulla salute dei Palestinesi, azioni che sono ampiamente riconosciute come crimini di guerra e crimini contro l’umanità. [13]             

The Lancet, ci dissero in seguito, non poteva sostenere un’altra campagna di questo tipo e, nel giro di tre giorni, la nostra lettera fu rimossa dal sito web del giornale. Fino ad oggi, la ritrattazione formale degli articoli accademici è stata riservata ai lavori contenenti “errori pervasivi, ricerca non riproducibile, comportamento scientifico scorretto o pubblicazione duplicata”. [14] Nulla di tutto ciò si applica alla nostra lettera. A nostro avviso, la rimozione editoriale della nostra lettera da parte di The Lancet costituisce un nuovo pericoloso precedente, in cui un articolo già pubblicato, ritenuto poi politicamente sgradevole da forze extraeditoriali, finisce in una “terra di nessuno” accademica: non formalmente ritirato, ma non recuperabile dal giornale stesso.   

Consentendo a potenti interessi politici esterni di prevalere sul giudizio e sulle politiche editoriali, la rimozione di articoli sottoposti a revisione prima di essere pubblicati infligge un duro colpo alla libertà accademica. Purtroppo, stiamo parlando solo della punta elitaria del grande problema della libertà accademica. Che dire di tutti i Palestinesi che, a causa dell’occupazione in corso da parte di Israele, non possono nemmeno accedere alle risorse necessarie per impegnarsi nel libero scambio di idee o condividere la loro realtà vissuta? [15]

La nostra ultima esperienza di censura è in contrasto con l’impegno di lunga data di The Lancet per il progresso della sanità palestinese, in particolare grazie alla leadership di Richard Horton. [16] Nel 2009, The Lancet hapubblicato una serie di rapporti sulla sanità nei Territori Palestinesi Occupati. In quella sede, Horton ha attirato l’attenzione su “La gabbia simile a una prigione costruita intorno a Gaza, le umiliazioni quotidiane per donne, bambini e lavoratori che passano attraverso i posti di blocco, la paralisi della Cisgiordania causata dall’occupazione israeliana, [e] gli ostacoli imposti alle comunità che cercano di costruire scuole, cliniche e case per i loro figli”. [17] Questa serie di Lancet è stata seguita dall’istituzione della “Lancet Palestine Health Alliance” (LPHA), che ha continuato a organizzare preziose conferenze scientifiche annuali nella regione. LPHA ha pubblicato centinaia di abstract di ricercatori palestinesi e internazionali e ha fornito una “piattaforma scientificamente valida per la difesa, la conoscenza e l’azione riguardo alla sanità” in Palestina. [18]       

Nel frattempo, la coorte di medici che tentano di minacciare e censurare attivamente qualsiasi scritto critico sulla sanità in Palestina godono oggi di rispetto nei loro settori. Provengono principalmente dalle società che hanno una storia di colonialismo di insediamento, tra cui Israele, Stati Uniti, Canada e Australia, a cui vengono regolarmente concesse piattaforme su riviste accademiche per “bilanciare” la verità sulle politiche oppressive di Israele. [19,20] La logica è che ci sono “due lati” in ogni storia che riguardi la sanità palestinese, e quindi si deve dare uguale peso ad entrambi. Ciò che questo approccio ignora, tuttavia, è il profondo differenziale di potere che inevitabilmente sostiene il mito dell’insediamento coloniale, mentre nasconde le esperienze dei colonizzati. Ma con i curricula delle scuole di medicina che includono sempre più la medicina sociale e l’analisi delle strutture, questo presunto “equilibrio” non resiste più. [21] L'”epistemicidio” [uccisione della conoscenza] in corso della storia palestinese e delle realtà attuali ha un rimedio urgente: dobbiamo sfidare e correggere attivamente la narrativa dominante promuovendo narrazioni subalterne e decoloniali. [22] Espandere il discorso nelle riviste mediche accademiche sul razzismo strutturale come causa principale delle disuguaglianze di salute è un passo nella giusta direzione necessario da tempo. [23]     

Ma Lancet non ha preso questa strada. A distanza di ben sei mesi dalla censura fatta a noi, Lancet ha pubblicato una lettera in risposta alla nostra corrispondenza cancellata. Scritta da Zion Hagay, presidente dell’Associazione medica israeliana –un’istituzione la cui complicità nella tortura è ben documentata– la risposta al nostro pezzo non è riuscita a contestare nessuno dei nostri argomenti al di là del riferimento a un commento delle Nazioni Unite ora ripetutamente criticato sullo stretto coordinamento tra occupanti e occupati. [24-26] Il suo unico altro riferimento era alla nostra lettera scomparsa, con un link che però non porta da nessuna parte. Come abbiamo scritto in una risposta ad Hagay: “Anche se la nostra corrispondenza non è più visibile sul sito web di The Lancet… la disperazione che la sua scomparsa forzata rivela e la propaganda facilmente smentita contenuta nella risposta di Hagay, suggeriscono che sempre meno professionisti della salute saranno ingannati in futuro.” La risposta dei nostri autori è stata respinta da The Lancet.    

Eppure, la storia non è finita qui. Abbiamo inviato un commento a un’altra rivista Lancet il cui caporedattore ci ha informato che il gruppo Lancet è stato recentemente oggetto di “boicottaggi molto dannosi” durante la pubblicazione di contenuti critici delle politiche e delle pratiche israeliane che non fossero accompagnati da un “contrappunto dal punto di vista israeliano”. Poiché un tentativo di sollecitare tale contrappunto si era rivelato infruttuoso, la pubblicazione del nostro commento non poteva andare avanti. Riteniamo che le lezioni della nostra esperienza siano chiare: la narrativa palestinese può essere espressa solo quando è contemporaneamente sconfessata, mentre la narrativa israeliana – in questo caso la risposta di Hagay – può reggere da sola. Questo notevole doppio standard conferma che le cosiddette politiche di “equilibrio” proteggono tutti tranne gli oppressi.    

Holmes et al. hanno osservato che “i medici sono in una posizione particolare per rispondere alle strutture sociali, politiche ed economiche che influiscono sulla salute dei nostri pazienti”. [27] Tuttavia, questa nuova forma di censura tramanda diagnosi errate delle cause profonde della cattiva sanità palestinese, limitando la capacità dei medici di rispondere e aiutare efficacemente. A nostro avviso, imporre la censura sulle riviste accademiche come diretta conseguenza di minacce esterne è un percorso pericoloso e del tutto inaccettabile. Un compito urgente per la comunità accademica è sviluppare una posizione forte che possa proteggere le riviste, i loro editori e il personale, respingendo i medici e gli scienziati che fanno pressione sui giornali per imporre la censura. 

Nonostante il continuo silenzio e una passione per l’illusorio “equilibrio” nelle pubblicazioni sulla Palestina, i professionisti della salute si stanno mobilitando sempre più contro la violenza strutturale che colpisce il popolo palestinese nel suo insieme. [28] Siamo incoraggiati dagli appelli per la decolonizzazione degli studi sulla Palestina, dalla solidarietà basata sull’evidenza e dalla resistenza accademica al colonialismo d’insediamento e all’apartheid. [29] Poiché la pandemia continua a mettere in luce disuguaglianze sanitarie strutturali profondamente radicate, con conseguenze umane devastanti, è imperativo non solo affrontare le violazioni alla libertà accademica, ma sfidare le dinamiche del potere coloniale ancora prevalenti nella medicina accademica.  

Rania Muhareb è PhD Scholar presso l’Irish Centre for Human Rights presso la National University of Ireland, Galway, consulente dell’organizzazione palestinese per i diritti umani Al-Haq e membro politico di Al-Shabaka – The Palestine Policy Network. 

