Israele accorda ai coloni milioni di dollari per monitorare la costruzione di edifici palestinesi in Cisgiordania

Palestine Chronicle, 1 gennaio 2021.   

Una demolizione eseguita dall’esercito israeliano nell’area di Massafer Yatta. (Photo: via Twitter)

Israele ha concesso agli insediamenti illegali oltre 6 milioni di dollari per finanziare droni e unità di pattuglia allo scopo di monitorare la costruzione di edifici palestinesi “non autorizzati” nella Cisgiordania occupata.

Il Ministero per gli Affari degli Insediamenti ha pubblicato i criteri per l’accesso dei consigli locali ai 6,2 milioni di dollari di finanziamenti, ha riferito Haaretz. I consigli potranno così acquistare droni, veicoli e apparecchiature elettroniche di monitoraggio, nonché pagare gli stipendi degli ispettori, i quali controlleranno la costruzione ad opera dei palestinesi nell’area C della Cisgiordania occupata.

L’Area C è sotto il pieno controllo civile e militare israeliano e rappresenta il 60% della Cisgiordania. La Valle del Giordano, regione strategica per le sue risorse naturali e per la produzione agricola, ricade interamente in Area C.

I Palestinesi che vivono nell’Area C devono richiedere un permesso dalle autorità israeliane per poter costruire, ma tali permessi sono quasi impossibili da ottenere. Secondo i dati ufficiali, solo l’1,4 per cento delle richieste sono state approvate tra il 2016 e il 2018. Gli edifici costruiti senza permesso vengono regolarmente demoliti dai militari.

Il finanziamento andrà inoltre alla costruzione di recinzioni per le aree chiuse.

È la prima volta che i consigli delle colonie avranno accesso a tali fondi come parte del bilancio dello Stato.
Secondo l’accordo, i consigli locali faranno poi rapporto a una “Area C situation room” per riferire ai funzionari ciò che il Ministro degli Affari degli Insediamenti Tzachi Hanegbi ha descritto come “l’acquisizione ostile di terreni nell’Area C”.

Più di 400.000 Israeliani vivono in colonie nella Cisgiordania occupata, considerate illegali dal diritto internazionale.

Traduzione di Maddalena Zupin – AssopacePalestina

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