Voci da Gaza

di  Jessica Montell,

HaMoked, 19 gennaio 2021. 

In attesa al valico di Erez (Oren Rosenfeld)

Per quasi due decenni, Israele ha imposto severe restrizioni ai movimenti dentro e fuori la Striscia di Gaza, dividendo migliaia di famiglie palestinesi tra Gaza e Cisgiordania, Gerusalemme Est o Israele. Queste famiglie affrontano la dura realtà di una separazione lunga e talvolta permanente, e la loro situazione è stata recentemente ancor più aggravata dalle restrizioni dovute al coronavirus.

Ogni anno, HaMoked (Centro Israeliano per la Difesa dell’Individuo) aiuta circa 200 persone o famiglie a ricevere i permessi necessari per visitare i loro cari a Gaza. I seguenti sono alcuni dei casi su cui abbiamo lavorato.

Finché morte non ci separi: quando Nura* sposò un uomo di Gerusalemme Est nel 1989, non si rendeva conto che questo avrebbe significato la separazione dai suoi fratelli e genitori per la maggior parte della sua vita adulta. Originaria di Gaza, Nura si è trasferita a Gerusalemme e ha avviato una famiglia con suo marito. A quel tempo, i movimenti tra Gaza e Gerusalemme erano illimitati e Nura poteva visitare regolarmente la sua famiglia. Ma da almeno 12 anni, non ha più potuto vedere i suoi cinque fratelli e i suoi genitori. Ha contattato HaMoked per la prima volta nel 2009, chiedendo di aiutarla a ottenere un permesso per visitare suo padre malato a Gaza. Ogni volta i militari hanno respinto le richieste di Nura, affermando che non soddisfacevano i criteri “umanitari” per l’ingresso a Gaza. Purtroppo, nel dicembre 2020, il padre di Nura è morto. HaMoked ha chiesto urgentemente che i militari le permettessero di entrare a Gaza e di piangere con la sua famiglia. I militari hanno negato la richiesta di Nura “a causa della pandemia di coronavirus”, anche se lei era disposta a sottoporsi a qualsiasi periodo di quarantena richiesto, prima o dopo aver visto la sua famiglia. Solo dopo che abbiamo presentato una petizione urgente all’Alta Corte di Giustizia, i militari hanno concesso a Nura un permesso per entrare a Gaza, dove ha avuto un ricongiungimento dolce-amaro con sua madre e i suoi fratelli, dopo 12 anni di separazione.

Tutti cresciuti: Heba ha sempre saputo che dopo aver compiuto 18 anni non sarebbe più stata in grado di vedere regolarmente suo padre. Suo padre è residente a Gaza e sua madre è una cittadina israeliana. La politica israeliana impedisce al padre di vivere in Israele, e la terribile crisi umanitaria a Gaza ha costretto la madre di Heba a crescere i figli della coppia in Israele, come molti nella loro situazione scelgono di fare. L’unico modo in cui la famiglia può trascorrere del tempo insieme è attraverso le visite a Gaza, secondo i rigidi criteri della politica israeliana delle “famiglie divise”. Una volta che un bambino compie 18 anni, non ha più diritto a queste visite di routine. Nel dicembre 2020, quasi un mese prima del 18° compleanno di Heba, HaMoked ha chiesto un permesso per farle visitare un’ultima volta suo padre a Gaza. Non abbiamo ricevuto risposta dai militari fino a quando non abbiamo minacciato di presentare in tribunale un’istanza urgente per il suo caso. Due giorni dopo il suo diciottesimo compleanno, i militari ci hanno informato che la richiesta di Heba era stata rifiutata perché ora era una persona adulta. Attualmente stiamo redigendo una petizione al tribunale per conto di Heba, e la posta in gioco non potrebbe essere più alta; se la nostra petizione non ha successo, Heba potrebbe non avere mai più l’opportunità di rivedere suo padre.

Nessun legame familiare: cosa succede quando una “coppia divisa” divorzia? Ahmed è residente a Gaza e la sua ex-moglie Lama è cittadina israeliana. Prima che la coppia divorziasse, avevano avuto due figli, che ora hanno 10 e 4 anni. In diverse occasioni precedenti, HaMoked ha chiesto i permessi per Lama che ha portato i suoi figli a visitare il padre a Gaza. Ma i militari hanno negato la nostra ultima richiesta di permesso, dicendo che Lama non ha “legami familiari” con un residente di Gaza, spiegando che possiamo presentare una nuova richiesta a nome dei due bambini per un “permesso straordinario di ingresso senza l’accompagnamento di un genitore”. HaMoked ha recentemente presentato una petizione all’Alta Corte di Giustizia per contestare l’affermazione assurda secondo cui due bambini di 4 e 10 anni devono viaggiare senza la madre per visitare il padre a Gaza.

Siamo orgogliosi dei nostri sforzi per consentire a queste famiglie separate di incontrarsi, anche se raramente. Allo stesso tempo, sappiamo che queste famiglie godranno pienamente del loro diritto alla libertà di movimento e alla vita familiare solo quando Israele metterà fine alla sua chiusura illegale e immorale della Striscia di Gaza.

Jessica Montell, direttore esecutivo di HaMoked

* Tutti i nomi sono stati cambiati per proteggere la privacy dei nostri assistiti.

http://www.hamoked.org.il/

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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