Bram Wispelwey è cofondatore di Health for Palestine e direttore medico di 1for3. Insegna al Brigham and Women’s Hospital e alla Harvard Medical School. 

Mads Gilbert è uno specialista in anestesiologia, consulente senior presso l’Ospedale universitario della Norvegia Settentrionale e professore emerito presso l’Università Artica della Norvegia a Tromsø. È autore dei libri Eyes in Gaza (2009) e Night in Gaza (2014). Dal 1981 ha lavorato con la medicina solidale in Libano e nella Palestina occupata e ha co-fondato il Norwegian Aid Committee (NORWAC). 

Conflitti di interesse: nessuno dichiarato.

Riferimenti :

1. David Mills et al, “Violenza strutturale nell’era di una nuova pandemia: il caso della Striscia di Gaza” (The Lancet, 27 marzo 2020) < https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/ S0140673620307303 >.
2. OCHA oPt, “Risposta all’escalation nei TPO | Situation Report No. 1 (21-27 May 2021)” (27 May 2021) < https://www.ochaopt.org/content/response-escalation-opt-situation-report-no-1-21-27-may -2021 >
3. OCHA oPt, “Striscia di Gaza: escalation delle ostilità 10-21 maggio 2021” (22 maggio 2021) < https://www.ochaopt.org/content/gaza-strip-escalation-hostilities-10-21 -maggio-2021 >.
4. OHCHR, “COVID-19: Israele ha il ‘dovere legale’ di garantire che i palestinesi nei TPO ricevano i servizi sanitari essenziali – Esperto delle Nazioni Unite” (19 marzo 2020)< https://www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=25728&LangID=E >.
5. Cfr., ad esempio, Francesca P Albanese e Lex Takkenberg, Palestine Refugees in International Law (OUP 2020) 342-375.
6. Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra, 12 agosto 1949, 75 UNTS 287, articolo 33.
7. Matthias Kennes, “La Palestina sta subendo il peso delle disuguaglianze vaccinali” (BMJ, 1 aprile 2021) < https://blogs.bmj.com/bmj/2021/04/01/palestine-is-bearing-the-brunt-of-vaccination-inequalities/ >.
8. AHA, “Il razzismo strutturale come crisi della salute pubblica” (14 novembre 2020) < https://sessions.hub.heart.org/home/video/21203056/structural-racism-as-a-public-health-crisis ? utm_source = Scientific + Sessions & utm_campaign = 3d57b385fc-EMAIL_CAMPAIGN_2020_12_01_09_52 & utm_medium = email & utm_term = 0_6e5f148efb-3d57b385fc-48.148.289 >
9. Julio Rosenstock et al, “Portare la chiusura: verso il raggiungimento di una migliore comprensione di Israele” (The Lancet, 31 luglio 2019) < https: / /www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(19)31760-X/fulltext#%20 >.
10. Paola Manduca et al, “Una lettera aperta per il popolo di Gaza” (The Lancet, 23 luglio 2014) < https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(14)61044- 8/fulltext >
11. The Lancet, “Health in Israel” (The Lancet, 8 maggio 2017) < https://www.thelancet.com/series/health-in-israel >.
12. Michelle Morse e Bram Wispelwey, “Health equity in Israel” (The Lancet, 10 febbraio 2018) < https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(17)32171-2/fulltext >.
13. Cfr., ad esempio, Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Rapporto sui risultati dettagliati della Commissione d’inchiesta internazionale indipendente sulle proteste nei territori palestinesi occupati (18 marzo 2019) UN Doc A/HRC/40/CRP.2 < https: //www.ohchr.org/EN/HRBodies/HRC/RegularSessions/Session40/Documents/A_HRC_40_74_CRP2.pdf >.
14. Diane Scott-Lichter and the Editorial Policy Committee, Council of Science Editors, White Paper on Promoting Integrity in Scientific Journal Publications (3a edizione, Wheat Ridge 2012) < http://www.councilscienceeditors.org/wp-content/uploads /intero_whitepaper.pdf >.
