Israele invia i vaccini COVID-19 in Siria, Honduras, Repubblica Ceca e Guatemala, ma rifiuta la responsabilità di vaccinare i suoi sudditi palestinesi

di: Yumna Patel,  

Mondoweiss, 23 febbraio 2021. 

Mentre Israele invia i suoi vaccini all’estero e coordina l’acquisto di vaccini per regimi brutali come quello di Bashar al-Assad, i milioni di Palestinesi che vivono sotto occupazione israeliana sono ancora esclusi dai piani di vaccinazione di Israele

Benjamin Netanyahu nella colonia israeliana di Mevo’ot Yeriho nella Valle del Giordano occupata. Febbraio 2020. Dal suo Twitter Feed.

Questa settimana è arrivata la notizia che il governo israeliano ha segretamente acconsentito a trasferire una spedizione di vaccini COVID-19 al regime di Bashar al-Assad in Siria, come contropartita per uno scambio di prigionieri tra le autorità israeliane e siriane.

La scorsa settimana, una donna israeliana di 20 anni è stata rilasciata dalle carceri siriane, dove era stata trattenuta dall’inizio di febbraio per essere entrata in territorio siriano. La donna, la cui identità è rimasta sconosciuta, è stata scambiata con due pastori siriani che erano entrati nelle alture del Golan occupate da Israele e che erano detenuti dagli Israeliani.

Il New York Times ha rivelato che, come parte di un accordo mediato dalla Russia, Israele ha accettato di pagare alla Russia una quantità non precisata di vaccini Sputnik V da inviare al regime del dittatore siriano Bashar al-Assad, che è stato accusato di aver organizzato atroci crimini di guerra durante la guerra civile siriana, inclusi bombardamenti di ospedali e scuole, nonché sparizioni forzate e torture di migliaia di Siriani.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rifiutato di commentare la questione, ma ha detto che “Israele ha sempre fatto e farà sempre tutto ciò che è in suo potere per riportare in patria i suoi cittadini”.

L’accordo con il regime siriano precede gli ultimi sforzi di Israele in quella che alcuni chiamano “diplomazia dei vaccini,” dove paesi ricchi come Israele, che hanno già vaccinato più della metà della loro popolazione, offrono vaccini a paesi che non sono stati in grado di procurarsene sufficienti forniture, in cambio del loro sostegno diplomatico.

I media israeliani hanno riferito martedì che il governo stava offrendo spedizioni di vaccini ad alcuni paesi in cambio del loro sostegno diplomatico, oppure come una specie di regalo a paesi che hanno già adottato misure diplomatiche favorevoli a Israele, come la promessa di trasferire o stabilire le loro ambasciate a Gerusalemme.

Tra i paesi che riceveranno spedizioni israeliane del vaccino COVID-19 ci sono Honduras, Repubblica Ceca e Guatemala. Il Guatemala ha trasferito la sua ambasciata israeliana a Gerusalemme nel 2018; l’Honduras ha promesso di fare lo stesso e la Repubblica Ceca ha detto che intende aprire un ufficio diplomatico a Gerusalemme.

Il Times of Israel ha citato fonti “informate sulla questione,” secondo le quali “fornire i vaccini fa parte del progetto di portare le missioni diplomatiche nella capitale”.

I media israeliani hanno anche riferito che Netanyahu stava “considerando la possibilità di donare vaccini a un paese con il quale non ha relazioni diplomatiche, in cambio della normalizzazione”.

È probabile che i piani di Netanyahu di sfruttare i vaccini per promuovere la diplomazia israeliana in Medio Oriente e nel mondo continueranno, visto che Israele si avvicina al suo obiettivo di inoculare l’intera popolazione e le eccedenze di vaccini continuano a crescere nel paese.

Ma mentre Israele invia i suoi vaccini all’estero e coordina l’acquisto di vaccini per regimi brutali come quello di Bashar al-Assad, i milioni di Palestinesi che vivono sotto l’occupazione israeliana sono ancora esclusi dai piani di vaccinazione di Israele.

Oltre alle spedizioni di vaccini in Honduras, Guatemala e Repubblica Ceca, è stata segnalata anche una quantità non precisata di vaccini che sono stati inviati all’Autorità Palestinese a Ramallah.

Una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro israeliano afferma che le scorte di vaccini del paese hanno consentito il trasferimento di un “numero simbolico di immunizzazioni” al personale medico palestinese della Cisgiordania occupata.

La dichiarazione non ha fatto cenno di spedizioni nella Striscia di Gaza, dove migliaia di operatori sanitari in prima linea hanno un disperato bisogno del vaccino. Le autorità israeliane hanno pubblicamente dichiarato la loro intenzione di non far entrare alcun vaccino israeliano a Gaza, per il presunto timore che i vaccini finiscano nelle mani delle autorità di Hamas, piuttosto che del personale medico.

I funzionari israeliani non hanno ancora detto se siano altrettanto preoccupati che i vaccini Sputnik V che Israele ha acquistato per il governo siriano finiscano nelle mani delle autorità di Bashar al-Assad, piuttosto che dei civili e degli operatori sanitari siriani.

Proprio la scorsa settimana, Israele ha ritardato una spedizione di 2.000 vaccini Sputnik V dall’Autorità Palestinese verso Gaza, dove più di 2 milioni di Palestinesi stanno vivendo una delle peggiori crisi umanitarie del 21° secolo, una crisi generata da Israele che ormai da 14 anni ha bloccato ogni confine aereo, terrestre e marittimo del territorio.

Israele ha fornito finora solo poche migliaia di vaccini ai quasi 3 milioni di Palestinesi che vivono in Cisgiordania e ha continuato a negare i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale di vaccinare la popolazione palestinese che vive nel territorio sotto il suo controllo.

Israele sostiene che gli accordi di Oslo, che hanno istituito l’Autorità Palestinese e trasferito al governo palestinese un certo controllo sugli affari civili, lo assolvono dal suo dovere di vaccinare i Palestinesi che vivono sotto occupazione in Cisgiordania e a Gaza.

Tuttavia, gruppi palestinesi, israeliani e internazionali per i diritti umani hanno sottolineato che, in base alla Quarta convenzione di Ginevra, Israele è obbligato, in quanto potenza occupante, a coordinarsi con le autorità locali per mantenere e preservare la salute pubblica nel territorio che occupa.

L’Autorità Palestinese ha faticato a dare il via alla sua campagna di vaccinazione, a causa di molteplici ritardi nella spedizione di vaccini da fornitori stranieri. Si stima che finora l’Autorità Palestinese abbia vaccinato solo poche migliaia di operatori sanitari e funzionari governativi.

Nel frattempo, Israele continua a guidare il mondo nella sua campagna di vaccinazione, con quasi il 50% della popolazione totale del paese che ha ora ricevuto la prima dose del vaccino contro il coronavirus e oltre 3 milioni di cittadini israeliani che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino.

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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