di Hagai El-Ad
Haaretz, 20 settembre 2020.
Il morto Yakub Abu al-Kiyan non è solo un bravo Arabo. È un Arabo utile. Ed è tutt’altro che solo.
Innanzitutto, il primo ministro, il ministro della pubblica sicurezza (dell’epoca) e il commissario di polizia (dell’epoca) proclamarono che il morto Abu al-Kiyan era un terrorista. In tal modo, giustificavano non solo la violenta operazione pseudo-militare del gennaio 2017 in cui centinaia di poliziotti fecero irruzione nel suo villaggio di Umm al-Hiran, per demolirlo e costruire lì una comunità per Ebrei, ma con una rapida bugia riuscivano ad imbiancare tutto: i colpi di arma da fuoco diretti ad Abu al-Kiyan mentre guidava lentamente la sua macchina, il fatto di averlo lasciato morire dissanguato, la demolizione della sua casa e del suo villaggio, e l’incitamento selvaggio contro i legislatori arabi.
Chiunque abbia messo in dubbio queste bugie o semplicemente sollevato domande è stato denunciato come sostenitore del terrorismo. Dopotutto, un buon Arabo è un Arabo morto e il corpo di questo Arabo morto è stato sfruttato al massimo da Benjamin Netanyahu, Gilad Erdan e Roni Alsheich. Lo hanno usato e poi l’hanno messo da parte fino a poco tempo fa, quando Netanyahu ha evocato di nuovo il defunto Abu al-Kiyan per usare ancora una volta il suo corpo, questa volta per altri scopi.
Tre anni e mezzo dopo la sua morte, il primo ministro ha trovato un nuovo uso per il suo corpo, come parte dei suoi sforzi per salvare la propria pelle dall’imminente processo. A Netanyahu magari piace incitare contro gli Arabi, ma in questo caso è soprattutto ansioso di evitare la giustizia. E così ha tirato cinicamente il corpo di Abu al-Kiyan fuori dalla sua tomba per scagliarlo contro Alsheich [ex capo della polizia nelle indagini su Netanyahu, NdT] e contro il pubblico ministero.
Solo Netanyahu poteva comportarsi in modo così ripugnante e usare in questo modo un cadavere come moneta di scambio, direte voi. Le persone perbene non si comportano così. Anche il cinismo ha i suoi limiti e nessuno è capace di portarli all’estremo come Netanyahu. Leader pubblici ragionevoli non lo farebbero. Questo è il genere di cose che può fare solo un Netanyahu disperato.
Ma non è solo Netanyahu. Il cinico sfruttamento dei cadaveri non è solo il capriccio di un primo ministro disposto a tutto Ci sono Arabi morti che vengono tirati fuori dalla tomba e ci sono quelli le cui famiglie hanno il divieto di seppellire: queste sono le norme ufficiali israeliane. E chi sta guidando l’escalation di questa politica in questo momento? Il signor Moderazione in persona, il paladino dello Stato di diritto, il principe della via di mezzo: il ministro della Difesa Benny Gantz.
Secondo i dati del gruppo per i diritti umani B’Tselem, Israele detiene i corpi di almeno 60 Palestinesi che hanno commesso attacchi, o che secondo l’esercito hanno tentato di commetterli, a partire dal settembre 2015. Lo scopo dichiarato per cui i corpi vengono ammassati è usarli come merce di scambio in future trattative. Cadaveri utili.
Gantz non ha inventato nulla di nuovo in questo, naturalmente. Questa politica è stata in vigore per anni, e ha subito varie evoluzioni e vaghi cambiamenti, finché all’inizio del 2017, poche settimane prima di quella notte a Umm al-Hiran, il governo decise ufficialmente per la prima volta che questi corpi sarebbero stati tenuti in ostaggio a fini di contrattazione e non sarebbero restituiti alle famiglie.
La decisione, all’epoca, era limitata ai corpi dei “terroristi affiliati ad Hamas”. Ma una recente decisione del governo, all’inizio del mese, ha ampliato questa politica crudele oltre l’affiliazione ad Hamas, in risposta a una petizione riguardante la restituzione del corpo di Ahmed Erekat, che Israele trattiene dal 23 giugno. Erekat, infatti, non era “affiliato ad Hamas.” Secondo la politica precedente, quindi, il corpo di Erekat non poteva essere utilizzato per scopi di contrattazione, ma doveva essere restituito alla famiglia per la sepoltura.
Gantz, che si è vantato di aver guidato la mossa, si è rallegrato per la decisione del governo: “Spero che i nostri nemici capiscano davvero il messaggio”. Ma qual è esattamente il messaggio? Che non c’è un solo politico nella leadership del governo che non sia disposto a usare i cadaveri, a scambiarli e sfruttarli? Questo orrore non sta accadendo nell’ombra. È allegato alle decisioni del gabinetto e agli annunci pubblici. È soggetto a ripetuto – e pubblico – esame legale da parte del procuratore generale, del pubblico ministero e dei giudici della Corte Suprema. Cosa succederà adesso? Grazie al moderato Gantz, la regola ha subìto un’escalation, il governo ne ha informato la corte, e spetterà all’Alta Corte di giustizia decidere.
Non trattenete il respiro. Dopo la decisione del governo del gennaio 2017, c’era già una petizione contro la detenzione di cadaveri, che fu apparentemente accettata. Ma piuttosto che decidere semplicemente che non può esserci scambio di cadaveri, la giuria guidata dal giudice Yoram Danziger ha deciso di dichiarare (a dicembre 2017) che tale commercio è certamente possibile, purché esista una legge che concede esplicitamente al governo questa spaventosa autorità In assenza di una tale legge, i giudici hanno dato allo Stato sei mesi per far avanzare la legislazione necessaria. Lo Stato ha chiesto un’altra udienza davanti a un collegio più ampio per sostenere che aveva già tale autorità e che non era richiesta alcuna ulteriore normativa. Il gruppo allargato, presieduto dal presidente della Corte suprema Esther Hayut, ha accolto la richiesta dello Stato.
In una delle parti più vergognose della sua sentenza del settembre 2018, Hayut ha spiegato: “Dobbiamo ricordare che la detenzione dei corpi è temporanea” e ha detto di credere “che ciò non costituisca una violazione sostanziale del diritto alla dignità dei morti o il nucleo centrale del diritto alla dignità della famiglia”. Netanyahu, Gantz, Hayut: non è la vostra vergogna che deve essere sepolta sotto terra, ma i morti.
Hagai El-Ad è il direttore esecutivo di B’Tselem.
Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina