Video: Intervista al dott. Mustafa Barghouti sulla mancata vaccinazione dei Palestinesi contro il coronavirus

Il notiziario televisivo Democracy Now il 5 gennaio 2021 ha mandato in onda questa intervista a Mustafa Barghouti, medico e membro del Parlamento Palestinese, che descrive come gli Israeliani ottengono di essere vaccinati a tempo di record per il Covid-19, mentre i Palestinesi non ottengono nulla.

5 commenti su “Video: Intervista al dott. Mustafa Barghouti sulla mancata vaccinazione dei Palestinesi contro il coronavirus”

  1. Ho conosciuto il dottor Mustapha Barghouti durante un viaggio in Palestina nel 2003 e ho il massimo rispetto per lui come medico e come uomo.
    Il razzismo, l’incapacità di rispettare i diritti umani più basilari e la disumanità del governo israeliano lasciano senza parole. E quasi nessun media ne parla, come se tutto questo fosse normale.

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  2. Una delle figure importanti della società palestinese, è il fondatore di Medical Relief, un’organizzazione non governativa palestinese, lo conosco personalmente e l’ho incontrato molte volte. È una persona umile e ha una posizione importante e ottiene rispetto da tutti quelli che lo incontrano.
    Oltre ad essere un medico, è un politico esperto ed è in grado di trasmettere una buona immagine della situazione in Palestina

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  3. Da Israele e dagli US ci possiamo aspettare di tutto. E che dire dei cosiddetti paesi democratici e dei loro
    e sfotunatamente,nostri media che occultano la Palestina e i Palestinesi
    dietro la cortina del silenzio ?

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  4. Ho lavorato come medico per una decina di giorni in supporto al medical relief di Ramallah, nel giugno 2002, proprio con Mustafà (non Marwan; non sono parenti) Barghouti. E’ un neurologo, e ha studiato medicina in Russia, come parecchi palestinesi di quell’ età (tanti anche in Italia, e in Grecia, a quanto so). Ho avuto modo di apprezzare le sue doti personali, di organizzatore e di politico. Una persona di grande intelligenza, umanità, senso pratico. Ha creato un grande gruppo di giovani volontari del medical relief, ragazzi e ragazze meravigliosi, coi quali ho girato in ambulanza per giorni in una Ramallh deserta, sotto coprifuoco e piena di tanks e blindati israeliani, ed anche per visite alla popolazione dei villaggi circostanti, isolati. Si viveva un clima di piena laicità, e di serena consapevolezza della forza che deriva dalla paziente resistenza alla prepotenza di una dominazione tanto ingiusta quanto immorale. Posso dire che non mi sono mai sentito così libero come nei miei soggiorni in Palestina, sia in questo in Cisgiordania che nel successivo, nella claustrofobica Gaza del 2009, appena dopo Piombo Fuso?

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