L’orgoglio di Israele: gli assassinii

di Gideon Levy,

Haaretz, 29 novembre 2020.  

Una foto fornita dalla TV di stato iraniana il 27 novembre 2020 mostra l’auto danneggiata dello scienziato nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh. AFP PHOTO / HO / IRIB NEWS

Oltre all’irrigazione a goccia e ai pomodorini, sono pochi i settori di cui Israele sia più orgoglioso di ciò che chiama “uccisioni mirate”, che in realtà sono atti di omicidio da parte dello Stato. Con l’eccezione degli Stati Uniti, dell’Arabia Saudita e della Russia, sono pochi gli stati che uccidono i loro avversari o i loro nemici, e certamente non quanti ne uccide Israele.

Dal 2000, le forze israeliane hanno ucciso circa 70 Palestinesi, alcuni dei quali erano chiaramente attivisti politici e non militanti, in uccisioni pianificate e mirate.

Anche l’assassinio di venerdì del Prof. Mohsen Fakhrizadeh sul Khomeini Boulevard, alla periferia di Teheran, non è stato il primo assassinio di uno scienziato nucleare iraniano. Prima di lui circa una dozzina di scienziati sono stati assassinati, la maggior parte di loro, se non tutti, presumibilmente da Israele. Cosa ha detto venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu, col sorriso furbo di chi la sa lunga? “È stata una settimana di successi.”

Questi “successi” accendono davvero l’immaginazione. Nel notiziario del venerdì sera di Channel 12, un gruppo di menti giganti ha discusso se si è trattato di “pistoleri”, come ha sostenuto lo specialista militare, o di un potente ordigno esplosivo, come ha affermato lo specialista di affari arabi. C’è solo una domanda che non è stata sollevata in questo forum, né in realtà in altri: se queste uccisioni mirate siano legittime. La domanda stessa è considerata un’eresia, un tradimento. Non era forse legittimo far fuori il dottor Thabet Thabet, un dentista e capo di Fatah a Tul Karm, nel dicembre 2000? Non era forse permesso uccidere nel suo letto Khalil al Wazir (noto come Abu Jihad) di fronte alla moglie e ai figli, nel 1988 a Tunisi? Chi ha il culto della sicurezza di Israele si mette a ridere. Ovviamente era permesso. A Israele tutto è permesso. I Palestinesi che avevano pianificato l’assassinio del ministro del turismo Rehavam Ze’evi sono stati condannati all’ergastolo. Gli assassini di Abu Jihad sono diventati ministri ed eroi. Ze’evi [generale israeliano e politico di destra, NdT] ha versato più sangue innocente di quanto abbia mai fatto Abu Jihad.

Anche la questione dello scopo e dell’utilità degli omicidi viene a malapena discussa. Il fatto che le operazioni siano così alla James Bond e che dietro di loro ci siano i gloriosi servizi di sicurezza del Mossad e dello Shin Bet è sufficiente a mettere a tacere tutti questi discorsi. Se un’operazione ha successo come quella di venerdì, vuol dire che è consentita e anche utile. Tutte le altre domande sono semplicemente sovversive.

Eppure ci si deve chiedere: cosa sarebbe successo se agenti stranieri avessero fatto fuori i prof. Israel Dostrovsky ed Ernst David Bergmann, Shalhevet Freier o Shaul Horev, le storiche controparti israeliane di Fakhrizadeh? Cosa avrebbe detto Israele allora? E come avrebbe risposto lo Stato? Avrebbe interrotto il suo programma nucleare? Non avrebbe lanciato una campagna di vendetta in tutto il mondo?

Amos Yadlin, un ex generale dell’aeronautica israeliana, direttore esecutivo dell’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale dell’Università di Tel Aviv, ha twittato nel fine settimana a proposito di Fakhrizadeh: “Quell’uomo si è occupato di tutti gli aspetti delle attività nucleari illegittime dell’Iran”. Una domanda: esistono delle “attività nucleari illegittime” di Israele? Se è così, allora anche il suo pianificatore merita di essere ucciso? In caso contrario, questo non significa forse che Israele è autorizzato a fare qualsiasi cosa, comprese le cose che non sono consentite a nessun altro stato?

La Bulgaria comunista ha assassinato persone con ombrelli avvelenati [nel 1978 un dissidente bulgaro fu ucciso con un ombrello che iniettava un potente veleno nella mano di chi premeva il bottone per aprire l’ombrello, NdT]. Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, il nuovo interlocutore di Netanyahu, ha assassinato e fatto a pezzi un uomo [come mandante dell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi nell’ambasciata di Istanbul, NdT]. Il mondo vede entrambe come azioni spregevoli di agenti statali. A Israele invece tutto questo è permesso. Israele ottiene un lasciapassare gratuito. Abbiamo scherzato sul “Black Friday” iraniano. Israele è autorizzato a far fuori il “padre del programma nucleare iraniano” –naturalmente ora si dice che lui era proprio questo, così come ogni membro assassinato di Hamas è una “figura di alto livello” nell’organizzazione– così come ad Israele è permesso usare tipi di armi e munizioni vietate ad altri stati.

Resta la domanda se l’assassinio di venerdì fermerà il programma nucleare iraniano o, forse, invece lo accelererà. Porterà a un forte attacco vendicativo? Su questo gli esperti sono stati tutti d’accordo: l’Iran si vendicherà sicuramente. E poi cosa succederà? Anche in questo caso, ne sarà valsa la pena? Ovviamente. Dopotutto, ancora una volta abbiamo mostrato loro una delle cose che sappiamo fare meglio, oltre all’irrigazione a goccia e ai pomodorini. Uccidere e distruggere.

https://www.haaretz.com/opinion/.premium-israel-s-assassinations-are-illegitimate-and-possibly-useless-1.9333911

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

1 commento su “L’orgoglio di Israele: gli assassinii”

  1. Se non si trattasse di Israele sarebbe da meravigliarsi che quasi nessun mezzo di informazione abbia condannato o almeno preso le distanze da questo assassinio. Lo ha fatto Gideon Levy, con il coraggio dell’uomo libero che lo contraddistingue. Soltanto Enrico Mentana, con mia grande meraviglia si è chiesto, durante il telegiornale di La 7 delle 20, che cosa sarebbe successo se questo omicidio fosse avvenuto a parti invertite. Purtroppo è veramente l’unica mosca bianca.

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