Appello urgente per salvare la scuola secondaria “Le cascate” di Al Auja

9 novembre 2020.  

AssopacePalestina fa proprio l’appello per salvare la scuola di Al Auja nella Valle del Giordano, minacciata di demolizione nell’ambito delle continue distruzioni di ricoveri e case da parte dell’esercito israeliano, una pulizia etnica per continuare il processo di annessione coloniale della Palestina. Fate pressioni sulle istituzioni e diffondete l’appello.

La nuova scuola di Al Auja costruita in 24 ore (Eitan Melet – Regavim)

Situata lungo il terreno accidentato dei corsi d’acqua piovana stagionali della Valle del Giordano, la comunità beduina di Al Auja (che ospita 656 individui e 212 bambini in età scolare, di cui solo 140 frequentano la scuola), ha cercato di mitigare l’aumento del tasso di abbandono scolastico tra i ragazzi in età scolare che hanno superato le classi primarie disponibili all’interno della comunità. I ragazzi che necessitano di istruzione secondaria, dovevano camminare per diversi chilometri al giorno lungo strade non sicure sotto il clima rigido per accedere a scuole sovraffollate in altre comunità. Ciò ha spinto molti ragazzi a rinunciare all’istruzione secondaria (perché i maschi entrano nel mondo del lavoro e le ragazze si sposano precocemente, una soluzione che una ragazza è più incline a prendere, a causa delle pressioni della famiglia e della preoccupazione per il proprio benessere fisico di fronte a lunghi viaggi per andare a scuola). Inoltre, con i maggiori rischi e le misure precauzionali imposte dalla recente pandemia, il mantenimento di questa scuola di comunità permetterà il necessario distanziamento sociale in classe, una limitata esposizione comunitaria, e un’educazione continua dopo le interruzioni dell’ultimo anno scolastico dovute al fatto che la comunità non era in grado di fornire un insegnamento online o qualsiasi altro mezzo alternativo.

Consapevole dell’importanza dell’educazione dei suoi ragazzi, la comunità (insieme a diverse organizzazioni locali e internazionali) si è assicurata i finanziamenti e l’approvazione necessari (dalla Municipalità di Alja / Dipartimento Awqaf per l’uso della terra e dal Ministero dell’Educazione e dell’Educazione Superiore per l’istituzione della scuola) per erigere una scuola secondaria su terre islamiche waqf  [fondazione islamica di beneficenza, NdT] all’interno della comunità. La scuola (una serie di moduli metallici incorporati su una pavimentazione in calcestruzzo colato) è stata rapidamente eretta, completata alla vigilia del 19 settembre 2020 e resa operativa per i 113 studenti registrati (da Al Auja e da altre comunità beduine adiacenti) per cominciare la scuola il 20 settembre come in programma. Tuttavia, in quello che doveva essere il primo giorno di scuola (20 settembre), l’amministrazione civile israeliana (ICA) insieme alle forze militari israeliane hanno fatto irruzione nella scuola e hanno informato oralmente il preside e gli insegnanti della loro intenzione di smantellare e confiscare in seguito la scuola. Nessuna comunicazione formale in tal senso è stata tuttavia fornita. Gli studenti hanno iniziato ufficialmente le lezioni il 21, con l’ICA e l’esercito israeliano che sono rimasti fisicamente presenti nelle vicinanze per tutta la prima settimana scolastica.

Subito dopo essere stato informato dalla scuola della comunicazione verbale fatta il 20 settembre dall’ICS e dall’esercito riguardo all’imminente confisca, il JLAC (centro di Gerusalemme per l’aiuto legale e per i diritti umani) ha lanciato quello stesso giorno una petizione come misura preventiva. L’Alta Corte ha accordato immediatamente al JLAC un’ingiunzione che congela temporaneamente qualsiasi confisca fino a quando il caso non sarà riesaminato. Il 16 ottobre JLAC ha inoltre presentato una richiesta di permesso di costruzione al fine di avviare il relativo trattamento amministrativo.

Tuttavia, l’avvocato dello Stato ha chiesto che il giudice cancelli la petizione, sostenendo che era “prematura” e mancava dei processi amministrativi (vale a dire una formale decisione amministrativa, come un ordine di arresto lavori); e quindi, poiché non era stato emesso un ordine o una decisione amministrativa formale, non c’era nulla da attaccare in tribunale. L’argomento dell’avvocato dello Stato sulla “petizione prematura” è stato anche seguito dall’affermazione che l’ICA ha l’autorità di confiscare la scuola senza precedente notifica in quanto la scuola può essere considerata una “struttura mobile” (secondo l’articolo 60 dell’Ordine Militare n. 1651 del 2009 relativo alla confisca di strutture mobili). È altamente probabile che l’ICA attiverà la sua autorità e confischerà / demolirà le strutture della scuola immediatamente e senza preavviso, se l’ingiunzione di sospensione viene effettivamente annullata.

Ci si aspetta che la Corte emetterà la sua sentenza per quanto riguarda il presunto carattere “prematuro” della petizione e gli altri argomenti preliminari sollevati dal Procuratore dello Stato. Se la petizione viene respinta, la scuola sarà soggetta a confisca immediata senza un giusto processo, riportando alla fine la comunità al punto di partenza.

Ci appelliamo a voi perché facciate ogni possibile pressione diplomatica a vostra disposizione per salvare la scuola secondaria Al Auja e il diritto all’istruzione dei 113 studenti che attualmente serve e delle migliaia di studenti che arriveranno.

2 commenti su “Appello urgente per salvare la scuola secondaria “Le cascate” di Al Auja”

  1. Bisogna mettere fine alle politiche fasciste ed espansionistiche di Israele.
    Israele è un pericolo per la pace nel mondo e va fermato. È vile prendersela con le scuole, i ragazzi e la povera gente disarmata, stanno giocando come il gatto col topo.

    Rispondi

Lascia un commento