Risarcimenti per gli Ebrei ma non per i Palestinesi

di B. Michael,

Haaretz, 2 dicembre 2020. 

Rifugiati arabi da Haifa sbarcano a Porto Said, Egitto, 3 maggio 1948. Keystone/ Getty Images

Che babbei sono i tedeschi. Se avessero approvato in tempo una Legge sulle Proprietà degli Assenti, si sarebbero risparmiati un’inutile spesa di miliardi di euro per il pagamento dei danni di guerra. Così semplice, così efficace.

A tutte le persone che ha danneggiato, la Germania avrebbe potuto dire: “Ci dispiace, ma non eri qui nel giorno designato. Il giorno della resurrezione della nuova Germania. Ecco perché la nostra legge stabilisce che sei un “assente” e tutto ciò che avevi una volta ora è nostro. Quindi non ci scocciare con richieste sfacciate, okay? “

Ma gli stupidi Yekkes [Tedeschi] non hanno pensato a quel trucco, e hanno pagato a caro prezzo questa mancanza.

Il giovane Stato di Israele è stato molto più intelligente. Anche prima che avesse due anni, aveva già approvato una straordinaria Legge sulle Proprietà degli Assenti che lo solleva da qualsiasi preoccupazione per le meschine richieste degli scocciatori palestinesi che insistono a rivendicare le loro proprietà saccheggiate.

La disposizione principale di questa legge è molto semplice: un Palestinese che per caso non era presente all’interno dei confini di Israele il 29 novembre 1947 [piano di partizione ONU], o che era lì ma se n’è andato entro il 1 settembre 1948 (in altre parole, durante tutti i mesi della guerra e della Nakba), sarà considerato “assente” e potrà scordarsi di tutte le sue proprietà.

Per dirla più semplicemente: ti abbiamo espulso? Ti abbiamo ucciso? Sei fuggito dalla guerra? Bene. Tutta la tua proprietà è nostra. Questo è ciò che dice la legge. E come tutti sanno, noi siamo persone rispettose della legge.

Questo utile principio di “assenteismo” si applica solo ai Palestinesi, ovviamente. Gli Ebrei ne sono esentati. Un Ebreo non è mai un “assente”. Anche se è stato assente per 2000 anni.

La scorsa settimana questo stesso impareggiabile compendio di ipocrisia, malvagità e razzismo israeliani è venuto nuovamente alla luce. Ancora una volta il tribunale distrettuale ha stabilito che dozzine di Palestinesi saranno sradicati dalle loro case a Gerusalemme, e quelle case saranno consegnate agli Ebrei. Gli immobili erano una volta di proprietà ebraica e quindi torneranno di proprietà ebraica. È vero che gli Ebrei sono stati “assenti” dalle case per decenni ma, come detto, gli Ebrei non possono essere “assenti”.

Alcune delle famiglie sfrattate, la maggior parte di rifugiati del ’48, hanno proprietà in Israele. Case a Gerusalemme, Haifa, Jaffa. Ma non possono chiedere la restituzione di quelle proprietà. Perché sono “assenti”. Vivono a Gerusalemme ma sono assenti. I Palestinesi, come abbiamo anche già appreso, sono molto bravi ad essere “assenti”.

E così anche gli Ebrei continuano (giustamente) a chiedere, in tutto il mondo, ciò che è stato loro rubato nel corso di centinaia e migliaia di anni. Da guerre, espulsioni, persecuzioni e leggi malvagie: in Polonia, Ucraina, Russia, Ungheria, Iraq, Siria, ecc. ecc.

A un Palestinese non è nemmeno permesso di reclamare la casa da cui è stato sfrattato 70 anni fa. Una casa che magari si trova a poca distanza dalla casa da cui sarà sfrattato tra due settimane. Questa è la giustizia israeliana, che si basa, come è noto, sulla visione dei “profeti di Israele”, come è scritto nella nostra Dichiarazione d’Indipendenza.

Avremmo potuto anche accontentarci di una citazione da “Etica dei padri” (5:10): “Uno che dice:” Ciò che è mio è mio e ciò che è tuo è mio “è malvagio”. Ma chi si arrabbia oggi per l’epiteto “malvagio”? È quasi un complimento.

Più appropriate sarebbero le descrizioni dalla visione esposta nel Libro di Michea (capitoli 2, 3): “Ah, quelli che pianificano l’iniquità e progettano il male quando stanno a letto. Quando il mattino sorge, lo fanno [il male], perché hanno il potere. Bramano i campi e li sequestrano, le case e le portano via. Defraudano gli uomini delle loro case. E la gente della loro terra … Sion è edificata con il crimine, Gerusalemme con l’iniquità! I suoi governanti giudicano a seconda dei doni, i suoi sacerdoti decidono a pagamento, e i suoi profeti divinano per denaro. Tuttavia si affidano al Signore, dicendo: ‘Il Signore è in mezzo a noi. Nessuna calamità ci colpirà’. Sicuramente, per causa vostra, Sion sarà arata come un campo. E Gerusalemme diventerà un cumulo di rovine. E il Monte del Tempio un santuario nei boschi”.

Le profezie di Michea si sono già adempiute due o tre volte. A quanto pare, ora stiamo avanzando verso la quarta volta.

https://www.haaretz.com/opinion/.premium-reparations-for-jews-but-not-palestinians-1.9340746

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

1 commento su “Risarcimenti per gli Ebrei ma non per i Palestinesi”

  1. Per leggere queste ovvie considerazioni (negative) sullo stato ebraico tocca leggere Haa’retz o, anche, il Guardian. Sul Manifesto Michele Giorgio. Il resto della stampa italiana segue la linea della politica, da Mattarella a Salvini: tutti amici di Israele, senza se e senza ma.

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