Basta con l’ipocrisia: questo autoproclamato razzista è la scelta adatta per dirigere lo Yad Vashem

di Gideon Levy,

Haaretz, 19 novembre 2020. 

Benjamin Netanyahu pianta un alberello sulle alture del Golan con Effi Eitam, 2009 (REUTERS)

Basta con il pavoneggiarsi e con l’ipocrisia. L’uomo politico e generale in pensione Efraim “Effi” Eitam è un candidato degno e del tutto adatto a dirigere lo Yad Vashem. La protesta di intellettuali e di persone di sinistra contro la sua nomina è una negazione della realtà, un tentativo di abbellirla falsamente. Non c’è nessuno come Eitam che possa riflettere e rappresentare lo spirito con cui Israele inculca nel popolo le lezioni dell’Olocausto e le sfrutta per i suoi scopi.

Mettere a capo di Yad Vashem un intellettuale o una persona di provata moralità che combattesse il razzismo, l’ultra-nazionalismo e i crimini di guerra ovunque esistano, in nome della memoria dell’Olocausto, sarebbe in totale contraddizione con le iniziative per il ricordo di cui Israele inonda i suoi cittadini più giovani. Una tale nomina sarebbe anche in contrasto con il messaggio ultranazionalista che Israele trasmette al mondo, come una lezione appresa dall’Olocausto. Ecco perché il primo ministro ha fatto bene a nominare un uomo che rappresenterà lo spirito di Israele alla guida dell’istituzione commemorativa più prestigiosa del mondo.

Eitam, un autoproclamato razzista, sospettato di aver commesso crimini di guerra, dirà al mondo ciò che Israele pensa veramente: che dopo l’Olocausto gli Ebrei possono fare qualsiasi cosa; che dopo l’Olocausto, nessuno al mondo ha il diritto di predicare a Israele, dicendogli cosa fare; che il diritto internazionale, stabilito dopo la seconda guerra mondiale e l’Olocausto, si applica a tutti i paesi tranne Israele; che qui abbiamo un popolo eletto, una luce per le nazioni, e che qui vivono le uniche vittime di crimini di guerra nella storia; e non osate parlarci di altre vittime. Ecco perché Eitam è Yad Vashem e Yad Vashem è Eitam.

L’Olocausto e il grido “Mai più” avrebbero potuto andare in due direzioni. Avrebbero potuto tradursi in una decisa lotta morale condotta da Israele contro le espressioni di razzismo e i crimini di guerra ovunque commessi – oppure in una fede nella potenza aggressiva di Israele come unico mezzo per proteggerlo e prevenire un altro Olocausto. Israele molto tempo fa ha scelto quest’ultima strada. Eitam sarà il riflesso di questo. Perché lamentarsi di lui quando il ministero degli Esteri, non il generale Eitam, chiede sfacciatamente e insolentemente che Christiane Amanpour si scusi per aver osato dire che la Notte dei Cristalli è stata una dichiarazione di guerra alla civiltà e alla conoscenza, paragonandola a una guerra intrapresa da Donald Trump. Anche senza Eitam, Israele non consente alcuna menzione dei nazisti senza menzionare gli Ebrei, o alcun confronto con altri olocausti, o qualsiasi menzione dei primi segni di un nuovo razzismo.

Questo arrogante ultranazionalismo calza come un guanto sulla mano della persona che comandava la Brigata Givati ​​nella prima Intifada, che subì due processi legati alla Givati  [Eitam fu processato per aver incitato i suoi soldati a picchiare a morte un prigioniero palestinese di 21 anni, NdT]. Va bene questa nomina a uno che è stato rimproverato dal capo di stato maggiore dell’esercito per violenza eccessiva, qualcuno che ha detto che “la maggior parte” dei Palestinesi dovrebbe essere deportata, che i legislatori arabi dovrebbero essere rimossi, che il codice etico dell’esercito dovrebbe essere cambiato. Dopo tutto, queste sono le lezioni dell’Olocausto. Sotto la sua egida si può essere favorevoli ai trasferimenti forzati, alla pulizia etnica e all’apartheid, purché ci sia un pericolo, reale o immaginario, di fronte agli Ebrei.

Ma Eitam è l’unico che crede che il mondo non potrebbe vivere senza gli Ebrei, come ha detto una volta, o che Israele è lo Stato di Dio? È l’unico che vede gli Arabi di Israele come una quinta colonna, proprio come i nazisti vedevano gli Ebrei tedeschi? Ops, scusate. Questo non è consentito. È proibito paragonare qualsiasi cosa ai primi giorni del nazismo, intendendolo come un avvertimento di ciò che potrebbe accadere. Con Eitam sarà ancora più proibito.

Ma non è stato Eitam a istituire i viaggi dei giovani Israeliani sottoposti a lavaggio del cervello ai campi di sterminio, da dove tornano avvolti nella bandiera della nazione, piangendo amaramente, credendo solo nel potere e nella forza delle armi. Non è stato Eitam a pensare di sfruttare sistematicamente l’Olocausto, una cosa che si è intensificata negli ultimi anni, per seminare sentimenti di colpa perenni in Europa e impedirle di osare criticare la vergognosa occupazione israeliana. Eitam spiegherà ai suoi ospiti ufficiali nella sala delle commemorazioni che questo è lo Stato di coloro a cui è permessa qualsiasi cosa, come picchiare a morte persone innocenti, come hanno fatto i suoi soldati a Gaza, o evacuare villaggi e deportarne gli abitanti per sempre, come è successo non lontano da Yad Vashem nel 1948. Ma qui tutto è diverso da ciò che è accaduto prima nella storia, ed è ovviamente permesso, in nome dell’Olocausto.

https://www.haaretz.com/opinion/.premium-stop-the-hypocrisy-self-proclaimed-racist-is-a-suitable-pick-to-head-yad-vashem-1.9316946

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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