Noi sottoscritti, membri della comunità cinematografica mondiale, esprimiamo la nostra indignazione a
seguito della decisione del tribunale israeliano di vietare la proiezione o la distribuzione del film
documentario “Jenin, Jenin” ed esprimiamo la nostra solidarietà al suo autore, nostro collega, l’eminente
regista e attore palestinese Mohammed Bakri.
Nella sua scioccante decisione, la corte afferma di aver ritenuto che alcune delle scene del film – che
descrive gli eventi che si sono svolti per circa due settimane nel campo profughi palestinese di Jenin
nell’aprile 2002 – non sono vere. Mohammed Bakri, il regista del film, che è stato implacabilmente
molestato e perseguitato dal governo israeliano negli ultimi 17 anni, documenta, senza commenti o voci
fuori campo, l’indomani della brutale distruzione del campo profughi di Jenin commessa dall’esercito
israeliano nel 2002, dedicando il film al suo produttore Iyad Samoudi, ucciso dall’IDF nel Governatorato
di Jenin poco dopo la conclusione delle riprese.
Oltre a vietare qualsiasi proiezione del film in Israele, il tribunale ha ordinato di confiscare le 24 copie del
film e ha ordinato il pagamento da parte del regista di 175.000 NIS ($ 55.000) di danni a un ufficiale
riservista dell’esercito israeliano che appare per pochi secondi nel film di 54 minuti, oltre a 50.000 NIS ($
15.500) di spese legali.
Vogliamo esprimere la nostra piena solidarietà a Mohammed Bakri, vincitore del Free Speech Award al
Festival di Berlino 2010.
Chiediamo alla famiglia allargata del cinema mondiale di alzare la voce e denunciare il sostegno delle
autorità e del Ministro della Cultura israeliano a questo chiaro tentativo di censura, limitazione della
libertà di parola e attacco alla libertà di creazione artistica.
Ricordando a tutti che la soggettività e il punto di vista individuale sono al centro dello sforzo artistico e
cinematografico, chiediamo ai nostri colleghi israeliani di unirsi a noi nel denunciare le accuse contro
Bakri e i tentativi delle autorità israeliane di mettere in pericolo la libertà di parola e la libertà artistica di
registi e artisti palestinesi.
Infine, chiediamo fermamente la revoca totale dell’inaccettabile decisione del tribunale israeliano, che
minaccia di creare un precedente ed è un attacco diretto al diritto dei registi e degli artisti palestinesi di
esprimere liberamente il loro punto di vista e raccontare le loro storie.
FIRMATE l’appello sul sito change.org:
https://www.change.org/p/israeli-state-lift-the-ban-on-jenin-jenin-by-mohammed-bakri?signed=true
SENZA DONARE SOLDI! In tal caso la donazione andrà al sito change.org e non alla causa di Mohammed Bakri.
È già stato firmato da molti cineasti trovate i loro nomi nella petizione
e inviate la vostra firma anche alla mail : conbakri2@gmail.com