15. Judith Butler, “Israel/Palestine and the paradoxes of Accademic Freedom” (Radical Philosophy, gennaio-febbraio 2006) < https://www.radicalphilosophy.com/article/israelpalestine-and-the-paradoxes-of-academic- libertà >.
16. Bram Wispelwey et al, “Permission to Narrate a Pandemic in Palestine” (agosto 2020) XXVII [2] Politica del Medio Oriente < https://mepc.org/journal/permission-narrate-pandemic-palestine >.
17. Richard Horton, “Il territorio palestinese occupato: pace, giustizia e salute” (The Lancet, 5 marzo 2009) < https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(09)60100 -8/testo completo >. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(09)60100-8/fulltext
18. Ibidem; Graham Watt et al, “Progress of The Lancet Palestine Health Alliance” (The Lancet, 5 dicembre 2013) < https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(13)62233-3/fulltext >.
19. Omar Karmi, “The Lancet censura una lettera sulla sanità a Gaza health letter >.
20. Orly Manor et al, “Professionisti sanitari palestinesi e israeliani, lavoriamo insieme!” (The Lancet Global Health, 1 settembre 2020) < https://www.thelancet.com/journals/langlo/article/PIIS2214-109X(20)30324-7/fulltext >.
21. Jonathan M Metzl e Helena Hansen, “Competenza strutturale: teorizzare un nuovo impegno medico contro lo stigma e la disuguaglianza” (Scienze sociali e medicina, febbraio 2014) < https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24507917/ > .
22. Budd Hall e Rajesh Tandon, “Decolonizzazione della conoscenza, epistemicidio, ricerca partecipativa e istruzione superiore” (2017) 1[1] Research for All 6-19 < http://unescochair-cbrsr.org/pdf/resource/RFA .pdf >.
23. Zinzi D Bailey et al, “How Structural Racism Works — Racist Policies as a Root Cause of US Racial Health Inequities” (NEJM, 16 dicembre 2020) < https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/ NEJMms2025396 >.
24. Derek Summerfield, “La campagna sui medici e la tortura in Israele cinque anni dopo” (BMJ, 9 luglio 2014) 349 < https://www.bmj.com/content/349/bmj.g4386 >.
25. Zion Hagay, “Aiuti israeliani alla Cisgiordania e alla Striscia di Gaza durante la pandemia di COVID-19” (The Lancet, 26 settembre 2020) < https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140- 6736(20)31968-1/testo integrale >.
26. Tamara Nassar, “Israele trasforma le lodi delle Nazioni Unite in propaganda” (The Electronic Intifada, 2 aprile 2020) < https://electronicintifada.net/blogs/tamara-nassar/israel-turns-un-praise-propaganda >.
27. Seth Holmes et al, “Diagnosi errata, maltrattamento e danno — Quando l’assistenza medica ignora le forze sociali” (NEJM, 19 marzo 2020) 382[12] 1083-1086 < https://www.nejm.org/doi/full /10.1056/NEJMp1916269 >
28. APHA, “Palestine Health Justice Working Group Statement on Spring 2021 Attacks on Health in Palestine – Signatures of Support from Public Health Professionals” (consultato il 21 maggio 2021) < https://docs.google.com / forme / d / e / 1FAIpQLSdgvrw_2ux8wBExdI1rDVUuPSeD_rxxiOkNHys60pTGqamdwA / viewform? fbclid = IwAR0cWsFg8uNzDV99onq2jGtOeozud6ddsPIiG6XLR_b_VrY4HnY1huP ___ U >.
29. Palestina e prassi, “Lettera aperta e invito all’azione: studiosi per la libertà palestinese” (consultato il 21 maggio 2021) < https://palestineandpraxis.weebly.com/ >.

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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