Biden si rende conto dell’importanza dell’Autorità Palestinese per Israele, ma non ci si può aspettare molto da lui

diAmira Hass.

Haaretz, 8 novembre 2020.  

L’amministrazione Biden ripristinerà probabilmente i finanziamenti alle agenzie per lo sviluppo che lavorano sul territorio palestinese, ma non bloccherà la politica israeliana degli insediamenti.

L’immagine del presidente Donald Trump sul muro di separazione della Cisgiordania, nell’area di Betlemme. [La scritta è un meme da una canzone di Eminem, qui intesa a sottolineare la solitudine di Trump, NdT]. Emmanuel Dunand/AFP

I Palestinesi avevano sperato in una sconfitta del presidente Donald Trump, anche se si aspettavano poco in termini politici dal partito democratico e dal presidente eletto Joe Biden. E questo vale sia per il pubblico palestinese che per la sua leadership.

Trump e i suoi sostenitori Ebrei-americani ed evangelici durante il suo mandato hanno così profondamente denigrato i Palestinesi e la loro ragionevole richiesta di essere liberati dall’occupazione israeliana, che ciò non dovrebbe sorprendere.

L’elezione di Biden è una buona cosa per l’Autorità Palestinese, un’entità il cui potere riesce a sopravvivere, che è diventata un attore permanente e che non scomparirà facilmente, nonostante tutte le previsioni contrarie. Si occupa costantemente della sua autoconservazione, non solo per il bene dei suoi alti burocrati e del movimento Fatah, ma per le decine di migliaia di famiglie che fanno affidamento sugli stipendi dell’AP per il proprio sostentamento.

Piaccia o no, l’AP gestisce la vita quotidiana dei Palestinesi nelle loro aree della Cisgiordania e permette loro di avere una parvenza di continuità e semi-normalità pur nelle circostanze anormali dell’invasiva occupazione israeliana. È responsabile del funzionamento delle scuole (a parte la qualità dell’insegnamento) e del sistema sanitario (a parte la sua necessità di miglioramenti importanti). Fornisce inoltre l’impalcatura generale per le istituzioni sportive e culturali, per il miglioramento delle infrastrutture stradali, idriche ed elettriche nelle aree palestinesi, per il mantenimento dell’ordine pubblico e per la lotta alla criminalità locale.

Proprio per questa ragione, Biden, un politico filo-israeliano della vecchia scuola, comprende l’importanza dell’Autorità Palestinese per Israele, in quanto risparmia a Israele l’onere diretto di governare la popolazione palestinese occupata. Il nuovo presidente degli Stati Uniti deve quindi garantire che l’Autorità Palestinese non collassi economicamente e non perda rilevanza politica.

Verranno ripristinati i rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e l’Autorità Palestinese. Riaprirà la missione palestinese a Washington. Riprenderanno anche gli incontri tra funzionari civili e militari americani e rappresentanti palestinesi, rafforzando il senso di importanza della classe dirigente palestinese.

Poiché Biden e il suo partito comprendono l’importanza dell’Autorità Palestinese per Israele, probabilmente cercheranno il modo di sostenerla ancora finanziariamente. Ciò, tuttavia, sarà difficile da fare direttamente. L’Anti-Terrorism Clarification Act approvato dal Congresso nel 2018 ed entrato in vigore nel 2019, rimane un ostacolo. Afferma infatti che qualsiasi entità politica che riceve assistenza finanziaria dal governo degli Stati Uniti è soggetta a cause legali nei tribunali statunitensi se accusata di coinvolgimento nel terrorismo anche nel passato.

Per questo motivo, i Palestinesi hanno annunciato all’epoca che avrebbero smesso di ricevere tale assistenza. Ma un nuovo emendamento alla legge approvato quest’anno fa un’eccezione per le ONG, ed è possibile che in futuro si possa trovare un modo per mitigarla ulteriormente, soprattutto per consentire la ripresa del sostegno americano alle forze di sicurezza palestinesi.

Ciò potrebbe essere accompagnato da una ripresa della sicurezza palestinese e del coordinamento civile con Israele. Gli Stati Uniti potrebbero chiederlo ai Palestinesi come un gesto di apertura, oppure la leadership dell’Autorità Palestinese potrebbe avviarlo da sola e trovare una scusa adeguata per rinnovare il coordinamento con Israele.

Il presidente Barack Obama e il suo vicepresidente Biden con il presidente palestinese Mahmoud Abbas. (Pete Souza / La Casa Bianca)

Si può presumere che gli Stati Uniti rinnoveranno i finanziamenti per l’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e il Lavoro per i Profughi Palestinesi), il che allevierebbe indirettamente in modo considerevole l’onere finanziario e sociale che grava sull’AP. Inoltre l’Autorità Palestinese chiederà presumibilmente agli Stati Uniti di riprendere il sostegno finanziario alle agenzie per lo sviluppo e alle ONG umanitarie che operano nel territorio palestinese occupato.

D’altra parte, l’immutata leadership palestinese –che per preservarsi e giustificare la sua esistenza esagera il valore dei gesti diplomatici– non si illude sul desiderio o sulla capacità del Partito Democratico di porre fine all’attuale politica israeliana di insediamento o di ridurre (certamente non eliminare) l’assistenza finanziaria militare a Israele. Ufficialmente, il Partito Democratico sostiene la soluzione dei due Stati. In realtà, tuttavia, anche sotto il presidente Barack Obama, non ha fatto nulla per impedire a Israele di minare la possibilità di realizzare questa soluzione. Ha sostenuto gli attacchi israeliani alla Striscia di Gaza e non ha fatto togliere l’assedio alla Striscia.

Tuttavia, negli ultimi anni sono entrate nel Partito Democratico nuove forze che hanno osato criticare Israele come potenza occupante. Questo è un riflesso dei cambiamenti avvenuti tra i Democratici, inclusi gli Ebrei americani.

Palestinesi della Cisgiordania che bruciano un’immagine del presidente Trump, 6 novembre 2020 (Abbas Momani / AFP)

Palestinesi-americani e Palestinesi non americani hanno imparato a stringere legami stretti e importanti con loro. E insieme hanno reso la storia dei Palestinesi e la loro lotta per l’indipendenza più ampiamente accessibile al pubblico americano.

Importanti legami sono stati anche forgiati tra gruppi palestinesi e il movimento Black Lives Matter. La questione ora è fino a che punto, con un presidente democratico insediato nuovamente alla Casa Bianca, i Palestinesi (e altri Arabi) saranno in grado di migliorare e utilizzare questi legami per rafforzare non solo l’Autorità Palestinese ma anche la posizione politica dei Palestinesi.

https://www.haaretz.com/middle-east-news/palestinians/.premium-biden-realizes-palestinian-authority-s-importance-to-israel-but-expectations-low-1.9297092

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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