Al Jazeera, 4 aprile 2021.
La commissione elettorale palestinese annuncia l’approvazione di 36 liste di candidati per le elezioni legislative del 22 maggio.
I funzionari elettorali palestinesi hanno annunciato che 36 liste di canditati sono state approvate per concorrere alle elezioni fissate per il mese prossimo, le prime elezioni palestinesi in 15 anni.
Il voto, che precede le elezioni presidenziali convocate per il 31 luglio, è uno dei tentativi dei movimenti palestinesi predominanti –Fatah e Hamas– di aumentare il sostegno internazionale al governo palestinese.
I gruppi avevano tempo sino a mercoledì per presentare le loro liste di candidati per concorrere nelle elezioni legislative del 22 maggio.
I singoli nomi di ogni lista dovrebbero essere pubblicati martedì, ma intanto la commissione elettorale palestinese ha annunciato domenica sul suo sito web che aveva approvato tutte le 36 richieste.
Il presidente Mahmoud Abbas di Fatah, che governa l’Autorità Palestinese nella Cisgiordania occupata da Israele, contesta i sondaggi, così come Hamas, che gestisce la Striscia di Gaza sottoposta a blocco da Israele dal 2007.
Fatah sta affrontando la sfida di fazioni dissidenti, tra cui la lista Freedom guidata da Nasser al-Kidwa, nipote del defunto leader palestinese Yasser Arafat.
Freedom è stata appoggiata da Marwan Barghouti, un leader popolare che sta scontando diversi ergastoli in Israele per l’accusa di aver organizzato attacchi mortali durante la Seconda Intifada, negli anni 2000-2005.
Anche l’ex capo della sicurezza a Gaza che era stato nominato da Abbas, Mohammed Dahlan –attualmente in esilio ad Abu Dhabi– sostiene una lista di sfidanti.
Un ex primo ministro palestinese, Salam Fayyad, ex funzionario della Banca Mondiale con una comprovata esperienza nella lotta alla corruzione, ne sostiene un’altra.
Mentre Fatah e Hamas hanno raggiunto un accordo per il voto in Cisgiordania e a Gaza, la possibilità di votare per i Palestinesi dell’occupata Gerusalemme Est resta incerta.
Israele proibisce l’attività politica palestinese a Gerusalemme, ma i leader palestinesi insistono che si tengano le votazioni nella parte orientale della città, che rivendicano quale capitale di un futuro Stato palestinese.
Traduzione di Elisabetta Valento – AssoPacePalestina
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